Narrativa straniera Racconti Una donna spezzata
 

Una donna spezzata Una donna spezzata

Una donna spezzata

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Monique ha sempre creduto nel suo matrimonio. Soprattutto, ha sempre creduto nel suo ruolo di moglie: muoversi sicura per casa, gestire la vita familiare, provvedere agli altri con la certezza di essere necessaria. Ma è bastata una frase di Maurice: "C'è una donna". E se Monique è tradita dal marito, la madre di Philippe lo è dal figlio, che al progressismo materno preferisce lo spirito pratico e conservatore della moglie. Murielle, invece, non ha né mariti né figli con cui scontrarsi: due matrimoni finiti male e il suicidio della figlia la condannano a una solitudine che la rende cruda e volgare, astiosa verso il mondo e verso un Dio che forse non c'è. Tre racconti, tre donne, tre crisi.



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Una donna spezzata 2023-06-09 20:22:54 siti
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siti Opinione inserita da siti    09 Giugno, 2023
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Una e trina

1967
Raccolta di tre racconti. Il primo, il più corposo, si nutre della forma diaristica e dà il titolo alla raccolta, il secondo, dal titolo “L’età della discrezione” , è con la sua pacatezza finale, un ottimo anello di raccordo con il terzo, “Monologo” che chiude in maniera circolare la raccolta tornando al primigenio dolore, intenso e lacerante, già rappresentato nel primo. Non solo il dolore funge da trait d’union, trovando la sua massima forma espressiva nell’abitare la lacerazione intima di tre donne, in realtà unica e iconica ma sfaccettata e declinata in triplice forma, perché ad esso si accompagna il profondo senso di fallimento incarnato dalle tre protagoniste. La prima è il prototipo della donna borghese, moglie di un professionista, casalinga e tradita, alla scoperta del tradimento accetta la spartizione del marito con l’amante, lacerandosi e scoprendo a sua volta la propria incompiutezza. Lascia basiti per una lontananza culturale con il rampante senso di superiorità che pare investire oggi, in modo altrettanto pericoloso, la categoria “donna”. Quanto mi stanno strette tali categorie! La seconda è una madre che preferisce rompere i ponti con il figlio adulto, colpevole di un tradimento ideologico di matrice anticomunista, intollerabile, fino a quando, allontanatasi anche dal marito, riceve proprio da lui la forza per accettare in fondo la propria senilità, come condizione biologica ma soprattutto mentale. La terza donna infine affida a un monologo isterico, disperato e malato il suo tormento per la morte suicida della figlia.

Lettura tutto sommato gradevole, nonostante l’opera risenta del clima culturale che l’ ha generata e del substrato culturale dell’autrice.

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Doris Lessing
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Una donna spezzata 2021-08-30 12:59:24 Molly Bloom
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Molly Bloom Opinione inserita da Molly Bloom    30 Agosto, 2021
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Critica alla donna borghese

Primo incontro con l'autrice ed è stato un fortunato incontro! La conoscevo per fama, come compagna di Sartre e donna indipendente, femminista nei suoi scritti. Il libro l'ho pescato nella libreria di un albergo nelle appena passate vacanze estive e magari l'ambiente rilassante in cui mi trovavo e la tranquillità di spirito mi hanno permesso di apprezzare meglio il testo. 

Si tratta di una raccolta di racconti, tre per l'esattezza, scritti in prima persona da un personaggio femminile tormentato e in tre stili diversi. Il primo, che prende il nome della raccolta è scritto sotto forma di diario, visto come una modalità per sfogare la rabbia e auto-analizzarsi. La protagonista, in apparenza una mamma e una moglie impeccabile, viene lasciata dal marito. Dovrà fare i conti con i propri errori, con l'adagiarsi nel ruolo di moglie senza mai coltivare del tempo per se stessa o per l'amore coniugale, dandolo per scontato. La protagonista, in piena crisi esistenziale, attraverso  le sue quotidiane annotazioni, si dimostra essere una moglie abbastanza egoista, con poca attenzione verso il marito, capricciosa, una mamma super protettiva e che in questo momento tormenta le sue figlie ormai grandi con i propri problemi coniugali, una moglie che ha assunto pienamente questo ruolo senza lasciare altro spazio alla propria vita in quanto donna e abbandonando qualsiasi idea di sviluppo professionale. Il risultato è trovarsi per l'appunto spiazzata, morta in un mondo di vivi, e la rinascita sembra ancora lontana ma si intravvede. Ci sono delle mirabili pagine poetiche sulla solitudine e sul dolore.

