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Scheletri

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Dagli abissi del terrore alle fantasie più raccapriccianti, Scheletri, è una raccolta di racconti nata da una delle menti più fertili della narrativa contemporanea.



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Scheletri 2023-10-30 14:30:42 La Lettrice Raffinata
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La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    30 Ottobre, 2023
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Paura: ventidue variazioni sul tema

Terza antologia pubblicata dal caro Stephen, "Scheletri" è composta da ben 22 storie che spaziano su un ampio range di generi, ambientazioni e toni. Come per le precedenti raccolte dell'autore, ho pensato di scrivere dei commenti specifici ed assegnare delle valutazioni individuali per ogni narrazione; il voto dato al volume nel suo insieme è invece il risultato della media, arrotondato per eccesso. Ed il merito va tutto a "L'arte di sopravvivere", con ogni probabilità!


"La nebbia" - tre stelline e mezza
L'unica novella all'interno della raccolta (tanto da essere disponibile anche come volume singolo) si ambienta nei pressi di Long Lake, nel Maine. Protagonista e voce narrante è l'illustratore David "Dave" Drayton, che si trova a vivere una specie di odissea con il figlioletto Billy "Big Bill" quando una strana nebbia popolata da creature lovecraftiane cala sulla città. Una lettura inquietante nei momenti di calma e terrificante quando i mostri attaccano i personaggi, che si basa su una premessa narrativa decisamente accattivante. Purtroppo il tono non mi ha convinto per nulla: sarà colpa del POV scelto o dello straniamento che colpisce i personaggi, ma comunque sia questi cambi repentini incidono sulla credibilità della storia. Non mi è piaciuta affatto neanche l'introduzione di una sottotrama "romance" del tutto evitabile e la scelta di dare tanto rilievo ad elementi e caratteri poi eliminati o dimenticati senza troppi pensieri.

"Tigri!" - due stelline
Raccontino ambientato in una scuola elementare in cui il piccolo Charles vive nel terrore della signorina Bird, un'insegnante particolarmente interessata al lessico utilizzato dai suoi alunni, anche per frasi comuni come la richiesta di andare al bagno. Una storia che con tutta la buona volontà non sono proprio riuscita a capire: fino ad un certo punto potrebbe sembrare una sorta di metafora delle paure del protagonista, ma poi tutto diventa fin troppo bizzarro. La brevità del testo ed il finale inconcludente non aiutano a farsi un'idea più chiara.

"La scimmia" - quattro stelline e mezza
La storia che ha ispirato la copertina originale della raccolta è incentrata su un giocattolo per bambini, in particolare una scimmia a molla; questo oggetto perseguita fin dall'infanzia Hal Shelbrun, causando la morte di una persona o di un animale a lui cari ogni volta che batte i piatti. Tornato dopo anni nella casa della sua infanzia, l'uomo si ritrova davanti l'odiato giocattolo e deve fare il possibile per evitare che la sua famiglia venga presa di mira. Una premessa che ho trovato davvero intrigante e ben sviluppata, mostrando come la tensione causata dalla presenza della scimmia rendesse anche Hal violento e irascibile; molto interessante anche l'intreccio dell'azione nel presente con i piccoli flashback che raccontano gli attacchi precedenti del giocattolo. L'unica pecca è rappresentata dai momenti horror che non sono davvero tali: mi aspettavo più tensione, specialmente nel finale.

"Caino scatenato" - quattro stelline
Un altro racconto decisamente bizzarro collegato al mondo della scuola, che però in questo caso mi ha convinto. Siamo nel campus di un college e gli studenti stanno sgomberando le loro stanze per tornare a casa durante le vacanze; Curt Garrish però ha altri progetti, progetti che includono un fucile con mirino di precisione. Entrare nell'ottica di questo racconto non è facilissimo, così come accettare che finisca praticamente quando sei appena riuscito a farti un'idea della situazione. In compenso abbiamo una prospettiva unica -e non poco disturbante-, oltre ad una prosa che trasmette benissimo la sensazione della follia implacabile di Garrish.

"La scorciatoia della signora Todd" - due stelline e mezza
Il primo racconto che ci porta a Castle Rock, una località ben nota ai lettori del caro Stephen, dove troviamo il guardiano Homer Buckland impegnato a raccontare all'amico Dave Owens alcuni eventi bizzarri legati alla prima moglie di Worth Todd, Phelia. La donna aveva una grande passione per la guida, ed in particolare per esplorare nuove scorciatoie, che attraversano però dei luoghi quasi fantastici. Di questa storia ho apprezzato molto l'idea dei passaggi fatati in cui ci si può facilmente perdere, che permettono di viaggiare più rapidi ma possono anche essere parecchio pericolosi. Il modo in cui si arriva a trattare questo argomento però è bocciato: un antefatto troppo prolisso, riferimenti mitologici casuali e meno gore di quanto mi sarei aspettata.

