Fuga da Bisanzio Fuga da Bisanzio

Fuga da Bisanzio

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Una parte di Fuga da Bisanzio si compone di pezzi memorialistici, centrati su Leningrado. Sono testi di straordinaria intensità e sobrietà: l’evocazione di una città che è una categoria dello spirito, intrecciata al racconto di una giovinezza in Russia, negli anni del dopoguerra, segnato da una straziata precisione. E insieme il memorabile ritratto dei genitori, che sembrano condensare nelle loro figure la muta sofferenza della Russia in questo secolo. Il Brodskij poeta ci parla poi in due omaggi a Mandel’štam e a Auden, che sono quanto di più illuminante sia stato scritto su questi due autori. Infine, nella lunga prosa che dà il titolo al volume, ed è una fuga anche in senso musicale, Brodskij si lancia in una febbrile riflessione sulla storia della civiltà, che tocca l’imperatore Costantino e l’Islam, la storia della Russia e la natura del tempo – per indicare, quasi a caso, solo alcuni dei numerosissimi temi che si sovrappongono in questo saggio. Poeta metafisico, Brodskij ci offre in queste pagine un esempio di prosa metafisica, dove una sorpresa e una percezione imprevista ci attendono a ogni frase.



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Fuga da Bisanzio 2022-04-25 13:10:45 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    25 Aprile, 2022
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Una lezione di stile

"Sono nato (...) a Leningrado (...), per quanto mi ripugni questo nome dato alla città" .

Un libro molto bello e di grande interesse.
Intanto un omaggio a San Pietroburgo, assai diversa dalle altre città russe, fulcro di letteratura.
Poi un commosso ricordo del celebre poeta Mandel'stam e della consorte Nadezda, la quale "affidò alla memoria quello che non poteva essere affidato alla carta (...) imparando a memoria i versi del marito" ; ci tramandò così la loro intensità poetica. E Anna Achmatova e Marina Cvetaeva, insigni scrittrici.

Il bellissimo pezzo che chiude la raccolta "Fuga da Bisanzio" è dedicato alle figure dei genitori. Un testo scritto in America dopo la loro morte. E' una pregnante testimonianza della durezza del regime sovietico che emerge con semplicità dai teneri ricordi della famiglia.
"Nessun Paese è arrivato al virtuosismo della Russia nell'arte di distruggere le anime dei suoi sudditi" .

Di particolare profondità le osservazioni sul ruolo del poeta, soprattutto in situazioni di regime, ma estendibili anche a società libere come le nostre, dove il rischio 'totalitario' viene insinuato dalle mode e dagli stili di vita che giungono dai 'media' .
"Un poeta si mette nei guai non tanto per le sue idee politiche quanto per la sua superiorità linguistica e, implicitamente, psicologica" ; "la poesia russa (...) ha dato un esempio di purezza e fermezza morale che si è riflesso (...) nella conservazione delle forme cosiddette classiche" .
"Se mai un poeta ha un obbligo verso la società, è quello di scrivere bene. Essendo in minoranza, non ha altra scelta" ; "i versi di un poeta hanno il dono di esulare dal contesto per assumere un significato universale".

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