Abbandono
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Verità da riscrivere
“ L’ abbandono “ è un romanzo in parte storico e documentaristico, prevalentemente autobiografico, una saga famigliare che vuole dare un volto all’ ombra che per tutta la vita ha inseguito Katherine, la protagonista, alias Elisabeth Asbrink.
Il testo restituisce un concetto di solitudine che non è malattia ma un sintomo che attraversa un secolo di storia e le vite di Rita, Sally e Katherine, nonna, madre e figlia, accomunate da un unico sentimento condiviso.
L’ autrice ricerca un significato nel proprio destino negato da storia, religione, migrazioni, guerre, persecuzioni, stermini, necessità, paura, sopravvivenza, un desiderio di verità che attraversa tempo e luoghi.
K. si trasformerà in una guerriera della vita, risalirà la corrente per non tollerare la dimenticanza, l’ accettazione di una menzogna, lo stato di oblio che attraversa i propri giorni.
Un viaggio con origini lontane, all’ inizio del’900, quando nonna Rita si innamorò di Vidal, un ebreo spagnolo sefardita, un apolide trapiantato dalla Spagna alla Grecia fino all’ Inghilterra.
A volte Rita pensava che sarebbe stato meglio non averlo mai incontrato, tra loro una menzogna che li avrebbe uniti e separati per anni, ( per evidenti motivi religiosi e di tradizioni famigliari da preservare ), un figlia, Sally, ignara dell’ esistenza del padre che sarebbe diventata un’ insegnante di inglese trapiantata in Svezia.
Un giorno all’ interno della loro famiglia la parola ebreo sarebbe stata invisa, impronunciabile, per Sally sinonimo di abbandono, le proprie origini tedesche negate per preservare il mimetismo della sopravvivenza, cambiando cognome e religione ( abbracciando il cristianesimo).
K. è nata nel 1965, i suoi genitori si incontrarono al consolato britannico di Goeteborg e si innamorarono, due vissuti di paura, di minaccia, due diverse strategie di sopravvivenza, l’abbandono come comune denominatore, quel sentimento pronto ad esplodere che scorre puro nelle vene della loro unica figlia.
K. rimarrà sola con Sally, una mamma amabile e brillante che nasconde una solitudine che sa di pianto, le sorelle altrove con il padre, il mondo sparito, solo lei è rimasta, davanti alla finestra della sua stanza a pensare a come sarebbe bello avere delle persone che le appartengono, un gregge, il suo gregge.
Ha solo undici anni ma è già una centenaria, continua a immagazzinare parole proibite, le rastrella dall’ ambiente circostante, quelle parole che non si possono pronunciare davanti alla mamma-nuvola.
Chi non vuole ricordare finisce con il perdere se stesso e allora non rimane che la menzogna, da sempre in famiglia ci sono due parole negate, ebreo e padre, la parola ebreo conserva un’ oscurità, un filo spinato costeggiato da guardie armate, una vergogna da nascondere e una minaccia incombente, ma c’è anche un desiderio di conoscenza, doveroso, irrinunciabile, è allora che la propria cristianita’ andrà in frantumi.
Un giorno K. si recherà a Salonicco in cerca dei segni del passato, rivedrà Rita a Londra e nonno Vidal nella sua Spagna, dove tutto ebbe inizio nel 1492 quando gli ebrei sefarditi furono cacciati per sempre dalla loro patria.
Lei, guerriera dei ricordi perduti, camminerà per le strade di Salonicco nel viaggio della memoria, attraverserà i cocci di una storia ovattata e dimenticata, calpesterà, come tanti, quelle lapidi bianche estratte da un cimitero violato e distrutto che sono state usate per ricostruire le bellezze artistiche della città.
In lei risuona una voce lontana … “ niente è più intatto di un cuore spezzato “…, un cuore aperto a tutto, che lascia entrare tutto.
..” E l’ imperdonabile? Anche l’ imperdonabile. Il cuore spezzato è grande. Può fare posto a un dirupo di perdono mai concesso, a un massiccio montuoso di no. Si espande attraverso il dolore. Come l’ universo. Come il mio cuore. E il mio cuore batte. Perché io sono K., sono Katherine, sono la Guerriera. Io non perdono “...
Un libro acuto e pensante, romanzato nella prima parte e con precise ricostruzioni storiche nella seconda, che si addentra nel cuore di un sentimento antisemita che ha origini lontane protratte nella modernità in una storia che si ricopre di omissioni e di menzogne.
Origine e identità, collegamento silente di una quotidianità sparsa un giorno destinata ad esplodere e, come sottolinea l’ autrice…
….” Un’ esplosione è collegata all’ altra, tutte portano a me, e io sono nata pronta a fuggire. Per questo scrivo “…