"Il Viaggio" - tre stelline
Una storia che parte da un contesto decisamente fantascientifico: in un futuro lontano diverse centinaia di anni Mark Oates sta per trasferirsi su Marte con la sua famiglia per motivi di lavoro; mentre aspettano di poter partire, l'uomo decide di distrarre i figli raccontando di come lo scienziato squattrinato Victor Carune abbia inventato il Viaggio (una sorta di teletrasporto) negli anni Ottanta. Seppur abbozzato, il lato fantascientifico mi ha convinto, così come la scelta di alternare il punto di vista di Carune a quello di Mark; anche il finale risulta d'impatto e parecchio disturbante. Il world building però è a dir poco raffazzonato, inoltre diversi personaggi hanno comportamenti inspiegabili.

"Marcia nuziale" - una stellina e mezza
Ambientato durante gli anni del proibizionismo, questo racconto ricalca fedelmente gli stereotipi del mondo malavitoso dell'epoca. La narrazione è portata avanti da un anonimo musicista che viene ingaggiato con la sua band dal mafioso Mike Scollay, per intrattenere gli ospiti durante il matrimonio della sorella Maureen. La caratterizzazione di quest'ultima è purtroppo l'unico elemento che ho apprezzato; se la sua storia avesse avuto più spazio, forse mi sarebbe piaciuto di più. Il contesto storico e sociale descritto non è di mio gusto, e questo mi ha impedito di digerire le continue osservazioni grassofobiche e xenofobe del narratore; inoltre, la storia prosegue con un ritmo troppo veloce, impedendo di apprezzare la trama stessa.

"Ode del paranoide" - quattro stelline
Nella prima opera in versi dell'antologia, King descrive i pensieri di un uomo affetto dal disturbo paranoide della personalità e per questo convinto di essere controllato e minacciato di morte da numerosi agenti dell'FBI. Non leggendo praticamente mai poesie, non mi sento in grado di valutare la qualità del testo da questo punto di vista. In compenso, credo che queste poche pagine sappiano rendere molto bene l'ossessività ed il progressivo deterioramento delle riflessioni di una persona malata, tratteggiando delle idee sempre più folli.

"La zattera" - quattro stelline e mezza
Forse una delle storie più inquietanti presenti in questa antologia ci porta su una zattera ancorata su Cascade Lake; qui quattro amici intendono passare una serata assieme, ma notano ben presto una strana macchia iridescente nell'acqua, che sembra aspettare solo di poterli ghermire uno dopo l'altro. Tutti gli elementi di questo racconto mi hanno convinto: personaggi e dinamiche, ritmo e sviluppo, tensione e gore. E allora cosa mi ha impedito di dargli il massimo della valutazione? ovviamente la parentesi "romance", non solo inutile ma prova provata di quanto siano scombinate le priorità del protagonista Randy "Pacho".

"Il word processor degli dei" - tre stelline
Un altro esempio di storia dal potenziale interessante, con un'esecuzione poco soddisfacente. L'insegnante ed aspirante scrittore Richard Hagstrom riceve un regalo postumo dal nipote Jonathan "Jon"; si tratta di un word processor assemblato dal ragazzo utilizzando materiali di scarto, ma che rivela di poter non solo computare testi: è anche una lampada del genio tecnologica, perché ogni frase scritta o cancellata altera la realtà. La brevità del testo rende purtroppo banale un racconto decisamente promettente, perché in così poche pagine non si percepisce quasi nulla del conflitto interiore che dovrebbe turbare il protagonista, e anche gli altri personaggi vengono ridotti a macchiette di poco conto.

"L'uomo che non voleva stringere la mano" - quattro stelline e mezza
Seguito dichiarato de "Il metodo di respirazione" -ultima novella della raccolta "Stagioni diverse"-, anche questo racconto si apre sul misterioso club manhattanito del 249B, dove ritroviamo tra gli avventori l'avvocato David Adley, e dove continua a prestare servizio il solerte maggiordomo Stevens. La storia questa volta viene raccontata da George Gregson e riguarda Henry Brower, un uomo tormentato con cui decenni prima giocò a poker proprio nel club. Pur nei limiti semplicistici di una narrazione così breve, devo dire di aver apprezzato parecchio sia l'idea alla base che il modo in cui è stata concretizzata. Buona anche la risoluzione finale e la scelta di sfruttare il concept già presentato del club: sarebbe stato un peccato relegarlo ad un'unica novella, anzi non mi spiacerebbe se l'autore l'avesse ripescato anche in storie più corpose.

