Piaceri rubati
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
Definizione indefinibile...
Questa raccolta di racconti di Gina Berriault (1926-1999 ), autrice californiana anche di romanzi e sceneggiature, ne riassume il pensiero, un tentativo di avvicinarsi alla poesia fissando un momento per sempre.
Ambientazioni, tracce e protagonisti eterogenei in un lento incedere di riflessioni protratte, momenti e corpi plasmati dal proprio silenzioso esistere, vite confuse, anime sole con pensieri e legami nascosti, la colpa dipinta in uno sguardo, il terrore rivolto al futuro, il desiderio di essere letti dentro, la devozione coniugale, gli ultimi istanti di una lotta svanita.
E poi tanto altro, la curiosità per una vita scomparsa, un senso di incompletezza latente, il sentirsi persi, dimenticati, appartenenti al passato, l’ esistenza del solo tempo, una cornice priva della propria immagine.
Ciascuno di loro nasconde un segreto, spesso incomprensibile, ricerca una improbabile stabilità, un senso di appartenenza e riconoscimento, accompagnato da una inquietudine onnipresente che mescola le carte, rigettandolo in un passato mal digerito nel presente.
C’ è un mondo di sensazioni fragili, momenti unici ed irripetibili, ombre d’ immaginazione e paure lontane, come se non si esistesse più neanche nei ricordi degli altri, come se il proprio volto, e la propria voce, tutto fosse stato dimenticato.
Questa l’ identità comune dei racconti, inseriti in una prosa essenziale quanto musicale e la sensazione di storie con origini lontane che appartengono ed attraversano un tempo inafferrabile, lasciando sospensione ed incompletezza, per contro pienezza emotiva e sensoriale.
Alla fine il potere e la grandezza del racconto si colloca in una stupefacente immaterialità, nella ricchezza dei contenuti, nel potere della sintesi.
Ricorderemo, come i personaggi della Berriault, le sensazioni vissute tra gli innumerevoli sconosciuti della vita, il respiro del turbamento, confusi dagli accadimenti, non afferrandoci al presente ed alle circostanze contingenti, dimentichi del proprio io, tutti e nessuno, soffermandoci ed auspicando un mondo di amore e saggezza.
…” Lei si sentì persa, come se non esistesse più neanche nei ricordi degli altri, come se il suo volto, la sua voce, tutto fosse stato dimenticato. Rimaneva soltanto il tempo, come una cornice priva dell’ immagine di lei…”
Buona lettura