Il secondo racconto, scritto in modo classico, ha come protagonista sempre una moglie e una mamma, che viene delusa da suo figlio e a catena anche da suo marito. L'ho meno apprezzato non perché non sia scritto altrettanto bene ma perché la protagonista è insopportabile a mio avviso. Una donna viziata e despotica che pretende che il suo figlio trentenne, ormai sposato, continui a vivere secondo le idee della madre e con la prima occasione in cui lui vuole intraprendere un percorso diverso seppur rispettabile, la madre non lo vuole più vedere, condannandolo con asprezza. Odioso questo racconto!

Infine, l'ultimo, un breve e intenso flusso di coscienza di una donna sola, arrabbiata col mondo, e che sente addosso tutta la pesantezza della sua situazione, una ottima conclusione della raccolta colmando con un intenso carico emotivo. Se nel primo racconto la prosa è forbita e l'introspezione ha la priorità, qui il linguaggio diventa a tratti volgare perché tutto il discorso è istintivo, scritto di getto, una rabbia scaricata senza sconti contro il mondo intero.

In tutti i tre i casi si intravvede un luccichio in fondo al tunnel, ma la strada per arrivarci è ancora lunga. Ho trovato questo libro molto critico nei confronti della donna borghese attaccata al suo status di moglie e di madre, dimenticando quello di donna e dimenticando di coltivare la propria individualità. Di conseguenza, quando crolla il proprio castello perché magari il matrimonio va a rotoli o i figli seguono la propria strada, non rimangono che macerie e non si ha altro rifugio. Libro assolutamente consigliato, non vedo l'ora di leggere altro della scrittrice.

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Una donna spezzata 2020-07-22 09:12:35 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    22 Luglio, 2020
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La mia solitudine di fronte a lui

Simone de Beauvoir è conosciuta come una delle maggiori esponenti del femminismo, il suo libro più famoso è sicuramente “Il secondo sesso”, qui invece si presenza con tre racconti, uno più forte dell'altro.

Gli argomenti scelti dall'autrice sono ben mirati e colpiscono sicuramente l'animo femminile. Abbiamo una moglie, una madre e una donna.

Il primo racconto, che dà il titolo anche al libro, è “Una donna spezzata”, l'ho letto in un periodo di tranquillità psicologica e ne sono comunque rimasta davvero turbata. Monique è una moglie che ha dedicato la sua intera vita al marito e alle figlie; un giorno scopre che il marito ha un'amante:

“Ma che cosa significa la parola “esigere” dopo tutta una vita di amore, di comprensione assoluta? Non ho mai chiesto niente per me che lui non volesse anche per sé.”

Monique è in una fase particolare della sua vita e per questo inizia a scrivere un diario e proprio sotto questa forma che ci arriva il racconto; conosciamo solo la sua “campana”, ma le emozioni che suscita e il dolore che sente la protagonista contagiano anche il lettore. Come dicevo, questo racconto segna e fa molto riflettere e credo proprio che fosse questo l'obiettivo dell'autrice.

Il secondo racconto tocca un altro argomento delicato, il rapporto fra madre e figlio e soprattutto quando quest'ultimo cresciuto sempre seguendo le idee della madre decide un giorno di cambiare rotta. Noi viviamo tutte le emozione che la madre prova e anche se meno toccante del primo, anche questo racconto fa davvero tanto riflettere.

Infine, l'ultimo è un monologo, una donna abbandonata decide di ripercorrere la sua vita fino a quel momento, non sarà facile leggere questo brano, la Beauvoir scrive di getto evitando la punteggiatura, troviamo i punti ma il resto della punteggiatura è davvero minino. Cosa può ridurre in tale stato una donna? Il suo sarà un monologo di vendetta.

