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Storia proibita di una geisha Storia proibita di una geisha

Storia proibita di una geisha

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Le confessioni della geisha più corteggiata del Giappone. Mineko è una bambina schiva e solitaria quando a cinque anni viene allontanata dalla sua famiglia: l’anziana Madame Oima, direttrice di un’okiya, una casa per geishe di Kyoto, ha infatti deciso di farne la propria erede. Comincia così per Mineko una lunga e impegnativa formazione. La ragazza s’immerge nello studio e non si concede alcuna distrazione, pur di realizzare il suo unico grande sogno: essere la migliore danzatrice del Giappone. E gli sforzi non saranno vani: Mineko Iwasaki diventa infatti la geisha più ricercata di tutto il Paese. Fino a quando, un giorno, decide di infrangere le regole austere sulle quali è fondata tutta la sua esistenza. Con eleganza, ironia e leggerezza, Mineko ci accompagna attraverso le trame e i segreti di una cultura millenaria, osando strappare il velo di pudore che avvolge un universo frainteso.



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Storia proibita di una geisha 2019-06-21 21:43:20 archeomari
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archeomari Opinione inserita da archeomari    21 Giugno, 2019
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La storia vera di una donna orgogliosamente libera

Chi avrebbe mai pensato che questo libro, letto per pura curiosità mi sarebbe poi piaciuto così tanto, al punto di andare a cercare sul web vestiti, acconciature, rituali, danze di maiko e geiko? Ho anche cercato foto di MINEKO IWASAKI, all’anagrafe Masako Tanaka, autrice di questo bellissimo documento/testimonianza di un mondo che a noi occidentali ci è giunto frainteso e lontano.
L’opera di potrebbe essere considerata più un’autobiografia che un romanzo vero e proprio. Quello è stato scritto infatti da Arthur Golden, “Memorie di una geisha”, ispirato alla storia della nostra Mineko: sappiamo che tra i due ci fu una controversia, in quanto, secondo la Iwasaki , tra gli altri travisamenti, Golden non sarebbe stato fedele allo spirito ed alla figura della vera geisha, facendola passare per una sorta di prostituta sacra o di alto borgo.
Prima di leggere questo libro, credevo anche io che la geisha fosse in realtà una prostituta connessa alla ritualità. Essendo il cervello l’organo più difficile da far funzionare, ho accettato passivamente questo come un dato di fatto, nonostante mi lasciasse parecchio perplessa. Riti per la prostituzione?
Non saprei, non regge.
E invece, leggendo ho scoperto subito che queste convinzioni erano palesemente sbagliate. Però, insieme a questo, ho appreso anche che esisteva un rituale per la prostituzione, ma non aveva nulla a che fare con le geiko. Tali attività interessavano le oiran o le tayu. Tutt’altra storia.

Innanzitutto il termine geisha significa “artista”, unisce le parole “arte” e “persona” e le migliori geishe provengono dalle scuole di Kyoto, dove il loro nome è “geiko”.
Nel testo si usa infatti il termine geiko oppure maiko, cioè l’apprendista geiko.

Lo statuto delle okiya, diciamo “le case famiglia, alloggi” delle geishe mi ha fatto pensare allo società femminili matriarcali, dove la figura femminile principale , la madre, in questo caso madre adottiva, passa il proprio cognome alle “figlie” adottate che studiano danza, suonano strumenti musicali e decide chi sarà la propria erede, la propria atotori. Nelle okiya i maschi, a meno che non siano vestitori che aiutano a indossare il complicato kimono, non sono ammessi: di loro si può fare a meno nella economia e nella gestione della casa. Addirittura, è ammesso che una geiko adulta, se innamorata e ricambiata da un uomo (anche se sposato, ma ben visto dalla famiglia adottiva) può avere al di fuori dell’okiya relazioni amorose allo scopo di avere figli -che si spera siano femmine-.
In occidente quando abbiamo avuto le società matriarcali? Ah sì, ... nel neolitico.
Diciamo che noi in Occidente siamo partiti subito bene, ma ci siamo persi per strada. È difficile ricordare società matriarcali in epoca antica, medievale neppure per idea...stop.

Ho imparato facilmente i termini giapponesi legati a questo mondo, non solo perché ricorrono spesso, ma perché l’autrice, che è stata la più grande e famosa geiko degli ultimi cento anni, li utilizza e li traduce al lettore. Alla fine del libro c’è un dizionario che aiuta a “ripassare “ il lessico appreso.

