L'eliminazione L'eliminazione

L'eliminazione

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La presentazione e le recensioni di L'eliminazione, opera di Rithy Panh con Christophe Bataille edita da Feltrinelli. Due uomini a confronto. Rithy Panh, regista scampato al genocidio dei Khmer rossi, e il boia Duch, pezzo grosso del regime di Pol Pot, capo del centro di tortura e sterminio S21. Partendo dal suo lavoro di documentarista impegnato a cercare la verità e conservare la memoria, Rithy Panh racconta questo incontro allo scrittore Christophe Bataille, coautore del libro. Figlio di un funzionario del ministero dell’Educazione del vecchio regime, dunque “popolo nuovo” (da rieducare e perseguitare) secondo la sinistra denominazione della Kampuchea democratica, Rithy Panh ha vissuto la deportazione, la malattia, gli stenti. Nel giro di pochi mesi ha visto morire di fame suo padre, i suoi nipotini, e poi, man mano, tutta la sua famiglia, sterminata silenziosamente insieme a milioni di altri cambogiani. Il racconto della sua infanzia, della sua preadolescenza, è la materia di questo libro straordinario e prezioso per il valore di testimonianza, che lo pone al livello delle opere di Primo Levi e Claude Lanzmann, e per lo stile, ormai riconosciuto anche grazie ai premi ricevuti come cineasta a Cannes. Stile asciutto ed emozionante, rigoroso come il suo manifesto poetico: “Grazie al cinema, la verità salta fuori: il montaggio sconfigge la menzogna”. Menzogna sempre in agguato fra negazionismi, complicità (è notizia di questi giorni la morte di Ieng Sary, in attesa di giudizio, quindi impunito), errori e imbarazzi dell’Occidente. L’eliminazione è dunque un libro di storia, è un libro di formazione, è un libro di indagine sull’uomo torturatore e sull’uomo sopravvissuto, ed è anche un libro di “avventura”. L’avventura di un ragazzino che ce la fa e che racconta, dolorosamente ma senza risparmiarsi: è nostro dovere ascoltarlo e imparare.



Recensione della Redazione QLibri

 
L'eliminazione 2014-02-10 09:05:03 C.U.B.
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    10 Febbraio, 2014
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L'arsenico non e' dissetante

Geograficamente piu' portati ad approfondire i crimini contro l'umanita' avvenuti a casa nostra, capita  di ignorare letture che riguardino pestilenze piu' lontane. 
Succede a me, che in linea di massima quando penso alla Cambogia evoco le bellezze di Angkor Wat.
Superficiale, limitata. La storia recente di quel paese ci dice molto altro, ci urla che ogni centimetro di questa benedetta crosta terrestre ha i suoi sacrosanti orrori. Ricordiamoli. Ricordiamoli tutti.

Tra il 1975 ed il 1979 in Cambogia scomparirono un milione e settecentomila persone, quasi un terzo della popolazione. Vittime del genocidio dei Kmehr rossi : esecuzioni, fame, malattie, torture, deportazione. 
Non Rithy Pahn. Lui tredicenne fu deportato, affamato, malato. La sua famiglia, i nipoti, tutti persero la vita ma lui riusci' a sopravvivere a quattro anni di orrore, a rifugiarsi in Thailandia prima ed in Francia poi. 
Non Duch. L'insegnante di matematica, il capo dell'S21,il centro di Polizia e tortura e sterminio.
"Annotazione a inchiostro rosso nel registro dell'S21 , accanto ai nomi di tre ragazzini : ridurli in polvere. Firmato Duch."

Il libro e' una sorta di lungo cortometraggio, un montaggio di immagini provenienti da piu' prospettive per condurci ad una proiezione globale. 
Memoria : Rithy ricorda il  bambino che fu, la fame, le ferite imputridite, la morte, le esecuzioni. La mamma. Il papa'. Un uomo giustiziato dopo avere raccolto una lumaca per la sua bambina affamata. Individualista, la lumaca appartiene alla collettivita', eliminato.
Testimonianze : Pahn contatta torturatori e torturati, raccoglie fotografie, cerca i registri. 
Attualita': Rithy Pahn intervista Duch il persecutore, l'eliminatore, la mente di uno degli strumenti aberranti che servirono a imporre un'ideologia dispotica mirante alla disumanizzazione, di fatto. All'annullamento della singolarita' dell'individuo. Alla rieducazione degli intellettuali e di chiunque non accettasse il nuovo principio di societa'.
Lo stile e' asciutto, a tratti ripetitivo, non tra i miei prediletti. Eppure non manca di incisivita', esso non punta tanto sul sentimentalismo quanto sull'ideologia e sulla ricerca della spiegazione, e' un libro molto celebrale, perche' il fanatismo di Pol Pot ebbe un meccanismo complesso. Semplice ma complesso, che ingoio' il popolo in un sistema tempestivo che confuse, che lo plasmo' privandolo delle capacita' fisiche e mentali di anche solo pensare alla liberta'.

Di facile lettura, di difficile sintonizzazione ideologica, agghiacciante a livelli orwelliani, solo non e' un romanzo.
Da affrontare perche' il silenzio ed il negazionismo non vincano, e la memoria sia una lapide per quelle anime senza tomba date in pasto alla terra di fosse comuni lontane. 
L'umanita' in fondo non ha confine geografico.

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