"Sabbiature" - tre stelline e mezza
Racconto di stampo fantascientifico abbastanza classico ambientato su un pianeta ricoperto interamente di sabbia sul quale precipita la nave federale ASN/29; Bill Shapiro e Rand riescono a salvarsi, ma quest'ultimo finisce ben presto per essere ammaliato dalle pericolose dune dell'interminabile deserto. Generalmente non apprezzo le narrazioni sci-fi di questo tipo, ma devo ammettere che la svolta horror non mi è dispiaciuta per nulla, così come l'angosciante conclusione. Certo, sarebbe stato carino spendere qualche parola in più per delineare i personaggi e dare qualche elemento di world building, ma nel complesso lo promuovo tranquillamente.

"L'immagine della Falciatrice" - quattro stelline
Scritto da un giovanissimo King, questo raccontino si concentra sul dialogo tra il collezionista Johnson Spangler ed il curatore Carlin, che gli sta per mostrare un raro specchio Delver di epoca elisabettiana. L'oggetto è estremamente bello e prezioso, ma porta con sé una fama sinistra: alcune persone vedono nel riflesso la Falciatrice e ne vengono come segnati. Uno spunto non particolarmente brillante ma ben gestito, con un crescendo di tensione interessante. Ammetto di avere un soft spot per i vecchi oggetti maledetti, e questo da un lato mi ha fatto provare subito simpatia per la storia, ma dall'altro ha creato dell'aspettativa per una conclusione più d'impatto che a conti fatti manca.

"Nona" - cinque stelline
La seconda storia collegata a Castle Rock, con riferimenti netti alla novella "Il corpo", vede come protagonista e voce narrante un anonimo studente universitario, che si trova a fare l'autostop nei pressi della fittizia città del Maine; inizialmente presentato come un personaggio dal carattere mite, lo vediamo degenerare e trasformarsi in un uomo estremamente violento, e questo è associato all'incontro con una ragazza di nome Nona. Su questo racconto non ho nulla da eccepire: le tempistiche sono ottime, la scrittura del protagonista è contorta e disturbante al punto giusto, l'alternarsi di passato e presente rende tutto più interessante, ma soprattutto gli elementi horror che ci vengono promessi sono poi effettivamente mantenuti, risultando shockanti ed essenziali per la trama.

"Per Owen" - due stelline
Poesia ancor più breve della prima, dedicata in questo caso al figlio minore di King ed incentrata su un dialogo tra i due. L'autore sta accompagnando il bambino a scuola, e Owen immagina una scuola diversa, nella quale gli studenti sono dei frutti antropomorfi. In questo caso, oltre a non poter valutare la lettura da un punto di vista analitico -non essendo per nulla abituata a leggere ed analizzare testi in versi- mi sento in difficoltà anche a dare un parere soggettivo: a parte mettere su carta un bel momento di condivisione con il figlio, non ho visto significati ulteriori nel testo.

"L'arte di sopravvivere" - cinque stelline
Una storia che presenta due tropes narrativi tra i miei preferiti (ma che non posso menzionare per evitare spoiler), e per questo è partita decisamente avvantaggiata. Il racconto è impostato come un diario tenuto dal chirurgo Richard "Pine" Pinzetti, che si trova intrappolato su un'isola deserta dopo il naufragio della nave Callas, sulla quale stava viaggiando con due pacchetti di eroina da importare negli Stati Uniti. La narrazione ha un tono conturbante e ossessivo, che rende bene i pensieri del protagonista e contribuisce a delineare un carattere verosimile e memorabile. Ho trovato poi molto interessante il modo in cui viene strutturato l'intreccio, analizzando i limiti della mente di Richard: adoro leggere storie estreme di sopravvivenza proprio per vedere fino a che punto il personaggio di turno sia disposto ad arrivare.

