Trance. Autobiografia di un lettore
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LEGGERE È UN VERBO ARCITRANSITIVO
“Leggere non è solo una passione: è una pratica quotidiana, un lavoro, una missione, una militanza, un rituale da burocrate, una terapia, una disciplina, una fede, un’abitudine, un peccato, un debito, un hobby, una droga-tutto nello stesso momento, in ogni momento”.
Alan Pauls è uno scrittore e critico letterario argentino, famoso soprattutto per i suoi studi su Borges. “Trance”, scritto in terza persona, non è altro che la sua autobiografia in quanto lettore, appassionato di Borges, Bolaño, Cortazar, Proust, che sono tra l’altro, gli scrittori da lui più citati e sui quali si diverte a raccontare aneddoti e riflessioni. Presentato come un vocabolario alfabetico/sentimentale , questo libro è di piacevolissima lettura , si divora in poco tempo ed è per i devoti della lettura, i quali si ritroveranno in tantissimi momenti dell’opera di Pauls.
Interessante la similitudine della lettura con il gioco degli scacchi (ajedrez, la voce del glossario) “A parte leggere, è l’unica attività che non considera una frivolezza o uno scandalo. Gli scacchi-con quell’effetto di rapimento, l’autarchia e la splendida solitudine, così simile a quelli che sperimenta quando legge - (...). Gli scacchi sono il proseguimento con altri mezzi di una vocazione letteraria precoce “.
Leggere è giocare, è una sfida con varianti, finale, combinazioni, chiusure eleganti o meno.
È praticamene impossibile scegliere un passo da citare che non sia lungo. La scrittura di Pauls è quasi frenetica, un fluire ininterrotto di idee, talvolta illuminanti, riflessioni con il punto fermo che arriva quando il fiato è ormai esaurito. Concitatissimo. Mi sono ritrovata in tantissimi passi del libro, soprattutto quello dell’interruzione , quello del terribile momento il cui gli occhi devono essere staccati dalla pagina perché qualche incombenza impedisce di proseguire la possessione di un libro, la comunione con la storia, quella bellissima contingenza in cui la lettura aggiunge “mondi al mondo”. Non voglio scrivere troppo su questo libro, è breve (133 pagine), ma solo invitarvi ad una lettura distensiva di qualità.
Vi lascio però terminando il pensiero del titolo del mio commento che è ovviamente una citazione dal libro:
“Leggere, come pensare, è un verbo arcitransitivo, con un orizzonte di oggetti illimitato”. A voi la coniugazione!