Sopravvissuto
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Un uomo. Realtà a confronto.
Nato nel 1917 a Olean da immigrati italiani, Louis Zamperini, si è distinto per tempra e forza di volontà. Dal carattere introverso ed irascibile, almeno nei suoi anni giovanili, le sue azioni erano mosse dal desiderio indiscusso di fare le cose a modo suo, contrastare una sua presa di posizione serviva semplicemente ad incentivare la stessa e il bisogno di portarla a termine. Anni di zuffe, risse, alcool, sigarette, dissoluzione e atti illeciti sono stati il suo rifugio dalla non approvazione, dalle prese in giro, perché alla fine questo semplicemente desiderava Loui, essere accettato.
Per allontanarlo dalle cattive compagnie e abitudini Pete ebbe un’idea: far interessare lo sport al fratellino, fornirgli una valvola di sfogo e di successo in cui calarsi e da cui trarre forza. E’ dunque ad egli che va il merito del successo dell’atleta. Se non fosse stato per il suo perseverare, per la sua costanza nell’allenarlo, per la sua determinazione nel voler far comprendere allo “spirito libero” che delle regole esistono, che soltanto egli è artefice del suo futuro e che dunque con le sue azioni immorali e delittuose non sarebbe giunto da alcuna parte, probabilmente Louis avrebbe avuto un percorso ben diverso da quello che poi la vita gli ha riservato.
Da quel momento per Zamperini si sono susseguiti giorni di allenamenti, gare, vittorie ed anche qualche sconfitta, fino a giungere all’ambito traguardo delle Olimpiadi di Berlino del 1936 dove è riuscito a piazzarsi ottavo – come asserisce il protagonista si sarebbe sicuramente collocato più in alto in classifica se non si fosse letteralmente abbuffato durante la trasferta, ma si sa, la povertà insegna e quando si ha fame si ha fame – e a parlare con Hitler seppur non essendo realmente consapevole di ciò che lo circondava e dei giochi di potere che al tempo si stavano dipanando e che vedevano il dittatore, ancora considerato “un pagliaccio”, al centro dello scontro bellico.
Arruolatosi in marina e poi in aviazione al ritorno dalla Germania inizia la sua partecipazione a diverse operazioni militari. Il 27 maggio 1943 la tragedia: vittima e sopravvissuto di un incidente aereo si ricoprì naufrago, condizione che restò inalterata per ben 47 giorni quando, insieme al commilitone Phill, fu ripescato e sottoposto a prigionia dai Giapponesi. Quelli che seguiranno saranno anni di torture, privazioni, soprusi, umiliazioni, anni interminabili in cui sarà prima creduto disperso e poi deceduto dalla sua terra natia. Non darsi mai per vinti è il grande insegnamento di Loui, la sua forza, la sua tenacia, il suo minuto di dolore sono esempi che tutti dovremmo tenere nel cuore pronti a trarne coraggio nei momenti di difficoltà che la vita ci pone dinanzi al cammino. Al rientro in patria la dissoluzione, la redenzione.
E’ deceduto lo scorso 2 luglio 2014 all’età di novantasette anni l’atleta olimpionico passato alla storia per i suoi trascorsi di guerra, e con quest’opera ci ha resi partecipi di quegli giorni bui che sono stati il durante e il dopo il conflitto mondiale ma anche di quelli lieti. Perché il suo racconto non è soltanto guerra ma anche sport. Con serenità ci narra i suoi traguardi, le ambizioni che si sono susseguite, gli errori commessi in gioventù e l’evoluzione della concezione della competizione sportiva, di come ieri questa fosse genuina e limitata a se stessa mentre oggi sia mutata tanto nel chi la pratica quanto nei meccanismi che ne regolano l’attuazione, dunque una generazione che sta scomparendo a confronto con quella che le sta succedendo. Le sue memorie sono fonti di ispirazione, lasciti indiscussi, testimonianze tangibili di quel che è stato. Lo stile semplice rende la lettura scorrevole e ulteriormente piacevole.