La suite di Giava La suite di Giava

La suite di Giava

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In una tarda mattinata d’estate Jan Brokken sente alla radio un magnifico pezzo per pianoforte del compositore di origini polacche Leopold Godowsky. Si intitola «I giardini di Buitenzorg» ed è contenuto nella Java suite, una suite che Godowsky scrisse dopo un viaggio in Indonesia in cui rimase stregato dagli strumenti musicali del posto. La musica è di una bellezza eccezionale, e Brokken la associa immediatamente al fruscio delle palme, un suono specifico che – scrisse sua madre in una lettera – ricorda il paziente rastrellare delle foglie degli anni indonesiani della sua famiglia. I suoi genitori, Olga e Han, si trasferirono nelle Indie olandesi nel 1935, quando Olga ha appena 23 anni. Han è teologo e viene inviato dai Paesi Bassi in una missione di studio delle correnti islamiche in Indonesia. All’inizio alternarono sei mesi a Batavia, l’attuale Giacarta, e sei settimane a Bogor, un luogo di villeggiatura e sede del governatore delle Indie, nonché di un grande orto botanico che ospita una delle più ricche collezioni al mondo di piante tropicali. Brokken non sa molto di questo periodo indonesiano, ha conosciuto sua madre solo molto tempo dopo come moglie di un pastore in un villaggio tradizionale in Olanda. Ma dopo la morte dei suoi genitori ritrova le lettere e le fotografie che Olga spediva alla sua famiglia, e in modo tenero e delicato, inizia a cercare in questi documenti la donna che, durante la sua vita, gli era sempre rimasta estranea. Chi era prima di diventare sua madre? Cosa l’ha ispirata, a cosa ha pensato?



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