Kyra Kyralina
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Le persone buone
Kyra kyralina è un romanzo che mi ha colpito molto. E’ meno perfetto nello stile di altri ma intenso e autentico come se nascesse non dal cervello ma dalla vita e dalla sofferenza dell’autore. La storia anche se molto drammatica è scritta in modo vivace e colorato, la tristezza la si intravede in alcuni punti e proprio per questo raggiunge il cuore. Stavros, il protagonista, è un ragazzino molto legato a madre e sorella. E’ ricco, bellissimo e viziato, quindi incapace di cavarsela da solo nel mondo e di immaginarne i pericoli. Lasciati soli dopo l’allontanamento della madre, i due fratelli vengono inghiottiti dal mondo come pesciolini dalla balena finendo in pasto a diverse persone e facendo pochi incontri buoni. Per tutto il romanzo il ragazzo cerca la sorella e insegue la libertà. Ovunque trova persone che cercano di mettergli una catena al collo con poche eccezioni. Per Stavros le persone buone sono oltre a Kyra e alla madre, la moglie e l’amico Barba Yani. Per quanto le persone buone siano poche nella sua vita rispetto a quelle che lo hanno avvicinato per derubarlo di cibo, corpo, anima gli incontri con loro hanno lasciato il segno più profondo.
“Io seppi, dal giorno in cui il destino mi mandò un Barba Yani, venditore di salep e anima divina, seppi che deve considerarsi felice l’uomo che nella sua vita ha avuto la fortuna di incontrare un Barba Yani. Io non ne ho incontrato che uno solo, ma mi è bastato per sopportare la vita e spesso benedirla e cantarne le lodi. Poiché la bontà di uno solo è più potente della malvagità di mille, dato che il male muore insieme a colui che l’ha provocato mentre il bene continua a risplendere anche dopo la scomparsa del giusto. Come il sole disperde le nubvi e riconduce la gioia sulla terra, Barba Yani illuminò il male che rodeva l’animo mio e riempì il mio cuore di salvezza.”