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Quando ormai era tardi Quando ormai era tardi

Quando ormai era tardi

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«Era quello il problema, quando le donne si disamoravano; il velo di romanticismo che avevano davanti agli occhi cadeva, e quando guardavano oltre erano in grado di leggerti dentro». Dall’autrice di “Piccole cose da nulla” e “Un’estate”, una fotografia inquieta e perturbante delle relazioni tra uomini e donne. Un giorno, tornando dal lavoro, Cathal trova la casa vuota. Eppure era tutto pronto per il matrimonio, che cosa è andato storto? Soprattutto, di chi è la colpa? Una scrittrice prende possesso della residenza dove trascorrerà un breve ritiro, la stessa in cui Heinrich Böll ha lavorato ai suoi diari. Sembra lo scenario perfetto, almeno fino a quando la presunzione di un uomo non getterà un’ombra su quei giorni. Una «donna felicemente sposata» cerca un’avventura, vuole provare il sesso con un altro. Ritroverà il brivido dell’eccitazione, ma a quale prezzo? Con una maestria che ricorda i grandi della forma breve – da Anton Cechov a Alice Munro – Claire Keegan intesse tre storie nelle quali la violenza è sempre appena fuori dall’inquadratura, eppure finisce per soffocare ogni cosa, tranne la purezza della scrittura.



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Quando ormai era tardi 2025-01-08 13:01:26 68
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68 Opinione inserita da 68    08 Gennaio, 2025
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Destini incrociati

Donne e una vita che non pare meritarle, comprenderle, accoglierle, sorprenderle, confrontate con un universo maschile disapprovante, cinico, violento, misogino, e allora quanto è difficile vivere liberamente.
Donne che amano e hanno amato, disinteressate, altruiste, resilienti, diversamente uguali, il cui respiro alimenta i tre splendidi racconti di Claire Keegan, talentuosa autrice irlandese dalla scrittura realistica, essenziale ma anche poetica, evocativa, pochi tocchi sferzanti, con il sentore di una dolorosa presenza in una sospensione temporale che restituisce il percepibile, stati d’ animo e sentimenti violati nel cuore di una quotidianità inappagante.
Che sia un giovane uomo abbandonato dalla fidanzata al proprio rimuginio nelle stanze di un appartamento vuoto la vigilia del matrimonio, corroso da misoginia e da un egocentrismo che non riconosce, una scrittrice sola alloggiata per due settimane nella casa di Henrique Boll alle prese con uno strano professore in pensione, il desiderio carnale di una donna felicemente sposata esposta all’ imprevedibile, emergono un’ incomunicabilità di fondo e una cecità evidenti corredate da comportamenti, gesti, parole, sentimenti violenti.
Donne forti, fragili, sole, disperate, in cerca di comprensione, di un complimento, anche di una bugia, esposte all’ imponderabile, sopportate e non supportate, abbandonate a se stesse, che ripensano a tutti gli uomini che hanno conosciuto e che fortunatamente non hanno sposato, uomini non in grado di comprenderle, sostenerle, amarle, distanti, comodi, arrabbiati, silenti.
L’ Irlanda da sempre ha vissuto e convissuto in una struttura cattolica e paternalista intessuta di tradizioni e stereotipi, con una legislazione che vede la donna ai margini, uomini accomunati da un gergo volgare, svilente, da un cameratismo solidale, ignari della propria insensibilità e pochezza sentimentale, se non quando messi alle strette e abbandonati all’ insondabile vuoto che li circonda perché

… non siete in grado di dare…

E allora non resta che una beata solitudine autoimposta a scandire i singoli giorni, la scrittura
compagna di sogni, di storie da inventare, di finali sorprendenti, con la possibilità di vivere lunghi momenti di intimità e di intimismo,

…al suo risveglio senti’ svanire la coda di un sogno, aveva dormito a lungo e si sentiva profondamente appagata….

prima che qualcuno giunto dal nulla, imbevuto di falsità, stereotipi, rabbia, giudichi chi neppure conosce.
Non resta che il desiderio trasgressivo di una donna felicemente sposata, un tradimento prima di diventare vecchia nella certezza di rimanere delusa, l’ approdo a un vortice di sensazioni turbolente, persa tra le braccia di un uomo qualunque inabissandosi in un vicolo cieco, con un risveglio brusco e brutale

….poi pensò all’ inferno, poi all’ eternità…

Non resta che il lungo respiro di una presenza, voci, cuori, sentimenti nell’ anestesia del presente, eco di verità cadute nel niente, un desiderio di libertà sfociato in una solitudine riparatoria, un grido di dolore che fa riflettere, sempre che non sia troppo tardi…


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