La pioggia deve cadere La pioggia deve cadere

La pioggia deve cadere

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A vent’anni, Karl Ove decide di trasferirsi a Bergen per seguire i corsi di una prestigiosa accademia di scrittura. Come studente più giovane mai ammesso, è eccitato e pieno di aspirazioni. Presto però si sente defraudato delle sue illusioni giovanili. A disagio in compagnia e senza speranza con le donne, si dà al bere e alla musica rock. Poi, pian piano, le cose prendono una piega più luminosa. Si innamora, lascia perdere lo scrivere e si concentra sulla più gratificante critica letteraria, e il principio di una vita adulta prende forma. Questo, fino a quando i suoi demoni, le sbronze e l’irresistibile esca della battaglia dello scrittore lo richiamano all’ordine. Nel quinto volume del ciclo de La mia battaglia, Karl Ove Knausgård rivela la sua personale e spesso vergognosa lotta contro l’introversione, l’abuso di alcol, l’infedeltà e le ambizioni artistiche, e ci riporta tutto il dramma quotidiano dell’esistenza, in un romanzo mozzafiato in equilibrio tra il disperato desiderio di essere buono e il terribile potere della trasgressione.



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La pioggia deve cadere 2022-03-20 18:44:17 Endlesslybooks
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Endlesslybooks Opinione inserita da Endlesslybooks    20 Marzo, 2022
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La difficoltà dell'essere adulti

Siamo al penultimo libro dell’ autobiografia di Knausgard dove ricorda, in modo romanzato, alcuni degli avvenimenti più importanti della sua vita. In questo volume incontriamo un giovane adulto in procinto di lottare per prendersi il suo spazio nel mondo e per capire la sua identità. Una fase del tutto necessaria e fondamentale nella vita di ragazzi che stanno diventando grandi per affacciarsi in un mondo difficile, competitivo che non lascia spazio alle fragilità del protagonista, che, in un modo o nell’altro, rappresenta anche le nostre.

Appena ventenne Karl Ove si dirige a Bergen per iniziare la sua avventura tanto agognata in una famosa accademia di scrittura. Essere lì è un sogno che si avvera: poter imparare dai migliori, coronare il suo desiderio più essenziale… Essere il più giovane aspirante all’ interno del gruppo, collaborare e confrontarsi con famosi scrittori-insegnanti non gli basta. Il talento non è poi così tanto; gli altri sono decisamente migliori, con più idee, con più dimestichezza con la penna. Le aspirazioni e l’eccitazione iniziale svaniscono: era tutta un’ utopia. La realtà dei fatti è che viveva si sole illusioni e che la verità è un’altra: tutto è difficile e faticoso.

Il tempo passa ed egli decide di iscriversi all’università; la sua vita va avanti. La brama di diventare scrittore è sempre ben nascosta nel cassetto, ma scrivere diventa difficile, è un gioco sadico e man mano la dedizione e l’ispirazione vengono sommersi da molti strati di polvere. Perché non concentrarsi su altre cose? In fondo cosa dovrebbe fare un giovane se non vivere le sue esperienze con spensieratezza? E’ proprio quello che il protagonista fa. Insieme all’invidiato fratello Yngve, anche lui residente in città, si dà alla musica, alla batteria. Le amicizie in quel nuovo ambiente non sono troppe, Karl in parte soffre la solitudine che poi va scemando grazie a nuovi incontri. Il rapporto con l’alcool si fa a sua volta più intenso, dato che con le donne non riesce ad avere nessun tipo di successo. Non è una vita piena, ma nemmeno tra le più vuote: eppure, qualcosa rimane sospeso…

Dopo molti insuccessi arriva l’amore, quello vero, quello che dà il sogno di un futuro: un amore giovane ma stabile. Arriva però il primo tradimento e poi un altro e un altro ancora… Il senso di colpa del giovane, la rottura, una nuova relazione, il matrimonio e l’idea che sia “per sempre” per davvero. Ma la dipendenza del tradimento è dura a morire. Quali sono le ragioni? Oscure e misteriose. E’ un giovane senza bussola, solo incline ai suoi istinti. Dopo mesi, anni di bugie, arriva il conto salato da pagare. La conseguenza è un allontanamento e un viaggio lungo miglia per ritrovare la rotta…

