Schegge Schegge

Schegge

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Schegge è la storia di un giovane bosniaco, lo stesso autore, Ismet Prcic, fuggito dalla guerra in Bosnia e dalla sua città, Tuzla, e approdato in California Qui tenta faticosamente di conciliare la sua vita presente con il proprio passato: i ricordi della guerra: i bunker, i bombardamenti, le notti insonni, gli amori rapaci tra violenze efferate di ogni tipo, sguardi di tenerezza e la bellezza dell'arte in mezzo all'odio più cocente. Schegge è uno dei romanzi più originali apparsi sulla scena letteraria anglosassone, un romanzo di formazione che spezza il fiato per la sua bellezza, la crudezza e il coraggio.



Recensione della Redazione QLibri

 
Schegge 2015-02-09 16:20:30 pirata miope
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
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4.0
pirata miope Opinione inserita da pirata miope    09 Febbraio, 2015
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MACERIE INTERIORI

Ismet Prcic è emigrato dalla Bosnia in guerra e ora alle soglie del terzo millennio si trova nella California meridionale: ma chi è Ismet Prcic? E’qualcuno che è stato tradito proprio da se stesso, quando nel 1995 la BBC gli fa vedere da uno schermo televisivo in Inghilterra le immagini di un Paese il suo, la Jugoslavia, mentre viene soppresso dalla crudeltà della Storia. Nel momento in cui la sua città, Tuzla, la famiglia, il primo amore e il suo mondo tutto se ne sono andati in frantumi sotto le bombe e i colpi dei cetnici, lui ha voltato loro le spalle, rifiutandosi di assistere a un‘agonia irreversibile. Tuttavia andarsene non ha significato salvarsi ma semplicemente condannarsi a una condizione di esule in una terra dove persone e cose non riescono ad avere consistenza e stabilità. “Schegge” è lo sforzo forse vano di tornare indietro, di recuperare ciò che è perduto, di trasformare l’assenza in presenza: l’impresa sconfina nel delirio, nell’allucinazione, giacché il ricordo, il rimpianto di non esserci stati possono essere pagine scritta, rievocazione, diario intimo ma non vita reale. Questo processo di interiorizzazione di un evento bellico percepito sotto pelle più che vissuto rende originale la rappresentazione delle guerra: le macerie di cui si parla in “ Schegge” sono nell’intimo, sono i sensi e l’animo a essere ridotti a un cumulo di rovine, crolli di città e stragi restano sullo sfondo ridotti a pochi cenni essenziali. Ecco perché le memorie disordinate di Ismet si confondono con quelle di un suo alter ego, Mustafa, incarnazione del senso di colpa o ricordo di un soldato conosciuto per caso e mai dimenticato: Mustafa l’esperienza delle trincea l’ha vissuta, è stato costretto dai cetnici a tagliare la gola al fratello per non essere ucciso. Ismet e Mustafa siano o no la medesima persona fanno parte di un’umanità che intraprende “ viaggi epici dal nulla al nulla” nella speranza che “ ci sia qualcuno, qualcosa là fuori”, che quando sdraiati sulla schiena guardiamo il cielo quello sia il “volto di Dio”.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
A chi è interessato alla guerra che ha dilaniato la ex jugoslavia venti anni fa. E' anche un bel romanzo di formazione e descrive in modo originale il trauma degli eventi bellici.
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