Un'autobiografia involontaria
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Orwell da scoprire
Dentro le corpose pagine ci caliamo in scritti, saggi, diari, lettere che secondo un ordine cronologico ed in prima persona, attraversano la vita di Orwell.
Il testo è suddiviso in capitoli, ciascuno dedicato a periodi di vita significativi.
"Sin dai primi passi della mia carriera avevo imparato che si può sbagliare senza volerlo, e poco dopo imparai che si può sbagliare senza nemmeno scoprire che cosa si è fatto o perché ciò che si è fatto è sbagliato"
La scuola svolta presso un collegio grazie ad una borsa studio ha dell'incredibile per la severità, la discriminazione di classe e lo squallore.
Si passa alla fase della Birmania in cui egli era militare. Successivamente l'autore ripercorre il periodo in cui vive con i vagabondi, povertà, fame e miseria.
Personalmente il capitolo che ho più amato è quello in cui approfondisce la vita nelle miniere ad inizio anni '30. Tema toccante sulle difficoltà di lavoro, sfruttamento e delle conseguenze in termini di salute ed arretratezza. Da qui emergono le idee sul socialismo e non mancano importanti prese di posizione dell'autore.
"Tutti credono alle atrocit commesse dal nemico e non in commesse dai propri soldati"."in qualsiasi momento , la situazione può improvvisamente capovolgersi e le storie dei crimini provate ed arciprovate ieri, diventano il giorno dopo ridicole menzogne, semplicemente perché è mutato il contesto politico."
La guerra e la politica rappresentano una grande fetta del libro. Interessanti sono le analisi sull'antisemitismo e sui regimi totalitari. Si legge tra le righe l'autore che ritroviamo nei suoi celeberrimi romanzi. Altro tema che non mi ha entusiasmato ma è interessante, consiste nella cultura inglese, le caratteristiche e le tipicità di tale società.
Libro particolare che ho amato molto perché parla di opinioni e piccole vite che sarebbero cadute nel dimenticatoio della grande storia. Parlo da persona di parte, di Orwell troverei interessante anche la lista della spesa.
"Le memorie di un periodo della nostra vita debbono necessariamente sbiadite, a mano a mano che c'è ne allontaniamo. Si imparano sempre nuove cose ele vecchie devono per forza venir espulse per far posto alle nuove. Ma può anche darsi che le memorie si staglino meglio dopo un lungo lasso di tempo, perché si considera il passato con occhi nuovi e si riesce ad isolare e per così dire scoprire fatti, che prima restavano confusi tra la massa dei ricordi"