Veniamo alla storia che vi rivelo in parte, per non togliervi il gusto di leggerla.
La piccola Masako Tanaka, cioè Mineko prima dell’adozione, è una bambina particolarmente sensibile e legata al papà che le ha trasmesso i valori più importanti, tra cui la resistenza al sacrificio ed alla fatica, il rispetto e la devozione per la famiglia:

”hokori o motsu”, “sorreggiti con il tuo orgoglio”. Vivi con dignità, quali che siano le circostanze.”

Quando era particolarmente agitata o impaurita si chiudeva in un armadio e talvolta ne usciva dopo parecchio tempo. Una bambina riflessiva, solitaria, graziosa, davvero particolare. Venne subito notata da Madame Oima, la proprietaria dell’ okiya Iwasaki, la migliore casa di geiko del Giappone . Oima, dopo tante insistenze, riuscì a convincere papà Tanaka a cedergliela in adozione perché ne facesse un’artista.
A partire dai 5 anni Masako/Mineko comincia a studiare danza, ad apprendere le sofisticate arti della cerimonia del tè. Lo spirito di sacrificio pervade la sua vita sin dalla tenera età:
“Non mi era permesso azzuffarmi con gli altri bambini o correre in giro. La gente mi diceva di continuo di stare attenta a non farmi male e di evitare di rompermi qualcosa, soprattutto una gamba o una mano, perché questo avrebbe pregiudicato per sempre la mia bellezza e la mia possibilità di danzare”.

Imparerà il valore di ogni singolo kimono, una vera opera d’arte, fatta con stoffe lussuose e stampe ricercate, colori sgargianti, costosissimi, diversi per ogni occasione. La geiko è una intrattenitrice di lusso, deve mettere a proprio agio gli ospiti, tenere alto il tenore di una conversazione, saper suonare i vari strumenti musicali tipici ed esibirsi nelle sofisticate e delicate danze giapponesi.
Interessanti le pagine dedicate alla descrizione del trucco/parrucco/vestizione che sono andata opportunamente a consultare su YouTube.

Una geiko “vestita di tutto punto si avvicina molto all’ideale di bellezza femminile giapponese. Ha l’aspetto classico di una principessa Heian, come se fosse balzata fuori da una pergamena dell’XI secolo. Il suo viso è un ovale perfetto. La sua pelle è bianca e priva di difetti, i capelli neri come l’ala di un corvo. Le sopracciglia sono mezze lune, la bocca un delicato bocciolo di rosa. Il collo è lungo e sensuale, la figura gentilmente arrotondata”.

La geiko ha un tariffario esorbitante, pochi minuti di lavoro costano ai suoi clienti migliaia di dollari. Dollari, non yen. Nel libro si parla proprio di dollari. Una volta esibita in pubblico Mineko Iwasaki diventa una celebrità internazionale: incontrerà il principe Carlo, la regina Elisabetta, Aldo Gucci...lascio a voi i curiosi aneddoti su questi personaggi.
Ci sono tentativi di violenza fisica, dispetti ed invidie...c’è una storia d’amore travolgente...verrà fuori una donna forte, orgogliosa della propria libertà, una vera eroina che non vuole essere seconda a nessuno. Né nel campo professionale e né in quello sentimentale. La sua ingenuità però mi ha fatto tanta tenerezza in alcune pagine. È una storia commovente e toccante, oltre che interessante perché getta luce su dinamiche sociali e familiari a noi sconosciute. Ultima testimonianza di un mondo sempre più lontano.
È la storia vera di una donna che ha conosciuto la fama e l’amore, ma ha conservato la propria dignità ed indipendenza , il proprio orgoglio da samurai.


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Storia proibita di una geisha 2015-11-10 18:54:36 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    10 Novembre, 2015
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Dietro le quinte con MIneko

Quanta parte di noi occidentali può dirsi certa di conoscere il vero significato del termine geisha o meglio di sapere quali siano le vere attività svolte e lo stile di vita dalle ragazze che abbracciano questo mestiere?
Per quanti avessero acquisite solamente conoscenze stereotipate o maturato convinzioni mutuate sulla scia di passaparola e pensieri standardizzati, allora è senza dubbio da consigliare la lettura del diario di memorie della nipponica Mineko Iwasaki.
Mineko, classe 1949, giunse ad un elevatissimo livello di celebrità nel Giappone degli anni '60-'70, conducendo sì una vita sontuosa fatta di incontri con personaggi illustri, di costumi splendidi, ma anche di sacrifici e rinunce pesanti, di rigore e disciplina, unitamente ad una passione per le forme artistiche della danza, del canto e della recitazione.

Tra le pagine delle memorie si apre il sipario su uno stile di vita di cui solitamente poco viene tramandato, una galleria di usi e costumi lontani anni luce dal nostro modo di approcciare la vita privata e la vita sociale; ne deriva una lettura il cui contenuto trabocca per intensità, per immagini suggestive, per sentimenti veri, facendo lievitare nel pubblico una sensazione di stupore misto a incredulità.