Questo libro mi ha veramente colpita e mi ha fatto riflettere, anche a distanza di mesi il turbamento, in particolare per il primo racconto, ancora rimane. Diretto e spietato è lo stile che ci accompagna. Una lettura che consiglio ma che sconsiglio a chi è già un po' crisi, la Beauvoir potrebbe darvi il colpo di grazia!

“Il telefono non ravvicina, anzi, conferma le distanze. Non si è in due come in una conversazione, poiché non ci si vede. E non si è nemmeno soli come davanti a un foglio di carta che permette, mentre si parla all'altro, di parlare a se stessi, di cercare di trovare la verità.”

Buona lettura!

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Una donna spezzata 2016-02-06 15:16:42 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    06 Febbraio, 2016
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Uomo-dipendenza

Simone ci propone 3 racconti, tre diversi casi di uomo-dipendenza affettivo-socio-economica: nel primo, il più bello, una donna viene tradita dal marito e accetta di condividerlo con l'amante che piano piano la spiazza. Nel secondo racconto viene analizzato il legame morboso madre-figlio, morboso da parte di lei soprattutto. Infine l'ultimo racconto è interessante anche dal punto di vista stilistico. Parla di una donna cui è morta la figlia suicida, sola, in quanto i diversi legami che ha avuto sono tutti alle spalle. Il suo problema è il vuoto, la solitudine, spazio nel quale si fanno avanti incubi e rimorsi.In quest' ultimo racconto c'è una destrutturazione della frase, manca parte della punteggiatura, il linguaggio è sguaiato, un flusso di pensiero farneticante e ossessivo, ai limiti della follia. Le scelte stilistiche vogliono rendere più evidente proprio la smarginatura della donna, il fatto che sia arrivata al limite, alla famosa frontiera tra malattia e salute mentale. Così il linguaggio e l'uso del flusso di pensieri connessi dalla memoria e non da una riflessione della donna che non ne è capace, rendono il suo stato esaltato e quasi maniacale ma la si intuisce in bilico, prossima al baratro della depressione . Molto interessante. In più punti la dipendenza economica dagli ex mariti è tirata fuori.
Il secondo racconto è bruttino, invece il primo mi ha sorpreso perchè Simone, donna dura a quanto si legge dalla sua biografia, descrive alla perfezione i pensieri della moglie che sta per essere lasciata dal marito, l'amore della sua vita, i suoi dubbi, i suoi pensieri ossessivi e inconcludenti. Anche il marito per quanto egoista e bugiardo, è raccontato in modo credibile e il suo atteggiamento e i suoi pensieri sono comprensibili per il lettore. Non è un mostro ma una persona come tante, con una sua sensibilità per quanto fatichi a tenere conto dei sentimenti della moglie. La donna nemmeno in questo racconto lavora e l'indipendenza economica è considerata fondamentale dall'autrice per la libertà del pensiero e per l'affrancamento dalle dipendenze psicologiche. Simone è una donna di grande sensibilità e intelligenza. La sua vita mi stupisce ancora di più dopo la lettura dei tre racconti. Non riesco a far combaciare l'immagine della scrittrice e la sua vita. Forse ha voluto dimostrare come sarebbe stata la sua vita se non avesse preso in mano il timone in tempo facendo le sue scelte di libertà. Il fatto che la donna del primo racconto non si prenda l'amante è fatto notare al lettore come un passo falso della donna, un grave errore.

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Una donna spezzata 2013-01-18 20:11:06 antares8710
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antares8710 Opinione inserita da antares8710    18 Gennaio, 2013
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Pietra miliare del femminismo

Si tratta di uno dei più importanti libri del femminismo occidentale, che è riuscito a mettere la figura della donna al centro del panorama culturale dell'epoca (il romanzo è uscito nel 1967), ancora fortemente maschilista. Ma il motivo del successo di questo romanzo-saggio va ricercato, secondo me, nell'approccio originale con cui si affronta il tema del femminismo, che non viene inteso in termini rabbiosi, di rivendicazione nei confronti dell'uomo, ma in termini culturali, sociali e filosofici. Questa è stata la grande abilità di Simone De Beauvoir.