E’ una vita disregolata la sua: tipico di un’età in cui la personalità deve consolidarsi in vista della più prossima età adulta. I dubbi sul proprio futuro, sulla propria identità e bisogni sono i disturbanti elementi del suo quotidiano. Tra una sbronza e l’altra però, arriva la consapevolezza della forza di un desiderio che non riesce a morire: la scrittura. Essere uno scrittore di qualsiasi tipo è ciò che dà un senso alla vita. La sua vena artistica e il suo blocco dello scrittore però si alimentano a vicenda. Karl Ove scoprirà però di avere un talento per quel che riguarda il recensire le opere altrui. Approfittando dell’opportunità si inserisce in un ambiente favorevole per lui e il suo possibile sblocco: il lavoro in radio apre le porte verso importanti mansioni e contatti.

Arriva anche il momento agognato per molti anni: la prima pubblicazione. Dopo anni di discontinuità ed incertezze, arriva un dono; nasce il frutto di mille sacrifici, sogni e idee nascoste. Ricomincia subito l’incubo, la produzione si ferma nuovamente, è come un circolo vizioso… Come se partorire una sola opera fosse già abbastanza… Riprende il girone infernale quando il padre muore.

La perdita del genitore è descritta più in dettaglio nel primo volume dell’autobiografia. Ne emerge di nuovo la difficoltà dell’amare un uomo crudele ma a volte capace di tratti di normalità. I sentimenti sono confusi: amore, odio, rabbia, insensibilità. Questo è probabilmente l’evento che spingerà il ragazzo a imbattersi, per la prima volta nel mondo adulto proprio perchè quando un padre muore, si smette di essere figli.

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La pioggia deve cadere 2017-07-23 06:19:25 68
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68 Opinione inserita da 68    23 Luglio, 2017
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Desiderio letterario ed indefinitezza di vita