Il grosso neo del saggio sta nella scarsezza stilistica e nel labile lavoro di traduzione, tanto da inficiarne in numerosi tratti, la pregevolezza del contenuto.
Ci sono lavori che leggiamo per assaporare il gusto di un tema ricercato, unico, raro, tuttavia alcuni editori dovrebbero spendere qualche spicciolo in più per confezionare un lavoro appetibile, il cui ricordo non sia segnato da un retrogusto amaro.

Nel complesso è una lettura che offre un viaggio variopinto in una delle dimensioni più intime della terra giapponese.

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Storia proibita di una geisha 2014-03-07 10:53:47 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    07 Marzo, 2014
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Iwasaki Mineko

"Vendiamo arte, non corpi"
Motto del Kabubai, Associazione degli Artisti di Gion Kobu.

Se molti di noi conoscono MEMORIE DI UNA GEISHA di Arthur Golden, forse non tutti sanno della vicenda giudiziaria che ne segui'. Iwasaki Mineko, la geisha che l'autore intervisto' e che ispiro' il libro, lo denuncio' infatti dopo la pubblicazione per avere violato il segreto e per avere deturpato la realta' di Gion.
Successivamente Mineko pubblico' GEISHA OF GION (molto meglio del banale titolo italiano), ossia la storia di una delle piu' famose geiko mai esistite: la sua storia.
Inevitabili due righe di paragone col romanzo del Golden, se nel suo caso si tratta di una pregevole narrativa in cui l'autore si concede spesso licenza poetica travisando la tradizione reale, il libro della Iwasaki e' decisamente piu' utile ed attendibile sul piano della conoscenza.
Intrattenimento in un contesto affascinante nel primo caso, memoir- saggistica dal tono molto tenue e rilassante nel secondo.
Certo la penna di Rande Brown non e' accostabile all'abile Golden, la scrittura si avvale di periodi molto brevi e di non particolare piacevolezza o scorrevolezza - conditi pure da inspiegabili refusi - eppure il contenuto e' di una bellezza, di un fascino e di un'utilita' inestimabile .
Per prima cosa serve a ristabilire l'equilibrio tra quella che e' la definizione di un ruolo esclusivo della tradizione giapponese, di fatto per nulla chiaro in Occidente. Le geiko e le maiko infatti ( termini classici nel dialetto di Kyoto) non erano affatto prostitute di alto bordo. Erano artiste specializzate in canto, danza, koto , shamisen e cerimonie tradizionali che fin da bambine studiavano per ottenere i risultati necessari per accedere a Gion kobu e praticare con successo la professione.
Eccoci allora affondare nell'abisso Iwasaki e respirare con polmoni esultanti questa sontuosa testimonianza, dove potremo apprendere l'itinerario, i sacrifici, le rinunce che una giovane doveva superare per diventare una vera artista del Mondo del fiore e del salice, in un affondo storico e sociale profondo di un universo tanto incompreso.
Questo libro conta circa 300 pagine, per parlarvene ne potrei scrivere almeno 500.
Uno splendido lavoro che consiglio ai curiosi o a chi semplicemente ha sempre frainteso il ruolo della geisha vera, tradizionale, classica giapponese.
Mi amputo qui e ne caldeggio la lettura per piacere ma anche per il rispetto di una figura che se  nella nostra cultura e' inconcepibile, non significa non debba essere esistita altrove. Buona lettura.

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Storia proibita di una geisha 2014-01-21 11:00:54 Chiaretta
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Opinione inserita da Chiaretta    21 Gennaio, 2014

Le vere memorie di una Geisha

Questo libro mi è rimasto nel cuore.

Io ho nettamente preferito le memorie di Mineko Iwasaki al best seller di Arthur Golden, ovvero un romanzo molto avventuroso, che stravolge i concetti, la cultura e i valori di questo antico e misterioso mondo.

Cosa c'è di segreto? Il libro stesso! Nessuna Geisha prima di Mineko ha avuto il coraggio di raccontare, contro tutte le regole del suo mondo, la sua odissea. Dal distacco dalla famiglia di origine, l'adozione, gli studi e l'apprendistato da Maiko, fino alla sua inarrestabile carriera da Geiko adulta, a cui lei stessa decide di porre presto una fine.

La tecnica narrativa, così vivida e delicata, mi ha trascinata in quegli ambienti, dove ho sentito il profumo del tè, ascoltato le pacate conversazioni in un'ozashiki, assistito al rituale di vestizione di una Maiko e ascoltato il fruscio del suo kimono sul tatami.

