I pugni nella testa I pugni nella testa

I pugni nella testa

Letteratura straniera

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Dopo il divorzio dei genitori, Andre e i suoi fratelli crescono in un'ex cittadina industriale del Massachusetts piena di droga e violenza con la madre costretta a lavori precari e malpagati per mantenere la famiglia. Per proteggere sé stesso e quelli che ama, Andre deve imparare a difendersi e a usare i pugni e, dopo un lungo e faticoso allenamento costruito tutto sulla propria volontà, diventa così bravo che alla fine è uno di quelli che ti può stendere con un cazzotto e mandare diritto in ospedale. Intanto il padre, scrittore noto, insegna al college, frequenta giovani studentesse e porta fuori la domenica i figli per il pranzo. Il conflitto tra il mondo proletario delle periferie fatto di droga, alcol e pestaggi, e le ambizioni di studenti ben nutriti e coltivati sono rappresentate nel difficile rapporto tra padre e figlio.



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I pugni nella testa 2013-10-04 13:12:57 ArizonaM
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ArizonaM Opinione inserita da ArizonaM    04 Ottobre, 2013
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Le infinite sfumature della vita.

E' uno dei pochi romanzi autobiografici che ho letto finora ma devo dire che è senz'altro ben riuscito. La narrazione non è molto equilibrata, allo stesso modo anche lo svolgersi delle vicende lungo l'asse temporale. In una sola pagina si può passare da avvenimenti della lontana infanzia dell'autore a fatti accaduti durante la sua adolescenza. Sarà perché scrivere sulla propria vita non è come scrivere su quella di un personaggio inventato dal nulla, non esistono regole ben precise e i ricordi o le emozioni di tali ricordi prendono il sopravvento. Parlo di uno squilibrio perché è molto dettagliata la narrazione sull'infanzia e i primi anni dell'adolescenza dell'autore e assai meno dettagliata invece la sua vita da adulto. Un'infanzia e un'adolescenza segnate dalla povertà,dallo spostarsi continuo da una casa all'altra, dai lavori faticosi e precari della madre e l'assenza di un padre che pesa. Pesa soprattutto il suo abbandono. Cinque figli che devono crescere sostanzialmente da soli, forzatamente lasciati liberi per sperimentare ogni aspetto del mondo che li circonda. Dalle droghe,al bullismo,ai furti. La paura di vedere farsi del male alla propria famiglia spinge il protagonista a scegliere una strada altrettanto dura,quella dei pugni .L'equazione sembra facile: restituire tutti i pugni ricevuti. Ma la violenza non si genera mai da sola,non è contenta se non si estende fino all'ultima cellula della mente ed ecco che Andre appare in molti momenti come un supereroe moderno. Non tollera la minima violenza nei confronti delle persone più deboli e scene di ingiusta violenza lo portano ai limiti del raziocinio. I suoi istinti rischiano di trasformarlo in una bestia ma la sua indole,seppur con fatica, riesce a portarlo in salvo. Il protagonista finalmente capisce quello che ha sempre voluto fare : scrivere. E' al mondo dei grandi autori e dei grandi filosofi che appartiene. Non mancano i dubbi e le incertezze di un giovane combattuto tra cosa è giusto fare e cosa si desidera fare ma le porte della letteratura gli si sono ormai spalancate e non può più tornare indietro. Figura dominante nella prima parte dell'autobiografia è la madre. Sono tanti gli episodi infatti in cui si parla dei suoi sacrifici per crescere da sola cinque figli. Questa madre giovane,forte e bella ,e come in tanti non si sarebbero aspettato,acculturata; costretta ai lavori più duri per non fare mancare niente alla sua famiglia indifesa ed esposta ai rischi della periferia di Massachusetts. La seconda parte invece,quella che corrisponde all'ultima fase dell'adolescenza dell'autore e in seguito al resto della sua vita vede come protagonista assoluto il padre. Andre Dubus II , il docente universitario nonché scrittore di successo che sembra così lontano dalla vita reale. Simbolicamente il padre vive al di là del fiume Merrimack,questo confine che divide in due la città : l'alta borghesia,la sua vita senza problemi economici e i college costosi da una parte e la criminalità,lo spaccio di droga e la povertà dall'altra. Dov'è questo padre quando i suoi figli hanno bisogno di mangiare un pasto in più dopo le lunghe giornate passate tra spacciatori e bulli? Dov'è quando i suoi figli fanno i primi passi verso la vita adulta e hanno bisogno di una figura che li possa guidare? Sono queste le domande che si pone anche il protagonista lungo tutta la sua vita,domande per le quali mai avrà il coraggio di porre a quel padre sì distante,sì un eterno Peter Pan ma pur sempre disposto a lasciarsi coinvolgere nella vita dei propri figli. Sarà solo quando padre e figlio trascorreranno più tempo insieme che quest'ultimo capirà meglio il carattere tutt'altro che convenzionale del padre ed è solo allora che la rabbia per non esserci mai stato viene meno. Non verrà mai meno però il dolore che il suo abbandono ha causato in tutti loro. Una cicatrice che porteranno per sempre.
Una vita ricca di esperienze,sempre alla ricerca di quella sicurezza che non c'è mai stata.
Alcuni punti sono molto salienti, addirittura intriganti. Alcune pagine ti fanno pensare che questo è decisamente un lavoro ben fatto. Altre invece ti portano ai limiti della pazienza:che fatica ricordare tutti quei nomi e tutti quei dettagli! Ma in fondo, è il racconto di una vita e la vita di per sé è fatta di estremi.

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