"Il camion di zio Otto" - quattro stelline e mezza
Si torna nuovamente nei confini dell'inquietante Castle Rock con una storia di vendette e maledizioni incentrato su un vecchio camioncino Cresswell rosso, divenuto proprietà di Otto Schenck -zio del nostro narratore Quentin- dopo la morte del suo socio George McCutcheon; una morte tanto improvvisa quanto spaventosa. Grazie ad un ritmo impeccabile, il racconto riesce a creare un ottimo crescendo nella tensione narrativa, che raggiunge il suo culmine nel rivoltante finale. In sostanza, è una storia horror che svolge egregiamente il suo compito, anche a livello di ambientazione; forse si poteva dare giusto un po' di spazio in più alla caratterizzazione dei personaggi.

"Consegne mattutine (Lattaio N.1)" - due stelline e mezza
Un raccontino principalmente atmosferico che ci porta in una placida cittadina della Pennsylvania; il lattaio Spike Milligan è impegnato ad effettuare le sue consegne mattutine di latte ed altre bevande, arricchite di volta in volta con inaspettate sorprese. Una storia che riesce a dare vita ad un'interessante transizione dalla tranquillità iniziale all'angoscia dell'epilogo. L'idea di base ha inoltre del potenziale, nonostante questo non venga sfruttato al massimo. Mi sarebbe poi piaciuto ricevere qualche chiarimento in più sulle motivazioni di Spike o magari delle informazioni relative al suo passato, ma per quelli bisogna aspettare il racconto successivo (o forse no?).

"Quattroruote: la storia dei bei lavanderini (Lattaio N.2)" - due stelline
In questo seguito alla storia precedente, seguiamo Johnny "Rocky" Rockwell e Leo, operai di una lavanderia; Rocky sta cercando un'officina che revisioni in tempo la sua auto, e per fortuna si imbatte nel garage di Bob "Calze Dure" Driscoll, un suo vecchio compagno di scuola. Attraverso le riflessioni di Rocky ed altri accenni nel testo, veniamo a sapere che lui conosce Spike Milligan e lo crede un serial killer. Se il primo racconto non riusciva a gestire al meglio lo spunto, qui abbiamo uno spreco di potenziale ancora maggiore: in queste poche pagine c'era materiale per ricavare almeno una novella sostanziosa, che chiarisse meglio le backstory dei vari personaggi ed inquadrasse in modo più netto cause ed effetti delle vicende narrate. Capisco l'intenzione di giocare sul detto/non detto, ma credo che in questo caso la fretta abbia rovinato una storia davvero intrigante.

"La nonna" - quattro stelline e mezza
Nell'ultima capatina a Castle Rock di questa antologia, vediamo l'undicenne George Bruckner costretto a rimanere a casa da solo con l'anziana nonna, della quale lui ha sempre avuto paura. Il racconto crea degli ottimi momenti di tensione, resi ancor più spaventosi perché filtrati dalla prospettiva di un ragazzino che viene influenzato dai commenti sentiti nel corso degli anni. Promuovo anche la caratterizzazione di George ed il modo in cui viene conclusa la sua avventura. Il lato paranormale invece scricchiola un po': rispetto al resto, sembra parecchio caricaturale.

"La ballata della pallottola flessibile" - quattro stelline
Un meta-racconto che ruota attorno al mondo dell'editoria: ad una festa in giardino il redattore Henry Wilson inizia quasi per caso a raccontare la storia di Reg Thorpe -una sorta di autore maledetto, morto suicida anni prima-, soffermandosi in particolare sulla loro corrispondenza dai toni morbosi e sull'ossessione condivisa per i Fornit, folletti che vivono all'interno delle macchine per scrivere. Di questa lettura ho apprezzato sia l'espediente sia lo svilupparsi dell'intreccio, che lascia fino alla fine il lettore nel dubbio sulla veridicità delle parole di Henry. Non mi hanno invece convinto la caratterizzazione di quasi tutti i personaggi femminili (escludere alcune linee di testo avrebbe risolto facilmente il problema) e l'elemento fantastico, forse un po' troppo infantile per adattarsi bene al contesto spaventoso.

"Il Braccio" - quattro stelline e mezza
Nell'ultima storia ci avventuriamo nel fiume Willamette, nei pressi di Portland, approdando sull'Isola delle Capre; qui vive una comunità immaginaria molto chiusa, che ha sempre risolto da sé i propri problemi. La protagonista Stella Flanders è la più anziana residente dell'isola, che non ha mai lasciato per raggiungere la terraferma. Meno spaventoso di altri, questo racconto si sofferma maggiormente sull'elemento emotivo: abbiamo sì un potenziale lato paranormale (legato in particolare agli spiriti dei defunti), ma l'attenzione è posta sulla perdita delle persone care e sulla solitudine. La mia valutazione non è data soltanto dall'emotività: trovo validi anche la caratterizzazione di Stella ed il modo in cui King ha tratteggiato la piccola comunità isolana; non siamo ai livelli di Derry, ma ci andiamo abbastanza vicini.