Ogni gesto, ogni parola, ogni pensiero è descritto da una donna che ha profondamente amato la sua vita e il suo lavoro, e che ha tanto cercato, invano, di cambiare il sistema di Gion Kobu, il quartiere di Kyoto dove vive.

Mineko dedica Una piccola parte del libro ai due uomini della sua vita, il suo grande amore Toshio, e suo marito. Di Toshio sappiamo quasi tutto: è sposato, uomo di grande cultura e tante contraddizioni che conquista Mineko dopo una triennale e paziente sfida. I due, per tutta la loro storia, rimarrano solo due amanti, ma le vite di Mineko e Toshio saranno sempre legate a doppio filo.
Al contrario, il marito Jin viene descritto con pochi ed essenziali tratti, che secondo me denotano la volontà di Mineko di proteggere la sua vita, la sua intimità.

Insomma, un bel libro, da leggere senza fretta...

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Storia proibita di una geisha 2013-05-01 07:53:22 Marghe Cri
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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    01 Mag, 2013
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Un diario intimo

Iniziamo col dire che di proibito non c'è proprio niente, almeno per la nostra mentalità e cultura.
C'è invece il racconto di una vita eccezionale non solo per la cultura occidentale, ma anche per il ristrettissimo mondo in cui si svolge.
È la storia vera, il diario intimo, di una celebre gheisha dei nostri tempi.
Dai tre anni in poi la accompagnamo dall'apprendistato all'investitura immergendoci in un mondo così estraneo per noi, da necessitare di moltissime spiegazioni, che puntualmente arrivano, così numerose da farmi sospettare che il ristretto ed antichissimo, nonché settario, mondo delle gheishe sia in qualche modo un mistero anche per gli stessi giapponesi.
È la storia di una vita ricca di gioie e sofferenze, di speranze, trionfi e sconfitte, come la vita di chiunque, ma il fatto di svolgersi in quel mondo dall'atmosfera rarefatta ed esotica le dà un gusto del tutto particolare.
Alla fine rimane il piacere di aver compreso qualcosa di una cultura antica quanto la nostra e in gran parte sconosciuta dagli occidentali. Anche se la prosa, come in molte biografie, non è proprio il massimo.

[…]
Siamo, di fatto, diplomatici che devono riuscire a comunicare con tutti. Questo non vuol dire tuttavia che possiamo essere considerate degli zerbini. Ci si aspetta da noi acume e perspicacia. Nel tempo ho imparato a esprimere i miei pensieri e le mie opinioni senza offendere nessuno.
[…]

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Storia proibita di una geisha 2012-08-11 20:16:51 AlessandraV
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AlessandraV Opinione inserita da AlessandraV    11 Agosto, 2012
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Viaggio tra seta e danze tradizionali

Apri questo libro ed immediatamente vieni catapultato in un mondo fatto di seta, danze tradizionali ed attenti movimenti di ventagli. Questa è la storia di Mineko Iwasaki, la donna che diventò una delle più famose geishe del Giappone. Fin da piccola, come nella tradizione, Mineko viene introdotta in una scuola di geishe, "un'okiya", nella quale Madame Oima (detta "zietta") la prenderà subito sotto la sua ala protettrice, trovandola una bimba graziosa ed intelligente, vede in lei la sua "atotori" (la sua erede legittima). In tutte le case di geishe, infatti, è necessario lavorare duramente. Ciascuna geisha con il proprio lavoro mantiene l'okiya e tutte le persone che vi lavorano. Mineko con pazienza e dedizione inizia il suo percorso di formazione. Ma le difficoltà per lei sono moltissime, e dovrà imparare a superare tutti gli ostacoli da sola, nonostante la sua giovane età e la sua inesperienza. Ma all'interno di Gion Kobu, il quartiere di divertimenti più famoso, Mineko apprenderà tutte le arti necessarie per diventare una vera artista, una vera geisha. La scrittrice, attraverso questo racconto autobiografico, si confida con il lettore, spiegando come e con quali sacrifici è riuscita a diventare una vera rappresentante della cultura giapponese. Si, perché una geisha è proprio questo. Non è una prostituta d'alto bordo, come erroneamente pensato dalla cultura occidentale. Una geisha è un'intrattenitrice la quale attraverso le sue danze con ventagli, sontuosi e costosissimi kimono di seta, canti e musiche delicate riesce ad allietare per qualche tempo i suoi spettatori, e con il denaro guadagnato mantiene la scuola. Ma Mineko, giunta al culmine del successo, si renderà conto che tutto questo successo aveva un prezzo. Per questo motivo prenderà delle decisioni che le apriranno le porte verso una nuova vita. Una bella storia, sotto forma di confessione. Da leggere.

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Memorie di una geisha
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