Il lento e costante incedere della pioggia imbratta oggetti e desideri, riconsegnando alla memoria luoghi ed affetti smarriti e scivolando sulle ombre dell' oggi.
... " Tutto è bagnato ed ha in se' una pellicola di acquosità "....
Karl Ove, allontanatosi da una tumultuosa adolescenza, nel vortice della giovinezza ed ancora lontano da una acclarata maturità, vive a Bergen un lungo periodo ( 1988-2002 ) determinante per il proprio divenire ( di uomo e scrittore ). In quei 14 anni ..." sapevo così poco, volevo così tanto, non riuscivo in niente "...
" La pioggia deve cadere", quinto volume de '" La mia battaglia " si pone cronologicamente tra " Ballando al buio" ( il quarto ) ed " Un uomo innamorato" ( il secondo).
Il nostro protagonista, reduce da un anno di insegnamento nel nord del paese, a soli diciannove anni è ammesso all' accademia di Scrittura di Bergen, entrando nello sconosciuto ed enigmatico universo letterario.
Partenze e ritorni segneranno vita e speranza in una alternanza di asprezza e disperazione, figlie di un irrinunciabile desiderio di scrivere e del timore di non possederne il talento, immerso e trasfigurato da alcool, sesso, musica e letteratura.
Tratti acerbi riapriranno relazioni famigliari irrisolte, il difficile rapporto con un padre alcolista ed egocentrico, il turbolento legame affettivo con Yngve, amato ed invidiato fratello maggiore. E poi la calma saggezza materna, la trascinata relazione sentimentale con Gunvar, il dolce e doloroso ricordo dei nonni.
Al centro sempre la scrittura, soffio vitale indisponente e respiro del proprio mondo...." io volevo solo scrivere, era l' unica cosa che bramavo, qualsiasi altra cosa era priva di senso"...
Attorno un reale radiografato ed osservato puntigliosamente, rigorosamente, addentrandosi in particolari intimi e scabrosi, allargandosi ad una dimensione privata vissuta perigliosamente, facendo i conti con la propria inadeguatezza e con il desiderio di altro ( ma di che cosa esattamente? ).
Su tutto una angosciosa presenza e quell' idea, rafforzata dagli altri, di valere e di sapere ben poco. A volte ..." e' posseduto dalla sensazione di essere in grado di compiere qualsiasi cosa... ", ma è un sogno destinato a svanire abbandonandolo ad atroci dubbi sulla reale conoscenza di se'. In fondo scrive in modo così insoddisfacente e senza fantasia, ne' possiede profondità ed originalità.
Il tempo scorre indifferente, gli amici ed i conoscenti per lo più hanno una vita soddisfacente e c' è persino chi, suo malgrado, inizierà una carriera letteraria.
Lui no, assoggettato al proprio balbettante rimuginino intellettivo, rifiutato dalle case editrici, ben voluto solo come critico letterario, ma rimane ..." una parete di vetro tra lui e la letteratura "...
Ed allora la sua vita si veste di indifferenza, intrappolato nel bere ed in un vuoto esistenziale onnipresente, una forza distruttiva ed autodistruttiva che non sa controllare e che lo terrorizza.
Poi, l' amore per Tonje, forse il vero amore, il pensiero di lei così semplice e leggero, e la sofferenza di una certa felicità raggiunta perché ... " lei era lì, tutto il tempo "...., un viaggio verso la convivenza, il matrimonio, una nuova casa, una vita stabile.
Ma trattasi di vero amore? La verità è che .... " ne e' innamorato ma non ne sente la mancanza "..., e ..." quando e' solo nessuno per lui ha reale importanza ".... perché ... " continua a convivere con un terribile gelo nel cuore "....
La creatività letteraria è un desiderio sfuocato, a 26 anni rimane un semplice aspirante scrittore fallito, intrappolato in se stesso.
Poi, dal nulla, tutto comincia ad intrecciarsi ai ricordi e si colora della propria anima e della propria mente ... "cominciai a scrivere, la sensazione che provavo era fantastica, e scrivevo cose di qualità "....
D' improvviso si susseguono ore di scrittura protratta, incredibilmente fluida, creativa, un talento sancito dalla pubblicazione del primo romanzo, quando tutto pareva perduto.
Ma quanto c'è del proprio essere e sentirsi uno scrittore da sempre, quanto l' incedere degli anni ha segnato la propria maturazione letteraria, e quanto invece la stabilità affettiva è stata importante? Quale il fine ultimo, un semplice desiderio narcisistico, l' essere riconosciuto e pubblicato, o la realizzazione del proprio se' e di una necessità imprescindibile, la scrittura?
Quando successo e fama paiono acclarati, presente e futuro mostreranno di nuovo la propria fragilità nella assenza protratta ( per 4 anni) di ispirazione letteraria riportando ad una dimensione già nota ( alcool ed instabilità affettiva ).
Bergen ha in parte forgiato, tra partenze e ritorni, il Karl Ove scrittore, l' uomo è ancora da farsi, oppresso da una specie di abisso impossibile da localizzare, eppure inconfondibile.
Ed allora, di nuovo in fuga da una vita insoddisfacente, abbandonando profondi affetti traditi ( Tonje ), concentrandosi sul non pensare, il nostro si allontana, solo e silente, leggendo, diretto a Stoccolma ed abbandonando Bergen per sempre....
L' ultimo Knausgard riabbraccia temi passati ed elementi sospesi. E' un rimuginino intellettivo a volte asfissiante, inserito in una contemporaneità ricostruita meticolosamente, una osservazione oggettiva e soggettivata ed una aperta critica ( oggi ) ad un se' così fragile ed impreparato agli eventi.
In una vita dove accade di tutto e nulla sembra accadere scorre un moto narrativo perpetuo, come la pioggia che continua a cadere, talvolta stucchevole e prolisso, con ripetizioni di eventi già noti, fagocitati dall' autore-protagonista e dai suoi eccessi " deliranti " ma anche da poetica profondità descrittiva ed indubbia capacità analitica e letteraria.
E' un testo che ho preferito ai precedenti per completezza d' insieme e vivacità, che si allontana definitivamente da alcune indefinite ombre del passato, da una certa monotematicita' ( il riconoscimento e l' affermazione di se' ) onnipresente e frustrante, con una armoniosa delicatezza d' insieme ed un amalgama ben riuscito, che alterna vivacità intellettiva a momenti di ascolto.
A chi oggi, per la prima volta, volesse accostarsi a questa enciclopedica opera, consiglio la lettura di " La pioggia deve cadere ", riuscirebbe a farsi una idea dell' autore e della sua poetica addentrandosi nel suo doloroso e tormentato cammino.

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