Tra loro
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Recensione della Redazione QLibri
Io...fra loro.
Quanta delicatezza, quanto pudore, quanta "vita" c'è in questo memoriale che Ford scrive sui suoi genitori!
Partiamo dal presupposto che scrivere del proprio padre e della propria madre è sempre difficilissimo, perché chi racconta, chi scrive, non è "altro da loro", ma qualcuno che ha vissuto gran parte della vita "tra loro"...e proprio per questo motivo ha più difficoltà a guardarli da una certa distanza, come persone che si rapportano non solo con lui, ma anche con il resto del mondo, che hanno un passato che appartiene solo a loro e una vita interiore che può essere inficiata dal sentimento.
"L'incompleta conoscenza delle vite dei nostri genitori non è una condizione delle loro vite. È una condizione soltanto delle nostre".
Chi sono realmente i nostri genitori?
Chi erano e cosa pensavano prima di noi?
Quali erano i loro sogni, le loro aspirazioni?
Sono stati davvero felici?
Queste sono solo alcune delle domande a cui Ford cerca di dare una risposta, senza inventare, senza romanzare nulla, ma basandosi solo su ciò che ha visto, su quello che gli è stato raccontato, sui suoi ricordi.
E con la consapevolezza che la loro vita è stata sicuramente molto altro (e molto di più) che questo...
Ne viene fuori un ritratto lieve e struggente di un padre commesso viaggiatore, grande e grosso, troppo assente, ma che con la sua assenza è riuscito ad insegnargli che la gente viene e va e che la stabilità è un qualcosa che bisogna crearsi da soli, trovandola dentro se stessi.
Una madre piccola e volitiva che ha dedicato la vita, prima della sua nascita, al marito, seguendolo nel suo lavoro, vivendo praticamente in auto con lui, felici di questo.
Felici.
L'arrivo di un figlio, desiderato e amato, cambia tutto...ma non il loro amore.
Alla fine Ford ci vuole raccontare una storia "vera", né migliore né peggiore di altre, una storia senza eroi, piena di vuoti e densa di pieni.
Una vita filtrata dal tempo, dove tante cose sono andate perdute, tranne l'amore...e "l'amore, come sempre, è causa di bellezza".
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Un figlio
"La scrittura è un mezzo singolarmente buono per evocare i morti" (E. Trevi) .
Un libro interessante e di gradevole lettura.
Richard Ford, celebre scrittore americano, in questa breve opera di taglio autobiografico ci apre uno spiraglio sul proprio rapporto coi genitori. Quasi un paradigma di famiglia americana del 'profondo Sud', con sullo sfondo la Storia del '900.
Un testo letterario, però, con una scrittura fluente, benché non si colgano quegli spiragli di profondità che si avvertono in opere similari poniamo di M. Yourcenar o di Lalla Romano, pur senza essere tuttavia un libro superficiale oppure verboso.
Figlio di genitori tardivi, l'Io-narrante sente di essere "cresciuto pensando che dovevo essere più vecchio, e che 'ero' più vecchio. C'era stata così tanta vita importante 'prima' di me".
Un 'prima' costituito dal ventennio di vita coniugale spensierato. La nascita del figlio cambiò tutto; egli divenne il perno di una vita familiare più completa. Un periodo felice, almeno dal punto di vista del proprio vissuto.
La morte prematura del padre cambia ancora le cose, ma la vita deve pur continuare. "Potevamo voltarci indietro, e ci sarebbe parso di essere ancora abbastanza vivi, nonostante tutto".
"Quasi tutto se ne va, tranne l'amore" .
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letteratura americana
Il senso dell'assenza
Libro autobiografico di uno dei più importanti scrittori americani contemporanei, che presenta due memoriali, scritti a 30 anni di distanza l’uno dall’altro, in cui l’autore ci fa incontrare prima suo padre e poi sua madre. Ogni genitore ha due dei quattro occhi attraverso cui un figlio cerca di vedere il mondo ed ogni famiglia, vista dall’esterno, sembra molto diversa da come effettivamente è, vista dall’interno. Mi aspettavo un libro straripante di sentimenti, invece l’ho trovato molto freddo, quasi come se l’intento fosse quello di dare quasi solo una cronistoria di fatti. E’ anche vero che, forse, per apprezzare pienamente quest’autore, bisogna essere buoni conoscitori della cultura e della società americana. Certo è che mi aspettavo più calore, più emozioni. Mi è rimasto addosso il senso dell’assenza, e concordo che, raggiunta una certa età e successi determinati fatti, seppure naturali, siano le assenze a circondare e ad insinuarsi in ogni cosa.
