Winesburg, Ohio
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L'ispirazione di tanti grandi autori
Sherwood Anderson e questa raccolta in particolare, sono considerati come l'inizio della letteratura americana moderna. E' infatti molto forbita la schiera di autori americani che si sperticano in complimenti e dicano di aver tratto grande ispirazione da questo autore, perlopiù sconosciuto dalle nostre parti. Qualcuno dei lettori di QLibri sarà a conoscenza della mia avversione per le marchette, ma forse quello di Sherwood Anderson è un caso particolare: non si tratta infatti di un best-seller ma di un romanzo fondamentalmente di nicchia, che non ha alte pretese di vendita né tantomeno deve essere spinto in qualche modo. Oltre ciò, se proprio non vogliamo scomodare gli autori le cui citazioni sono inserite in quarta di copertina (che comunque sono autori del calibro di Bukowski e in particolare Faulkner), posso dirvi che sono arrivato alla lettura per mezzo di un altro autore statunitense che in quest'edizione non è nemmeno citato: Ray Bradbury. Diciamo che, dunque, si può avere maggiore fiducia su quello che è l'effettivo apprezzamento da parte di alcuni grandi della letteratura nei confronti di Anderson. Quello che probabilmente ha ispirato di più questi autori è il modo in cui Anderson, in "Winesburg, Ohio", è stato in grado di raccontare un paese per mezzo dei suoi abitanti, dipingendo un ristretto contesto americano nelle sue peculiarità e facendone emergere i tipi umani caratteristici. Per chi conosce la letteratura statunitense, si renderà conto di quanto è peculiare questo modus operandi e di quanto quindi questa letteratura debba ad Anderson, a prescindere dalla bellezza dell'opera in sé. "Winesburg, Ohio" infatti cela gran parte del suo valore proprio in questo suo essere un apripista, al suo essere un modello per romanzi successivi che si riveleranno dei veri e propri capolavori: pensando a Bradbury stesso, non si può fare a meno di pensare che il suo "L'estate incantata" si ispiri fortemente alla struttura di quest'opera, scegliendo di dipingere la sua Green Town proprio come Anderson dipinge la sua Winesburg. C'è da dire, però, che il risultato prodotto da Bradbury raggiunge delle vette di poesia che Anderson non può lontanamente sognare, ma forse senza il suo lavoro non avremmo un tale capolavoro così come diversi altri (come ad esempio L'Antologia di Spoon River, che molti accostano a questo romanzo sebbene si tratti di un'opera poetica).
Quelli raccolti in "Winesburg, Ohio" possono essere considerati tanti piccoli racconti strettamente correlati tra loro, legati da un filo rappresentato dalla città di Winesburg e da alcuni suoi personaggi, in particolare il giovane cronista George Willard. George è il centro intorno al quale ruotano molte delle vite della cittadina, forse perché rappresenta quella necessità di evolversi e adattarsi al cambiamento ormai penetrata nello spirito di un luogo ancora ancorato a un passato ormai obsoleto. Non sarà un caso, infatti, che molti dei personaggi si decidano ad abbandonare le proprie radici e vedranno nell'allontanamento dalla patria un modo per trovare davvero sé stessi, per evolversi. Lo stesso George Willard, nonostante l'amore che prova per una giovane ragazza, sarà in grado di rinunciare a quest'impeto, a questa volontà di crescere e trovare un proprio posto nel mondo; un mondo che ha ormai esteso i propri confini oltre Winesburg, simbolo dei limiti e delle convenzioni di una società che ormai ha fatto il suo tempo, dalle quali i personaggi di questo affresco cercano disperatamente di fuggire, spesso senza riuscirci.
Nonostante non sia un capolavoro di bellezza, "Winesburg, Ohio" è comunque una lettura apprezzabile sia per l'influenza che ha avuto, sia per degli slanci di bellezza sparsi qua e là. Considerata la piacevolezza e la facilità di lettura, può valere la pena di dargli un'occasione.
“La mente del giovane era trascinata via dalla sua crescente passione per i sogni. A guardarlo non aveva l'aria molto in gamba. Mentre il ricordo di quelle piccole cose gli occupava la mente, chiuse gli occhi e si appoggiò allo schienale. Rimase a lungo cosí e quando si mosse, e tornò a guardare dal finestrino, il paese di Winesburg era scomparso, e tutta la sua vita in quel luogo era diventata nient' altro che uno sfondo per dipingervi sopra i sogni della sua gioventù.”