Sonno profondo
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Il sonno avanza come una marea a cui è impossibile
“Sonno profondo”, “Viaggiatori nella notte” e “Un’esperienza”. Sono questi i titoli di cui si compone la raccolta. La notte è il filo conduttore della narrazione. Notti in cui le protagoniste si ritrovano a fare i conti con loro stesse, con il dolore di un lutto, il terrore della solitudine e la ricerca di una nuova speranza.
Ogni racconto è pervaso da un elemento sovrannaturale, dalla capacità delle protagoniste di stabilire un contatto con chi si trova in bilico tra la vita e la morte o coloro che hanno già oltrepassato i confini dell’esistenza. La scrittura della Yoshimoto è semplice, ma nella sua semplicità si ritrovano le emozioni del quotidiano, le coinvolgenti emozioni che avvolgono la vita. In poche descrizioni e dialoghi essenziali, tratteggia in maniera perfetta i problemi e le difficoltà della vita quotidiana in cui ognuno di noi può facilmente riconoscersi.
Il primo è, a mio parere, il più intenso. Nell’affrontare la tematica della morte di un’amica e del tormentato rapporto d’amore tra la giovane Terako e un uomo sposato, Banana Yoshimoto coglie l’essenza dell’animo umano, di quell’impercettibile sensazione d’impotenza e fragilità che pervade la nostra vita quando tutto sembra avvolto da una spirale d’infelicità. L’inspiegabile apatia che costringe la protagonista ad arrendersi al sonno nei momenti più impensabili, diventa metafora della sottile malinconia (o forse, si potrebbe definire depressione) che grava sulla sua esistenza. Diventa il luogo dove la coscienza dimentica il dolore, annulla ogni tristezza, dove la mente e il cuore si trovano in uno stato di pace totale. Una pace che diventa inquietante nel momento stesso in cui diventa rappresentazione dell’incapacità di reagire di fronte agli ostacoli, di trovare un obiettivo che possa far ritrovare l’energia e la voglia di costruire il futuro. Un'immobilità che potrà essere spezzata solamente con la presa di coscienza che non tutto è perduto.
Nel secondo racconto, Shibami e Marie brancolano nell’oscurità e nel silenzio di notti innevate, affrontando la perdita dell’amato fratello e fidanzato segreto. Nel freddo abbraccio di quell’inverno giapponese, ricordano, piangono, soffrono fino a trovare consolazione nell’affetto reciproco.
Per finire, “Un’esperienza”, il meno interessante e coinvolgente dei tre, racconta l’incontro magico e surreale, in una notte di tempesta, tra una giovane donna e una sua vecchia amica scomparsa da tempo.
Comunque, a fine lettura, la sensazione che lascia il libro della Yoshimoto è quella di avere ancora una speranza davanti a sé, anche quando tutto sembra cristallizzarsi in un tempo sospeso.