Esti Esti

Esti

Letteratura straniera

Classificazione

Editore

Casa editrice

Un'autobiografia suddivisa in settantasette racconti. Il protagonista si chiama Esti. E cosi che i compagni di università chiamavano Esterhazy. Esti come il personaggio inventato dal grande scrittore ungherese Dezso Kosztolanyi. Ed Esti è molte persone. E il rampollo di una stirpe di antico lignaggio, dunque vissuto in tante epoche, morto e risuscitato tante volte. Esti è il personaggio qui e ora, ma e anche tutti gli altri che l'hanno preceduto e che seguiranno. Esti è l'insieme di frammenti di una famiglia che lui conosce già diseredata, stretta nella morsa del socialismo, e che impara che il concetto di libertà è sempre relativo. E uno sguattero che grazie a un gusto sopraffino diventa una celebrità. E il figlio ribelle, che non ne vuole sapere di seguire una professione sicura. Esti è un ragazzo, e poi una ragazza, un'avvenente adolescente. Una cameriera eletta Miss Kentucky, che per contratto deve mangiare quantità impressionanti di hamburger. Esti forse è stato scambiato in culla, perché troppo diverso dal resto della sua famiglia. Esti un'estate su una spiaggia italiana: i quattro figli che vogliono giocare a palla con il padre paralizzato. Esti è l'amico che teme di avere un tumore...



Recensione della Redazione QLibri

 
Esti 2017-07-27 14:30:36 Elena72
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
2.0
Elena72 Opinione inserita da Elena72    27 Luglio, 2017
Top 500 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

un linguaggio creativo che ambisce alla conoscenza

“Nessuno scrive quello che è ma ciò che vorrebbe essere.” (p.13)

Ad un anno dalla morte di Péter Esterházy (Budapest, 14/04/1950 - Budapest, 14/07/2016), scrittore e matematico, discendente da una delle più nobili e antiche famiglie ungheresi, Feltrinelli pubblica “Esti”, uscito per la prima volta in Ungheria nel 2010 e ora tradotto anche in italiano da Giorgio Pressburger.
Péter Esterházy è uno degli scrittori ungheresi più conosciuti all'estero e le sue opere sono state pubblicate in più di 20 lingue; ha vinto premi in Francia, Austria, Germania, Slovenia e Norvegia. Nel suo paese, tra i numerosi riconoscimenti conferitigli, si segnala nel 1996 il prestigioso Premio Kossuth mentre in Italia, nel 2013, gli è stato assegnato il Premio Mondello Autore straniero.

“Esti” è un omaggio a Kornél Esti, un famoso eroe ungherese frutto dell'ingegno di Dezso Kosztolányi, è il soprannome dell'autore quando frequentava l'università, ma è soprattutto una biografia sui generis: 77 storie in cui l'autore si diverte a stravolgere i canoni della scrittura tradizionale passando in continuazione dalla prima alla terza persona, diventando di volta in volta soggetto e oggetto della narrazione. Così se Esti, all’inizio, si rivela il rampollo di una famiglia ungherese di origini nobiliari, esattamente come l’autore del libro, subito dopo ammette di contenere in sé le esperienze vissute da chi l’ha preceduto. Esti può trasformarsi indifferentemente da uomo a donna, può essere la cameriera eletta La Bella del Kentucky, costretta per contratto a mangiare quantità inverosimili di hamburger, ma può anche assumere le sembianze di un cane; Esti può perfino diventare un oggetto inanimato: ad un certo punto è trasformato in un dipinto. Stretto tra le quattro pareti della sua cornice, Esti si sente come Gregor Samsa: vittima di una misteriosa metamorfosi, non può che rimanere in attesa di essere stracciato dal suo artefice.
Esti dialoga con personaggi storici, reali o immaginari: in un capitolo Esti racconta di essere stato amico di Pierre Menard (fantomatico scrittore francese protagonista di un racconto del 1944 di Jorge Luis Borges) autore di un “Don Quijote” perfettamente speculare a quello di Miguel de Cervantes.

“Esti” è un romanzo alla ricerca di una identità frammentata, poliedrica ed incoerente; il testo è un intreccio labirintico, altalenante tra passato e presente, totalmente fuori dagli schemi tradizionali. La narrazione non segue alcun ordine, è frastagliata e composta di aneddoti e citazioni. Solo alcuni episodi (presenti soprattutto nella seconda parte) sembrano rispettare i canoni di una classica biografia: in un capitolo l'autore riporta ricordi di quando era bambino, l'acquisto della sua prima bicicletta e la delusione che ne seguì per l'inaspettato ed incomprensibile furto. Da questo episodio si evince l'ambiguo rapporto tra il protagonista e suo padre, relazione caratterizzata da affetto, ma anche da profonde incomprensioni e da valori ed interessi diversi.

Ancora più complesso dell'intreccio è il linguaggio: considerato "uno dei più interessanti e originali scrittori del nostro tempo" da Mario Vargas Llosa, Péter Esterházy ha sempre fatto dello sperimentalismo formale e della ricerca stilistica la cifra della sua scrittura. Esterhazy è un fuoco d'artificio di neologismi, latinismi, termini tratti da diverse lingue straniere, citazioni colte di ordine filosofico, storico, musicale, frammenti letterari che, per poter essere compresi, richiedono al lettore una cultura non indifferente. Il suo stile è quanto di più vario si possa trovare, passa con estrema nonchalance da termini colti a termini triviali, in una commistione tra stile alto e basso, tono drammatico e tono ironico.

La lettura di questo romanzo è stata per me un'esperienza alquanto faticosa e non molto appagante; come ho già detto, il testo manca di una struttura tradizionale, lo stile è sperimentale, il linguaggio molto ardito. Nel modo di scrivere di Péter Esterházy si percepisce uno spirito innovativo e ribelle che solo in parte sono riuscita ad apprezzare, ma è indubbiamente un mio limite.

“Il linguaggio della letteratura non è quello dei dialoghi tra persone intelligenti. Questo linguaggio non mira alla comprensione, ma alla creazione. La creazione è un affare oscuro, nebuloso, fare qualcosa dal nulla non va da sé. Ma vogliamo sperare che sia profondamente umano. (…)
Il linguaggio della letteratura non ambisce alla comprensione, ma alla conoscenza.” (p.338)

Indicazioni utili

Lettura consigliata
  • no
Consigliato a chi ha letto...
consigliato a chi cerca un'opera molto innovativa, sperimentale
Trovi utile questa opinione? 
110
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Recensione Utenti

Nessuna opinione inserita ancora. Scrivi tu la prima!

Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Assegna un voto allo stile di questa opera
Contenuto*  
Assegna un voto al contenuto
Piacevolezza*  
Esprimi un giudizio finale: quale è il tuo grado di soddisfazione al termine della lettura?
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Identità sconosciuta
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Incastrati
Valutazione Utenti
 
3.8 (1)
Tatà
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Intermezzo
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il mio assassino
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.4 (2)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.1 (3)
La prova della mia innocenza
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Triste tigre
Il mio sottomarino giallo
Psicopompo
Un'estate
Le schegge
Perdersi
Dipendenza
Gioventù
Infanzia
Nuoto libero
Il ragazzo
Gli anni
Le inseparabili
Abbandono
Chiamate la levatrice
Un pollastro a Hollywood