Racconti dell'inquietudine
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Che strana scelta!
Il libro contiene una raccolta di racconti più o meno brevi scelti per rappresentare le varie anime di Fernando Pessoa e la produzione dei suoi eteronomi.
Amo Pessoa e il suo stile, ma non ho apprezzato la scelta editoriale di inserire nella raccolta alcuni scritti non terminati, tra cui un lungo racconto, “Il caso Vargas”, che l’autore ha lasciato talmente incompleto da costituire una vera sfida alla lettura (questo è il motivo delle tre stelle al contenuto).
Le parti lasciate in sospeso vengono interrotte da una piccola croce e in alcune pagine sono quasi più le croci che le frasi complete.
La lettura dei testi di Pessoa di per se stessa richiede già un certo impegno ed effettuare lo slalom fra crocette, pensieri troncati a metà e capitoli di cui ci è arrivato solo il titolo ed una vaga indicazione di quello che sarebbe dovuto essere il contenuto, è una sfida a continuare la lettura. Mi sono chiesta il perché di una simile scelta da parte dei curatori, anche se ammetto che nella parte “leggibile” il racconto è intrigante.
Gli altri racconti, che affrontino il tema sociale, fantastico o poliziesco sono davvero godibili. Quello che ho amato di più è stato “Il banchiere anarchico”: il titolo sembrerebbe una contraddizione in termini, ma se nella lettura ci si lascia guidare dalla penna di Pessoa alla fine, diversi sorrisi dopo, si finisce col dovergli dare ragione. Bellissimo!
[…] “La tirannia dell’aiuto. Alcuni di noi, anziché comandare sugli altri, anziché imporre se stessi agli altri, al contrario, li aiutavano ogni volta che gli era possibile. Sembra il contrario eh? Sappia che invece è lo stesso. È la stessa nuova forma di tirannia. È lo stesso modo di andare contro i principi anarchici.”.
“Bella questa, e come?”
“Quando aiuti qualcuno, amico mio, vuol dire che lo prendi per incapace. Se questo qualcuno non è incapace, vuol dire che lo rendi tale, o che lo immagini tale: tirannia nel primo caso, e disprezzo nel secondo. In un caso, recingi la libertà altrui, nel secondo caso, almeno inconsciamente, parti dal principio che l’altro sia spregevole, o indegno, o incapace di essere libero” […]