Lucertola
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un libro soffice e leggero
A me lei come scrittrice piace molto.
Mi sono prefissata come obiettivo di leggerne tutta la bibliografia, ma cavolo se è prolifica!
Tutti i suoi libri mi piacciono per quell’essere delicati, per la capacità che ha di saperti prendere per mano e portarti nella cultura giapponese, così distante da noi.
Banana Yoshimoto non lo fa in maniera enciclopedica, ma ti rende partecipe del contesto culturale, semplicemente raccontandoti una storia.
Sono libri di poche pagine (o per lo meno quelli che ho letto io), che leggi in fretta, ma che ti lasciano un buon sapore in bocca, quando finiti.
L’ultimo che ho letto è Lucertola.
Si tratta di una serie di racconti, 6 per l’esattezza, in cui i protagonisti sono sul punto di cambiare.
Si ritrovano proprio lì, sull’orlo del precipizio.
Sai che si butteranno, ma la scrittrice ti porta dolcemente a capire il perché, raccontandoti la storia pregressa di ognuno di loro.
Ed il cambiamento è uno di quei cambiamenti positivi che permettono ai protagonisti di uscire dallo status quo in cui indolentemente stavano vivendo.
Le storie sono tutte slegate tra loro, i personaggi sono diversi sia per genere, età e status, insomma non c’entrano nulla l’uno con l’altro, l’unica cosa che li unisce è che tutti i racconti sono ambientati a Tokyo che diventa così essa stessa protagonista del racconto.
Non immaginatevi nulla di sconvolgente, ma storie alquanto ordinarie, soffici, come solo Banana Yoshimoto sa fare.
Persone in trasformazione
Non conoscevo Banana Yoshimoto “personalmente”, nel senso che ne avevo sentito parlare, ma non avevo mai letto niente di lei. Quando mi è stato consigliato “Lucertola” ho capito che forse potevo colmare questa mia lacuna.
“Lucertola” è una piccola raccolta di sei racconti racchiusi in poco più di cento pagine, scritti dall’autrice nell’arco di due anni. Tutti ambientati a Tokyo, ci mostrano una città che dorme poco, sempre attiva e viva. Una città in cui i nostri protagonisti affrontano la loro trasformazione, non perdendo mai la speranza.
Sei storie diverse ma tutte con il solito filo conduttore, la rinascita, una nuova possibilità. Fatti e personaggi messi a nudo. La Yoshimoto riesce in poche pagine a farti vedere l’anima dei suoi protagonisti, lei te la presenta, te la fa vedere, diventa quasi palpabile e poi la lascia andare per la sua strada, una strada che si porta dietro molto dolore e voglia di riscatto.
I racconti che personalmente mi hanno più colpito e che ho trovato anche più completi sono “Strana storia sulla sponda del fiume” e “Lucertola” e aggiungerei anche “Sangue e acqua”.
La Yoshimoto, preciso che mi posso basare solo su questa breve raccolta, ha uno stile molto semplice, racconta di persone comuni rendendole però speciali. Una piacevole “conoscenza” che approfondirò sicuramente.
"“Dai che è una bella lettera”, disse Akira continuando a guardare il video, senza girarsi verso di me.
“L’hai letta?” chiesi sorpresa.
“No, ho visto la tua faccia mentre la leggevi” rispose."
Buona lettura!
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Vagando per Tokjo
Piccole storie di vita, istantanee di uomini e donne comuni .
Debolezze e incertezze, tenerezza o amore, amicizia e affetto, depressione o speranza sullo sfondo di una Tokyo intrigante, nel bene e nel male. Tra i fremiti delle luci notturne di una metropoli che non dorme mai, tra il mistero di un tempio buddista intriso di orientale spiritualità , tra i profumi di una bancarella di erbe medicinali, oggetti magici e curativi, lo scorrere di un fiume che illumina la citta’ coi riflessi del sole che si rispecchia sull’acqua.
Quando leggo Banana Yoshimoto penso al pane.
Un panino al latte, la forma tondeggiante senza spigoli, la crosta morbida , l’interno semplice e voluttuoso.
Non sono affatto una fanatica dell’autrice e posso trovare mille alimenti in sostituzione del pane. Ma i suoi libri, questo in particolare, hanno lo stesso effetto di quella piccola pagnotta che quando capita, si assaggia sempre volentieri. Semplice, pulita, leggermente profumata, nata dal grano e per questo cosi’ vicina alla terra.
Elementare come e’ la sua scrittura, piacevolmente abbordabile, mestamente poetica.
La lirica di Yoshimoto non sta nella forma, non si impone, non ostenta.
Non si legge, si avverte, come un vento leggero che si percepisce nel contenuto, come la morbida mollica e’ il cuore del pane.
Come una leggera brezza alle sei del mattino che porta il profumo del fornaio nel cortile di casa.
Sei brevi racconti, una piacevole compagnia.
Il migliore Banana Yoshimoto che abbia letto fino ad ora, senza dubbio.
Buona lettura
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...la speranza...
La Yoshimoto con il suo stile fresco,innocente,visionario e insieme magicamente saggio ci prende dolcemente per mano e ci conduce verso i personnaggi inquieti di questi sei brevi racconti,personaggi feriti,chi porta le tracce un trauma infantile,chi ha subito un abbandono,un giovane uomo,sposato da poco,che teme la monotonia del msatrimonio,una giovane donna che vive una relazione tormentata con un uomo gia' sposato...e via dicendo...ambientato in una Tokyo pulsante di luci e di vita,queste persone si chiudono ognuna in un bozzolo...per proteggersi...la loro vita nelle mani del destino,di una svolta, una speranza...un piccolo libro...un breve sogno onirico...che rende la letturatura giapponese magicamente introspettiva,mantenendo un sottile rapporto con il divino e l'antichita'... ma sempre lieve come una piuma leggera che si posa sui personaggi...la speranza..."Al msattino la luce del fiume splende come se migliaia e migliaia di fogli d'oro stroppicciati scorressero suul'acqua.La luce che scintillava dentro di me era altrettanto radiosa.E per un momento pensai che forse era quella che gli antichi chiamavano speranza."
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Luci della città
Ecco la Yoshimoto che mi ha conquistato.
Capace, con poche parole, di suggestionarti, di immergerti
nel tessuto metropolitano di Tokyo, col suo caos e la sua solitudine.
Per chi è sempre rimasto stregato dalla cultura giapponese, dalla strana commistione di tradizione e modernità, dalla spietatezza di una società che non ammette perdenti che mal si concilia con la delicata sensibilità,quasi innata,degli individui che la compongono,questa serie di piccoli racconti non potrà che risultare piacevole.
Si ha la sensazione di galleggiare in un sogno, dall'inizio alla fine. Come ho scritto in un'altra recensione sulla Yoshimoto, il suo più grande pregio è anche il suo difetto: l'autrice ha una levità tale nel modo di dipingere le situazioni interiori dei personaggi, che si ha l'impressione di rimanere con niente in mano, alla fine.
In questo caso, però, la fascinazione supera il desiderio di indagini psicologiche ed emozioni forti.
Suggestivo, malinconico, luminoso.