Io e Mabel Io e Mabel

Io e Mabel

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L’improvvisa morte del padre getta Helen Macdonald in una cupa depressione. Ma un sogno ricorrente le fa scattare una sorta di epifania: per uscire dal gorgo addestrerà un astore, un grosso e feroce rapace. La prima apparizione della bestia dallo scatolone che la trasporta, illuminata da uno squarcio di sole, ha la qualità del miracolo spaventoso, del monstrum medievale. Macdonald si dedica esclusivamente all’astore, in un isolamento ossessivo. Il racconto dell’addestramento, dell’osservazione del comportamento della giovane Mabel (così chiama infatti il rapace), della paura, della fascinazione e della strana tenerezza che prova per l’animale sono resi in una lingua che, di volta in volta, si trasforma e si adatta: l’asciuttezza degli episodi più emotivi, la bellissima precisione terminologica dell’argot della falconeria, la tenerezza del ricordo.



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Io e Mabel 2016-02-22 11:51:42 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    22 Febbraio, 2016
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Falchi, falconieri e disgraziati

 
Helen Macdonald fu una bambina con una fissazione molto insolita  : la falconeria.
Attratta dal mondo dei rapaci e dall’antica tradizione inglese di caccia alla selvaggina, si perse in complicati  volumi  che studio’ con passione. Un libro in particolare segno’ la   sua infanzia, “ The Goshawk” di T.S.White , dove si narrava del duro e controverso addestramento del povero astore Gos.
L’amore per i falchi continuo’ il suo percorso negli anni con sempre maggiore consapevolezza, ma Helen oggi e’ una donna confusa, straziata dalla morte improvvisa dell’amato padre.
Persa in una crisi depressiva profonda, un contratto scaduto di docente a Cambridge, decide di fuggire dalla realta’ accostandosi a un mondo parallelo, quello appunto dei rapaci.
Inizia qui l’autobiografia  della scrittrice, con la decisione di acquistare un astore e lavorare al suo addestramento. Lungo e faticoso il percorso dove la donna si isolera’ dal mondo sociale per concentrarsi su Mabel, in un rapporto viscerale di amore e fascinazione verso una specie addestrabile ma non addomesticabile.

Penna scorrevole e nitida quella della Macdonald per un argomento decisamente insolito, il memoir accosta il percorso di Helen e Mabel a quello,di decenni precedente , di White e del suo astore Gos. Il contrasto e’ tanto netto quanto doloroso nel divario abissale  tra la falconiere preparata e sensibile al suo rapace ed il collega incapace ed emotivamente instabile.

In bilancio considero i bei paesaggi rurali descritti con passo armonico e minuzioso, la fastidiosa esperienza  di White da cui e’ impossibile divincolarsi lettura scorrendo, il contesto  inizialmente curioso che poi tende ad appiattarsi e per finile la vena prettamente British dell’autrice che non ho ritenuto  in grado di animare la storia sotto l’aspetto emozionale.
Diverso, tecnicamente ben scritto, intrigante  verso  chi anela all’argomento,  non ci siamo incrociate nei campi empatici. Pazienza, peccato.

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