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Scheletri 2016-09-24 11:27:34 sonia fascendini
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sonia fascendini Opinione inserita da sonia fascendini    24 Settembre, 2016
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Pauroso

Come sempre succede per le raccolte di racconti è difficile dare un giudizio globale. Alcuni sono riusciti, altri non molto. Direi che però la bilancia pesa maggiormente verso quelli che hanno avuto un buon esito. Mi sembra che il tema conduttore sia la paura nelle sue più svariate sfaccettature. paura per le cose che tutti temiamo: fantascientifici esperimenti del governo, il buio, la nebbia, i cattivi. Ma paura anche per persone ed oggetti di solito innoqui: la nonna, il lattaio, un pupazzo polveroso trovato in soffitta, uno specchio antico.
Quindi di tutto un pò, e lo stesso vale per il genere. C'è la fantascienza, il fantasy, qualcosa che potrebbe accadere veramente, ci sono serial killer, persone cattive e basta.
Nel complesso questo è un bel libro, che ha soddisfatto le mie aspettative, è riuscito a tenermi in tensione e mi ha trattenuto a forza sulla poltrona fino alla fine del racconto, Non è stato così per tutti i titoli inseriti nel volume, ma per un numero adeguato sì.

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Scheletri 2014-07-11 15:05:44 Donnie*Darko
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Donnie*Darko Opinione inserita da Donnie*Darko    11 Luglio, 2014
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Gli scheletri del re

Dopo "A volte ritornano" un'altra antologia di brevi storie per il Re del brivido. Diciannove racconti, due poesie e un "lungo" che, secondo il mio gusto personale, è il fiore all'occhiello del tomo.
Sto parlando de "La Nebbia", in cui una piccola cittadina a seguito di un temporale viene ricoperta da una coltre impenetrabile, non è un fenomeno naturale, all'interno di essa si nascondono infatti creature ataviche affamate di carne umana. Ne è stato tratto anche un bel film dal finale leggermente modificato, reso ancora più crudele.
King dà spazio a multiformi paure, da quelle più classiche a quelle più stravaganti. L'incedere narrativo e le creazioni spaventose sono quelle dei tempi d'oro, i racconti sono stati elaborati nell'arco di ben diciassette anni, ovvero nel periodo più fertile in cui l'autore sfornava i suoi romanzi più celebri e amati.
I segmenti spaziano furiosamente tra i generi attenendosi su un livello qualitativo generalmente notevole. Sul fronte classico impossibile non citare "La scimmia", dove un innocuo giocattolo lancia il suo influsso mortale su svariate persone, o ancora "La zattera" (anche questo traslato su pellicola, è un mediometraggio inserito in "Creepshow") in cui una macchia senziente di inquinamento fagocita i bagnanti di un placido lago.
Non solo il soprannaturale, c'è anche la violenza quotidiana riscontrabile nella follia omicida di "Caino scatenato" o "Marcia nuziale" (questo per la verità tra i meno riusciti), non mancano i serial killer con il protagonista di "Consegne mattutine-Lattaio nr.1" piuttosto sui generis.
Abbonda la fantascienza: l'eccessiva curiosità di un bambino fa da perno a "Il viaggio", altrettanto crudele è "Sabbiature", mentre ne "Il word processor degli dei" ci si sollazza con le nuove tecnologie addizionate a poteri celesti.
Lo scrittore del Maine torna malinconico riflettendo sulle varie stagioni della vita, ci sono le paure infantili de "La nonna" e l'avvicinarsi della fine ne "Il braccio", sposa il surreale nel poco riuscito "Tigri!", affronta il cannibalismo (autoinferto) in uno degli episodi più sconvolgenti e da me preferiti, ovvero "L'arte di sopravvivere".
"La scorciatoia della signora Todd" e "Il camion dello zio Otto" denotano felicemente la passione per dimensioni parallele e realtà intersecate alla nostra.
Ovviamente ci sono racconti abbastanza scontati o o insipidi, "Nona" o "L' immagine della falciatrice" ne sono un esempio lampante; comunque sia è un King che non sbraca nel prolisso e azzecca i finali (com'è noto un po' il suo tendine d'Achille), per un libro pregevole che potrebbe regalarvi qualche incubo notturno.

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