Ricordi di un vicolo cieco
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non mi rimarrà quasi nulla
Chiedo perdono in anticipo a tutti coloro che amano questa autrice. Chiedo perdono per il mio giudizio basso ma anche per aver provato una lettura che non è adatta a me.
L'unico racconto che ricorderò tra questi cinque è 'La luce che c'è dentro le persone', solo per la lieve e dolce tenerezza che riesce a trasparire da quelle pagine, quella bontà e quella mitezza che sono riuscite ad uscire da quelle righe dotate, almeno così è sembrato, di poca consistenza.
Vi domandarete: come è possibile che questi racconti sentiti dalla stessa autrice, racconti che parlano della felicità dopo la tristezza, siano 'inconsistenti'?
Cercherò di spiegarmi al meglio: senza alcun dubbio i contenuti ci sono, ma io ... Io non sono riuscita a percepire tutto questo dolore e tutta questa felicità, non mi sono sentita toccata, neanche sfiorata. Mi sono sembrati semplicissimi racconti, come quelli che sì narrano ai bambini, racconti dai temi importanti... Ma senza vita.
Non mi sono sentita partecipe, mi è sembrato come se l'autrice volesse scrivere per se crogiolandosi da sola nella sua tristezza.
Ora, se ci aggiungiamo che personalmente non amo i racconti tristi, e nemmeno le storie d'amore così analizzate, sì può ben capire che questo libro non dovevo proprio leggerlo.
Inoltre non mi sono nemmeno piaciuti i vari cambiamenti di tempo, la scrittrice passa continuamente dal presente al passato, a volte addirittura al futuro, diverse volte in ogni storia. Capisco che per questo tipo di narrazione è spesso necessario tornare indietro o andare avanti, ma secondo me qui ci sono troppi flashback secondo me.
In definitiva, forse l'unica cosa che dovrei dire è che per motivi personali questi racconti non mi sono sono piaciuti.
Non mi sono piaciuti perché trattandosi di racconti l'autrice ci da tutte spiegazioni sui comportamenti dei personaggi, senza che io abbia potuto immaginare nulla, non mi sono piaciuti perché non sono argomenti adatti a tutti.
Lo stile di scrittura nel complesso è carino, niente di eccezionale ma nemmeno di scontato, sì legge gradevolmente.
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Una Banana triste
Cinque racconti di Banana Yoshimoto, con il suo stile inconfondibile.
Sempre molto introspettiva pur senza darlo a vedere, con quel suo stile leggiadro che le permette di trattare argomenti complessi senza risultare pesante e quel suo modo di presentare la vita senza farti dimenticare mai che anche nei momenti di massima felicità esiste una percentuale di tristezza.
Ecco, questa è lei.
In occasione della nascita di questo libro, però, doveva trovarsi in una fase di dolore privato, tanto che questa sua opera mi è sembrata meno bilanciata rispetto al solito: la sua tristezza appare in ogni pagina: se intravedi la speranza, è anche molto lontana, forse un abbaglio.
In tutti e cinque i racconti la vera protagonista è la Morte: fisica, metafisica, dei sentimenti, delle emozioni.
Dei cinque brani, quello che ho trovato più emozionante e riuscito è "La luce che c'è dentro le persone", mentre gli altri mi sono sembrati mediamente trascurabili.
Nel suo insieme un libro riuscito a metà, anzi, a 1/5.
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Lieve ma inconsistente
La più moderna tra le scrittrici giapponesi stavolta si cala nell'avventura della serie di racconti incentrati su un argomento sempre diverso.
"In ogni caso la felicità è sempre dietro l'angolo: la felicità arriva all'improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata." La frase che più mi ha catturata. Sicuramente un libro da sfogliare e comprendere.
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Semplicità.. apparente!!
Il romanzo è suddiviso in 5 racconti e il fil rouge che li lega è la presenza di un personaggio che, a modo suo, si trova costretto a causa di un evento particolarmente spiacevole a riflettere sulla felicità. Ognuno di essi porta dentro di sé una piccola luce che aspetta di brillare a pieno, e potrà farlo ma solo ritroovando la fiducia in se stesso e negli altri.
Senza svelare la trama dei racconti posso dire di essere stata colpita, anzi forse è meglio dire "travolta" da un senso di tranquillità e pace interiore leggendo questo libro. Sarà grazie allo stile fresco, immediato dell'autrice e alla sua innata capacità di affrontare con semplicità temi complessi (ecco il perchè del titolo della mia recensione!).
Una cosa che poi io trovo deliziosa è che nei romanzi di Banana si sente molto forte la presenza del cibo, che viene vissuto come un rito da compiere in compagnia ed è l'elemento fondamentale che caratterizza i rapporti tra le persone. La descrizione dei cibi in questo romanzo mi fa sempre sembrare di sentirne gli odori, anche se si tratta di piatti che non ho mai assaggiato. Un elemento in più per chi come me ama la cultura giapponese.
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Appassionati di culinaria
A chi si sente un pò giù di corda e ha bisogno di una iniezione di fiducia!! :)
Ricordi di un vicolo cieco
Una scrittura delicata, ma al tempo stesso profonda ed incisiva, racconti che lasciano qualcosa: l'amarezza e la sofferenza dei personaggi, ma anche la speranza.