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Greenlights

Letteratura straniera

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Sono in questa vita da cinquant’anni, ne scruto l’enigma da quarantadue, e da trentacinque tengo un diario pieno di idee su come risolverlo. Appunti su successi e fallimenti, gioie e dolori, cose che mi hanno stupito o che mi hanno fatto ridere di cuore. Appunti su come essere sereno. Come stressarmi di meno. Come godermela. Come fare meno male agli altri. Come fare meno male a me stesso. Come diventare un brav’uomo. Come dare un significato alla mia vita. Come essere più io. Solo di recente ho trovato il coraggio di riprendere in mano i miei diari: vi ho trovato storie del mio passato, lezioni apprese e dimenticate, poesie, preghiere, rimedi, convinzioni, alcune fotografie molto belle e un mucchio di adesividaparaurti (nel libro vi spiego cosa intendo). Ho trovato anche un filo conduttore, un approccio alla vita che mi ha dato soddisfazione allora e che funziona anche oggi: se sai come, e quando, affrontare le sfide, puoi sperimentare quello stato glorioso che io chiamo “greenlight”, semaforo verde. Così ho preso un biglietto di sola andata per il deserto, ed è nato questo libro: un album, una testimonianza, una storia della mia vita finora. Qui sono racchiusi cinquant’anni di cose che ho sperimentato, sognato, inseguito, dato e ricevuto; alcune valide, altre vergognose. Le volte in cui l’ho fatta franca, quelle in cui mi hanno beccato, e quelle in cui mi sono bagnato ballando sotto la pioggia.



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Greenlights 2021-12-08 08:26:16 Todaoda
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Todaoda Opinione inserita da Todaoda    08 Dicembre, 2021
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Genuinità ad ogni costo

Il libro ideale da leggere nel momento del bisogno. Poi sta ad ognuno capire quale sia quel momento e quale quel bisogno. E anche se forse scade un po' nella seconda parte, quando (diciamo) quel bell'ometto dell'autore incomincia a fare i suoi primi milioncini (e il suo raccontare si fa via via più "self-centered" e banale), la filosofia e l'approccio nei confronti della vita che si leggono in questa autobiografia fuori dalle righe sono a dir poco rinfrescanti.
È un messaggio quello di McConaughey di individualismo puro: non conta se fai del bene o del male, ma che tu sia onesto con te stesso, che ti senta in pace col tuo io; se t’accordi con quel che sei il bene sorgerà (ed emanerà) da solo.
Un messaggio coraggioso e forse addirittura originale considerato il pietismo e l’altruismo tanto social quanto ipocrita di oggigiorno, e poco conta che questo coraggio si fondi in realtà su un idealismo vagamente ingenuo (quando McConaughey racconta che sente il bisogno di andare a nuotare nudo nel Rio delle Amazzoni il paragone con “l’Alex Super Tramp” di Into the Wild sorge spontaneo) poiché l’uomo, l'attore, il sex-symbol, ha un carisma prepotente e la sua storia, con onestà ed insperata agilità, scivola inframezzata di riflessioni, appunti, disegnini e originali scarabocchi, che rendono il tutto estremamente accattivante.
Leggi ma non leggi insomma: è Lui che ti parla direttamente, senti la sua voce, il suo accento strascicato da Long Horn, e ti dice le cose senza peli sulla lingua. Esatto è come se Lui fosse li davanti a te, un amico di lunga data che ti conosce bene, ma non uno di quegli amici che son sempre pronti a consolarti, piuttosto uno di quelli che per il tuo bene ti sbatte in faccia la realtà delle cose che non vuoi vedere e ti mostra le opzioni a tua disposizione con limpida lucidità. "We all step in shit from time to time (...) is inevitable, so let’s either see it as good luck, or figure out how to do it less often." (.cit)
Tutti noi pestiamo una merda di tanto in tanto, è inevitabile, quindi o lo vediamo come un segno di buona fortuna oppure troviamo un modo perché ci accada meno spesso... più chiaro di così.
Credo che questa sia la perfetta sintesi del McConaughey pensiero, la silver lining di Greenlights e in buona sostanza della nostra vita.
Un' autobiografia che trova un significato e un risvolto positivo non solo alla vita del soggetto narrante/narrato ma anche a quella del lettore non può che essere un' opera di trascendentale importanza. Certo magari agli intellettualoidi più puntigliosi non si rivelerà particolarmente profonda, magari neppure particolarmente acuta, (alla Sua filosofia perennemente scissa tra green light e red light, ovvero bene e male, verrebbe da anteporgli la celebre frase di un altro saggio da grande schermo quale Obi Wan Kenobi “solo un sith vive di assoluti, Anak….” Ehm scusate McConaughey) ma poco conta quanto dicano quegli arcigni permalosoni invidiosi, qui siamo al cospetto di un’ opera dall’anima semplice e genuina, tanto quanto sembra essere quella dell’autore stesso.
Leggi ma non leggi: in realtà quello che fai è assimilare buon umore.
Ad essere sinceri non mi aveva mai fatto impazzire il lavoro di Matt, specie le stereotipate interpretazioni giovanili; dopo aver conosciuto attraverso il testo il suo Essere e il Suo stile comprendo in ultimo perché abbia tutto questo seguito.
Un ottimo libro, in sostanza, come è difficile trovarne sugli scaffali di un supermercato, un libro da rileggere di tanto in tanto, più volte nel corso della vita, magari quando sempre di tanto in tanto si pestano quelle inevitabili m....

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