L'origine
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Nazismo e Cattolicesimo
Questo sarà per me l'anno Bernhard. Scoperto qualche mese fa, e avendo letto qualche suo romanzo mi sto dedicando alla sua Autobiografia, che è composta da cinque libri, "L'Origine" essendo il primo. Ci tengo subito a precisare che tutti questi libri possono essere letti anche singolarmente e non necessariamente nell'ordine della pubblicazione.
Le autobiografie possono non piacere ma questa fa parte di quel genere che analizzano in maniera "verticale" vari eventi e va a descrivere in profondità gli effetti che hanno avuto su di sé e sugli altri.
L'Origine descrive un Thomas Bernhard tredicenne che viene messo in un collegio nazionalfascista a Salisburgo per continuare i suoi studi, collegio che si trasforma successivamente in un ginnasio cattolico alla fine della seconda guerra mondiale.
Questo libro rappresenta una denuncia, l'ennesima, delle mostruosità della guerra ma una denuncia anche della chiesta e del cattolicesimo che viene a sostituirsi in tutto e per tutto, al nazionalsocialismo: "All'interno del collegio non avevo potuto constatare alcun mutamento di rilievo, se non il fatto che la stanza cosiddetta di soggiorno nella quale eravamo stati educati al nazionalsocialismo era adesso diventata una cappella, e al posto del podio su cui prima della fine della guerra era salito Grunkranzper insegnarci la dottrina della Grande Germania c'era adesso un altare, e alla parete dove prima c'era il ritratto di Hitler pendeva adesso una grande croce." E le dette sostituzioni non erano soltanto esteriori ma anche interiori: stessa autorità, stesse punizioni, stessa sveglia mattutina per i riti come la comunione, stessi inni cantati ora a Gesù e non più a Hitler e stessa mancanza di umanità o pietà.
Le descrizioni della guerra sono orribili, vissute dall'autore in prima persona, sopravvissuto ai bombardamenti anglo americani su Salisburgo, questa Salisburgo che oggi sembra aver rimosso qualsiasi ricordo ma che opprime la mente di Bernhard che non riesce a dimenticare avendo pagato un prezzo troppo alto: l'annientamento di tutti i suoi sentimenti, speranze, gioie, sogni lasciando dietro solo macerie. E qui una brutale e feroce accusa contro le istituzione dello stato, il governo, la chiesa e contro le stesse persone che diventano a loro somiglianza a furia di crescere ed essere educate da loro, una educazione distorta, malata, morbosa.
Interpreto il titolo, L'Origine, sia come la sua città d'origine, ma anche e soprattutto come l'origine di tutti i suoi mali attuali, delle sue ferite interiori ed esteriori, dei suoi incubi notturni e dei suoi sogni infranti.
Bernhard ha più volte tentato il suicidio in giovane età e qui ne fa menzione e la scrittura secondo me, oltre che avere una talento incontestabile, lo ha aiutato a sfogare questa rabbia repressa aiutandolo a vivere. Una cosa simile la dice Fernando Pessoa in "Il libro dell'inquietudine", che scrivere gli è necessario per vivere, non potrebbe fare altrimenti.
Lo stile è tipico "bernhardiano" una sinfonia musicale con temi orlati di leitmotiv e variazioni però più morbido rispetto ad altri suoi romanzi dove si lancia in veri e propri virtuosismi; qui invece lo stile è più delicato e lo rende scorrevole e meno impegnativo dei suoi soliti.
Vi lascio con un suo avviso molto importante e sempre attuale da tenere a mente, il nazismo può sempre ritornare:
"Quando si parla del piccolo-borghese come di un essere inoffensivo, si compie in realtà una deduzione errata, grossolana e superficiale, e tale da provocare sovente lo stravolgimento del mondo e la sua distruzione, e questo ormai dovremmo saperlo. Eppure questa gente, in quanto popolazione, dall'esperienza non ha imparato nulla, anzi al contrario. Qui dalla sera alla mattina il nazionalsocialismo potrebbe tornare a manifestarsi e a prevalere subentrando al cattolicesimo (...). Tuttavia, se qualcuno esprime questo pensiero (...) così come se esprime altri pensieri, parimenti pericolosi e presenti nell'aria, costui è dichiarato pazzo, proprio come è sempre dichiarato pazzo chiunque esprima ciò che pensa e ciò che sente."