A mio avviso il titolo del romanzo è molto eloquente. Il testo racchiude tre racconti brevi incentrati sulle vite di tre donne diverse, ma il titolo parla di UNA donna. Perchè? La ragione risiede nel fatto che le tre protagoniste dei racconti (una casalinga, una studiosa appassionata di politica ed una madre) vedono, a poco a poco, il loro mondo andare in frantumi: le eroine di questo romanzo assistono quasi impotenti alla disintegrazione del loro universo fatto di certezze, abitudini e amori. Ma è proprio grazie alla perdita del loro mondo e grazie alla disperazione più cieca nella quale si trovano, che le donne devono trovare la loro autonomia, la loro indipendenza dall'uomo e il controllo sulla loro vita. Solo così si renderanno conto di essere padrone di se stesse e di far affidamento sulle loro forze e sulla loro volontà.

Il primo episodio racconta di una donna sposata che scopre i tradimenti del marito, il quale medita di lasciarla definitivamente per l'amante. Qui la donna andrà incontro ad una spirale di depressione e solitudine che la porterà a dubitare di tutto: dell'amore verso le figlie, dell'affidabilità delle amiche e delle certezze nelle quali aveva confidato.
Il secondo racconto invece è incentrato su una coppia di scienziati di sinistra, impegnati in politica, che devono affrontare la decisione del figlio di sposare una donna che alla madre non piace affatto.
Il terzo invece è un lungo e torrenziale monologo di una madre disperata per il suicidio della figlia.

Lo stile è piacevole, i paragrafi non troppo lunghi e i periodi non troppo contorti. La De Beauvoir teneva molto alla piacevolezza della sue opere e si vede...

Lettura più che consigliata per capire bene il fenomeno del femminismo e l'epoca nella quale si sviluppò maggiormente.

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"Memorie di una ragazza perbene" della stessa autrice
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Una donna spezzata 2012-01-23 18:33:47 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    23 Gennaio, 2012
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La necessità dell’ indipendenza

Tre episodi, tre storie diverse, tre donne accomunate dal senso di delusione e di sconfitta per aver dedicato un’ intera vita ad amare qualcuno da cui sono poi state tradite, deluse, abbandonate. Nel primo Monique affida le sue confessioni e le sue frustrazioni ad un diario in cui racconta come è venuta a sapere dei tradimenti del marito, come ha cercato di affrontare la situazione e come infine si è dichiarata sconfitta. Nel secondo una madre racconta come suo figlio Philippe, che lei e il marito hanno allevato inculcandogli i loro ideali, dopo aver dimostrato di aderire alle idee dei genitori decide di prendere strade che lo allontanano dalla loro filosofia di vita. Per lei questo voltafaccia sarà un tremendo colpo, un tradimento che non riuscirà a perdonare a quello che prima era il suo cocco. Nell’ ultimo Murielle sfoga in un monologo la rabbia, l’ insoddisfazione, la tristezza per una vita difficile in cui ha visto fallire due matrimoni, ha subito la morte per suicidio della figlia e le relative accuse di colpevolezza e si vede ora costretta a vivere in totale solitudine anche in un giorno che dovrebbe essere di festa. Attraverso queste diverse situazioni l’ autrice traccia un’ immagine ben definita della situazione della donna negli anni ’60 che per certi versi può risultare ancora attuale e lancia un monito che può andar bene per entrambi i sessi: va bene amare, va bene fare affidamento su chi ci sta vicino ma non bisogna mai rendersi troppo dipendenti dagli altri. Lo stile varia a seconda degli episodi ma è sempre la protagonista a raccontare in prima persona, bella e scorrevole la prosa, interessante l’ argomento, da sottolineare la bravura di Simone De Beauvoir nell’ evitare atmosfere da telenovela o da romanzo rosa nonostante i temi trattati.

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