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Si amavano. Mi amavano
“L'amore, come sempre, è causa di bellezza” (p. 131)
Richard Ford è nato nel 1944 a Jackson (Mississippi) da genitori che, per l'epoca, potevano dirsi attempati: suo padre, Parker, aveva 39 anni e sua madre, Edna, 33. Provenivano entrambi da famiglie problematiche, si erano conosciuti molto giovani e nell'arco di poco si erano felicemente sposati. Parker lavorava come rappresentante per una ditta di amido per il bucato e la moglie lo seguiva nei suoi viaggi a bordo di un'auto aziendale a due porte tra alberghi, ristoranti e locali notturni. Erano già sposati da quindici anni e pensavano di non poter avere figli quando la gravidanza li colse di sorpresa; il lieto ma inatteso evento costrinse la coppia ad acquistare una casa a Jackson ed Edna decise di non seguire più suo marito nelle lunghe trasferte.
L'infanzia di Richard è da lui stesso definita meravigliosa: Parker ed Edna accudirono sempre il loro unico figlio con amore e grande senso di responsabilità fino alla morte. Parker morì d'infarto quando Richard aveva solo sedici anni, Edna invece lo accompagnò molto più a lungo e si spense a causa di un cancro nel 1981.
“Tra loro” è un testo di carattere biografico in cui Ford, considerato uno dei più importanti scrittori americani contemporanei, con grande umiltà rende omaggio ai suoi genitori che, nella loro semplicità, sono stati per lui concreto ed impareggiabile esempio di vita e di amore coniugale.
Con pochi ma efficaci tratti l'autore delinea il carattere dei suoi genitori e rende il lettore partecipe degli aneddoti che hanno lasciato preziosi insegnamenti. Dal padre, uomo dal fisico possente e dal carattere gioviale, Richard apprende la capacità di affrontare le inevitabili difficoltà dell'esistenza, ma soprattutto impara che la stabilità è una personale, faticosa, conquista.
Edna è una donna “intuitiva, appassionata, candida, perspicace, gaia, e ogni tanto impetuosa ed estrema”, ma è soprattutto una madre premurosa e molto rispettosa delle decisioni del figlio. Edna insegna a Richard ad accettare ciò che accade nella vita con grande dignità e senso di responsabilità, avendo sempre a cuore la sua realizzazione. Anziana e ormai ammalata gravemente, Edna era solita chiedere al figlio. “Richard, sei felice? (…) Tu devi essere felice. E' così importante.” ( p. 109).
Ford riconosce alla madre il merito di avergli insegnato “la finalità della vita e il suo più autentico valore” e di averlo messo sulla strada che lo ha portato a diventare uno scrittore: “è stata lei che in un modo o nell'altro mi ha reso possibile esprimere i miei sentimenti più sinceri, con un atto paragonabile a quello che la grande letteratura compie nel suo devoto lettore.” (p. 123)
Il libro è breve e di agevole lettura: Ford ha uno stile semplice ed essenziale, molto efficace. Il tono della narrazione è pacato, soprattutto nella prima parte dove, rispetto al padre, si percepisce un maggior distacco emotivo. Più sentita e coinvolgente è invece la seconda parte, quella dedicata alla madre con la quale Ford ha avuto modo di instaurare un legame più duraturo e molto più profondo. Completa la lettura la presenza di numerose fotografie in bianco e nero inframezzate alla narrazione: si ha la sensazione di sfogliare un vecchio album di famiglia e le immagini rendono ancor più concreti i volti dei personaggi già ben descritti dall'autore.
