La via del bosco La via del bosco

La via del bosco

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Quando Long Litt Woon, antropologa malese da decenni trapiantata a Oslo per amore, perde inaspettatamente il marito Eiolf, la sua esistenza si svuota di ogni significato ed è inghiottita in una bolla di apatia. Ad aprire la prospettiva su una vita nuova e piena è la partecipazione quasi accidentale a un corso di micologia per principianti: la scoperta del mondo dei funghi comincia a risvegliare in lei tutti e cinque i sensi conducendola lentamente su due sentieri paralleli, quello concreto che si snoda tra i profumi e i colori dei boschi norvegesi – ma anche del lontano Central Park – e il faticoso percorso interiore dell’elaborazione del lutto. Nel libro si alternano così la narrazione, tanto più asciutta quanto più vera, di una vicenda intima e dolorosa e il resoconto acceso, vitale, pieno di gioia dell’esplorazione di un regno naturale complesso e misterioso e dell’eccentrica comunità umana che lo abita, il popolo dei fungaioli, con le sue regole, i suoi rituali e le sue ossessioni. Con lo sguardo rigoroso dell’antropologa diventata ormai esperta micologa, Long Litt Woon ci aiuta a destreggiarci con competenza tra spugnole, steccherini e ovoli malefici e nello stesso tempo a riflettere sulle peculiarità nazionali e sui pregiudizi culturali in cui è avvolto un argomento che si vorrebbe scientifico. Ma soprattutto ci emoziona immergendoci nella profondità umana di una donna che ha saputo trasformare una passione in ancora di salvezza.



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La via del bosco 2020-01-25 16:23:29 archeomari
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archeomari Opinione inserita da archeomari    25 Gennaio, 2020
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Una cura contro il dolore della perdita

Stavolta propongo un libro veramente particolare, uno dei più amati tra quelli editi recentemente dalla casa editrice Iperborea, specializzata in letteratura nordica.
“La via del bosco” dell’antropologa di origine malese Long LITT Woon, trapiantata in Norvegia per amore, per seguire il marito Eiolf.
È un libro autobiografico che narra di come l’autrice sia riuscita a riprendersi dalla perdita anzi tempo del marito, che un bel mattino va a lavoro e, colpito da un malore improvviso e letale, non torna più a casa.

“Ci vuole tempo per concludere una vita”, la strada dell’elaborazione del lutto è lunga e faticosa e i risultati non sono sempre scontati, la disperazione è dietro l’angolo.
“Smarrimento e follia si danno il cambio a tale velocità da confondersi in una specie di poltiglia grigia. La valle dello sconforto è arida e brulla. La strada che si apriva davanti a me non conosceva pietà. C’era un punto di arrivo, in fondo? I cartelli erano oscuri. Il sole picchiava a piena forza e il mio fardello pesava come piombo. Il lutto è insostenibile”.

Eppure, ad un certo punto, arriva la salvezza, la cura: un corso di micologia e passeggiate nel bosco alla ricerca di funghi. Nel bosco il rimedio ai mali, nei percorsi nell’andata per funghi i percorsi interiori.

Il libro è curato anche nella veste grafica, come tutti quelli editi da Iperborea, ma stavolta sia nella versione digitale (che ho letto) sia in quella cartacea, sono presenti due colori diversi dei font per caratterizzare due fili narrativi intrecciati: il verde per le parti in cui l’autrice parla del lutto, della sua elaborazione, della sua vita senza il marito Eiolf e il carattere standard nero per i passaggi narrativi relativi all’esperienza nel campo della micologia. All’interno dei vari capitoli vi sono illustrazioni tipiche degli erbari, con la raffigurazione dei vari funghi, la specie e la famiglia di appartenenza.
Un libro dove il romanzo, lineare, con qualche flash back nei caratteri verde, narrato in prima persona, si intreccia con nozioni scientifiche, mai dispensate con spirito accademico, ma con squisita semplicità. Interessante, lo consiglio vivamente, scoprirete un curioso mondo, quello dei funghi, da quelli mangerecci a quelli velenosi, i modi in cui cucinarli (ma non è un ricettario), le regole sociali all’interno dei fungaioli, la loro discrezione, la loro passione che smuove anche le gambe degli anziani artritici.
Ho trovato veramente interessante la parte tossicologica, quella riservata ai veleni ed ai funghetti allucinogeni, in Norvegia (e non solo) alternative ‘salutari’ all’LDS, quella relativa alla denominazione diversa nei vari Stati ed anche e soprattutto la parte in cui si parla del potere dell’olfatto, uno dei sensi più potenti che possediamo e che andrebbe allenato.
Libro che è doveroso consigliarvi!

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