Quoi L'eternité
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Una donna tra i fantasmi
"La memoria non è una raccolta di documenti depositati in buon ordine (...) ; essa vive e cambia" .
Rileggere un libro di M. Yourcenar per me costituisce sempre un piacere.
Questo è l'ultimo della celebre trilogia 'autobiografica'. E' il testo che stava ultimando quando giunse la morte alla sua porta.
Qui Marguerite è lei stessa, giovanissima, tra i protagonisti.
Orfana di madre a soli dieci giorni di vita, trova nel padre il punto di riferimento affettivo e, poi, culturale.
Cresciuta ovunque egli andasse, ricorda il castello dell'arcigna nonna. Nel parco teneva una capra bianca cui il genitore aveva dipinto d'oro le corna; "un animale per me mitologico prima di sapere cosa fosse la mitologia", racconta.
La dubbia nobiltà della sua parentela pare non toccarla affatto : "Tutto quello che riguarda le pretese nobiliari appartiene quasi sempre al mondo della fata Morgana" .
Tra i bei fantasmi che si aggirano fra queste pagine. compare più volte Janne de Reval, creatura privilegiata che la scrittrice assorbe nella propria mente, e nel cuore, presenza interiorizzata per la vita intera ; donna idealizzata come modello femminile , direi sostitutivo della figura materna.
Ricorda che "c'era in me (...) un bisogno innato non solo di istruirmi ma di migliorare, un desiderio appassionato di essere ogni giorno un po' meglio di ieri. Quelle poche parole di Janne (...) mi indicavano la strada. (...) Sarei certamente molto diversa da quella che sono se Janne a distanza non mi avesse formata" .
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libri dell'autrice
I corridoi del Labirinto si intersecano
“Quoi? L’Éternité” è l’ultimo capitolo della trilogia “Le labyrinthe du monde” e come sempre, la Yourcenar non delude. L’unico dispiacere è che l’opera è rimasta incompiuta; l’autrice ci stava ancora lavorando nel 1987, quando la sua vita è giunta al capolinea.
Rispetto agli altri due, questo capitolo mi ha ancora più affascinata perché questa volta molti dei ricordi, vengono personalmente dalla Yourcenar. I suoi pensieri, le sue memorie colpiscono di più.
“A lungo ho creduto di avere pochi ricordi d’infanzia; intendo quelli anteriori al settimo anno. Ma mi sbagliavo: penso piuttosto di non aver dato l’occasione finora, ai ricordi, di risalire fino a me. Riesaminando i miei ultimi anni al Mont-Noir, alcuni almeno ritornano a poco a poco visibili, come fanno gli oggetti di una stanza dalle persiane chiuse nella quale non ci si avventura da molto tempo.”
“Quoi? L’Éternité” affronta l’infanzia e l’adolescenza della scrittrice, senza tralasciare amori, scandali e la prima guerra mondiale.
So di essere ripetitiva, ma di questa scrittrice adoro il suo stile, così naturale e apparentemente semplice, come se fosse nata per fare la scrittrice, perché quello che scrive sembra proprio non gli sia costato fatica. Una padronanza di linguaggio eccezionale, così ricco e ricercato ma mai petulante. Diretta, chiara ed ironica, come è sua consuetudine.
Inoltre ho scoperto, leggendo questo testo, che il primo giocattolo di cui “Marguerite” abbia avuto memoria, è stata una mucca che scuotendola faceva muuh, coincidenze o meno, è stato uno dei primi regali che mi ha fatto mio padre e che tuttora conservo, so di essere sentimentale ma questo mi ha avvicinato ancora di più a questa grande autrice.
Posso solo concludere con il consigliarla, non ne rimarrete delusi.
Buona lettura!