“Tra loro” è un libro che ho molto apprezzato, mi ha dato modo di riflettere su diverse tematiche: il rapporto di coppia, il ruolo genitoriale, l'amore filiale. Ho colto da questo testo l'importanza di saper riconoscere ai nostri genitori il merito di averci consentito, nel bene o nel male, di essere ciò che siamo. “Tra loro” è l'esemplare testimonianza di una famiglia che ha saputo fare dell'amore il suo punto di forza:
“Si amavano. Mi amavano. Il resto non aveva importanza.” (p. 86)
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La splendida mamma Edna
L’ultimo romanzo di Richard Ford, totalmente autobiografico: un padre ed una madre incatenati da un amore senza eguali, una vita nomade che diventa stanziale con l’arrivo inaspettato di un figlio.
Il premio Pulitzer Richard Ford scrive le memorie dei genitori, ma parla anche di sé, anche se molto poco. Un padre amatissimo, perso quando Ford aveva sedici anni, che era un commesso viaggiatore e stava con la famiglia solo il sabato e la domenica. Prima che giungesse, inaspettato, il figlio, Edna e Parker stavano insieme sempre: lei lo aspettava nei motel mentre lui vendeva polvere di anice, era il classico self monde man che incantava con i suoi prodotti da vendere. Poi giunse, appunto, all’anice, con accanto una donna che non aveva attirato le simpatie in famiglia, un po’ perché non era tanto religiosa, un po’ perché non sapeva fare nulla in casa. Preparare da mangiare era il suo tallone d’achille, non sapeva cucinare neppure due uova, e trovava più comodo andare a fare colazione in un dinner. Era sempre in compagnia del marito, amava dormire nei motel, e svegliarsi ogni giorno in una cittadina diversa. Edna rimase incinta per caso, quando i due non si aspettavano più di avere bambini.
Nacque Richard ed Edna scoprì che abitare in una casa propria aveva un suo fascino, e vi si adattatò come meglio potè. Nel frattempo, invece, il padre subì le prime avvisaglie di un infarto quando lo scrittore aveva appena quattro anni. La vita di Parker fu un susseguirsi di paure: non che lui pensasse alla morte, ma era consapevole che non avrebbe visto il figlio al college. La seconda parte del testo è tutta riservata ad Edna, divenuta vedova.
Un libro magistrale, di grande bellezza. Bellissima la figura di Edna, che non sapeva cuocere un uovo, ed amava i motel!
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Vita di coppia ed amore figliale
Lo scrivere un memoriale sui propri genitori, molti anni dopo la loro scomparsa, declinando variabili personali e sentimentali, raccoglie la difficoltà del presente nel riesumare ricordi lontani, poche residue immagini della memoria, vecchi racconti, fotografie sbiadite ed una intera vita alle spalle con una età ( l' autore oggi ha 73 anni ) che inevitabilmente può avere alterato la percezione e la precisione degli accadimenti.
Non so se Ford sia pienamente riuscito nel proprio intento, certamente nel testo emerge con forza il senso di un grande amore, di una unione felice, vissuta sempre nel presente, una simbiosi indirizzata alla costruzione e conservazione esclusiva della propria famiglia ristretta.
Al momento del matrimonio Parker ed Edna sono estremamente giovani, forse troppo, si conoscono, si riconoscono e si amano. Ha inizio una stagione della loro vita in cui condividono ogni scelta spostandosi di continuo all' inseguimento del lavoro di lui, commesso viaggiatore.
Siamo negli gli anni venti, alla vigilia della Grande Depressione, la coppia viaggia su una vecchia Ford percorrendo gli Stati del Sud, tra Alabama e Mississipi, è felice, considera il proprio rapporto come una scontata presenza.
Da sempre hanno desiderato dei figli, ma non è successo e questo ne ha rafforzato il legame, separando il presente da passato e futuro. La nascita di Richard, anni dopo, tardiva, inaspetttata, ma ben voluta, segnerà un cambio di rotta e l' inizio del pendolarismo lavorativo di Parker, la convivenza forzata di Richard con Edna, la riunificazione famigliare solo durante i week-end, in cui si cerca di mantenere una dosata tranquillità parlando solo di presente.
Il memoriale è volutamente diviso in due parti scritte in periodi diversi. La prima ( del 2015 ) ricostruisce la figura paterna, scomparsa prematuramente nel 1960 quando Richard aveva solo sedici anni, la seconda è stata scritta dopo la morte per malattia della madre Edna ( 1981 ).
Tra le pagine si respira da subito quella assenza paterna, divenuta costante, affidandosi ad una nuova stabilità, la propria.
Parker e' un padre grande e grosso, solare, ma che non trasmette un senso di forza, e' una persona che convive con la paura di essere ingannata, trascurata ( forse per i propri trascorsi, con un padre suicida ed una severa madre irlandese ), non è moderno, sembra venire da un altro luogo e da un tempo lontano, possiede talento nell' arte di farsi amare ma non ha qualità degne di nota oltre ad una brillante personalità.
E poi quella malattia cardiaca, improvvisa, invalidante, a rendere fragili le sue certezze e, dopo pochi anni, la morte nel sonno, inaspettata, crudele, con la necessità per Richard di crescere in fretta.
La seconda parte del memoriale ha inizio nel 1960 ( dopo la morte di Parker ) e percorrerà i venti anni successivi scavando nel rapporto tra Richard e la madre con quella vita condivisa e poi volutamente separata e l' inizio di un' altra storia, segnata da invecchiamento e crescita.
Edna è una donna graziosa, piccola, con i capelli neri, pratica, temprata dalle precoci esperienze lavorative dopo essere stata tolta bruscamente dal collegio, originaria dell' America rurale più profonda, con genitori disastrati, una madre troppo giovane e un padre assente, ha una stretta somiglianza fisica con Richard, è vissuta prevalentemente in città mescolandosi con persone diverse.
Il testo risente dei due diversi periodi di scrittura, i capitoli presentano ripetizioni ed a tratti disomogeneità.
Emerge con chiarezza la difficoltà di conoscere pienamente i trascorsi genitoriali, una condizione che esula dalle loro vite e riguarda la nostra, l'essere figlio unico e tardivo è un lusso che ti spinge a fare congetture sul tempo che ha preceduto il tuo arrivo e su quella lunga vita genitoriale a te oscura.
E poi vi è un lungo arco temporale, dopo i quarant'anni, vissuto senza di loro, quando si sarebbe potuto costruire e sviluppare un rapporto diverso.
Quello che resta e che scorre tra le pagine e' un soffio di ineluttabilità ed un senso di rassegnata presenza velato di malinconia. Il titolo, quel " Tra loro " ha suscitato in me qualche interrogativo irrisolto sul ruolo e l' amore riposto in Richard, il quale ci ricorda che, da bambino, a volte dormiva nel lettone tra i genitori, dopo una loro litigata, fornendoci indirettamente una indicazione di separazione ( coniugale ) che in chiave psicologica genererebbe qualche dubbio su quella imprescindibile e simbiotica unione matrimoniale descrittaci in precedenza.
Di certo dopo la morte di Parker Edna, impreparata ad una vita senza di lui, perde gran parte dell' interesse per la vita, con una tristezza che diviene rassegnazione.
Sono questi gli anni in cui Richard, anche se fisicamente lontano, e con una vita pubblica e privata ancora in costruzione ( la propria carriera letteraria ), vive con lei momenti autentici, disinteressati, sinceri, propri dell' amore figliale, conosce il presente, acquisendo quella consapevolezza che conferma la finalità della vita ed il suo valore più autentico.
Sono gli anni in cui va a vivere da solo, in cui pone fine alla sua infanzia, entrando in una dimensione adulta spezzettata, frammentata, di visite, lettere, telegrammi, telefonate, di incontri in luoghi lontani da casa, di tentativi di vedersi, in una imperfezione che forse non basta e sicuramente non sarà mai più quella che era stata all' epoca di Parker.
Poi, un giorno, la malattia progressivamente invalidante di lei.... Ma..."la morte inizia molto prima di quando arriva e persino nel cuore della morte c'è sempre della vita che deve essere vissuta "...
Ed allora si ha mai una relazione con la propria madre? Secondo l' autore no, perché il semplice e puro amore è qualcosa di affidabile, atipico, che mette al riparo da ogni cosa. Ma è la figura di quella madre che gli ha permesso di esprimere i suoi sentimenti più sinceri e
..." con lei ho conosciuto quel momento che tutti vorremmo conoscere, il momento in cui si dice. Si. È così. Una presa di coscienza che conferma la finalità della vita ed il suo più autentico valore. Con lei ho conosciuto mille di questi momenti nello stesso istante in cui si verificavano, e anche in questo. Suppongo che li conoscerò per sempre "...