La pipa di Maigret e altri racconti
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Quattro autentici gioielli
Abituato ai romanzi di Simenon, che è uno dei miei autori preferiti, ho avuto la naturale curiosità di verificare se anche in una prosa assai più breve quale il racconto il narratore belga riuscisse a dimostrare le sue straordinarie capacità. Infatti, benché si tratti sempre di narrativa, la lunghezza assai più contenuta impone un notevole sforzo al fine di esporre in poche pagine una vicenda completa, che nel caso del giallo si può riassumere in uno o più delitti, nelle indagini e nell’assicurare alla giustizia il colpevole o i colpevoli. Quindi ci sono necessariamente anche meno parole per l’analisi psicologica dei personaggi e per ricreare ambiente e atmosfera, aspetti che Simenon cura in modo particolare, ottenendo risultati di assoluta eccellenza, magari lasciando in secondo piano l’intreccio vero e proprio. Dico subito che la lettura di La pipa di Maigret e altri racconti mi ha lasciato stupefatto perché non solo l’autore è riuscito a far emergere le sue capacità, ma anche a imbastire delle trame che sono particolarmente avvincenti e che si fanno apprezzare per la rigorosa logica a cui sono improntate. Senza ovviamente svelare il contenuto di ognuno di questi quattro racconti, di lunghezza variabile, dico che il primo, quello che dà il titolo al libro, vede un testimone che ruba la pipa del commissario, il secondo (Non si uccidono i poveri diavoli) ha il suo immancabile omicidio di un uomo tanto umile e modesto da passare quasi inosservato, ma che forse nasconde un’altra esistenza, il terzo (La testimonianza del chierichetto), che è poi quello che mi è piaciuto di più, presenta un interessante accostamento nei comportamenti di un bambino e di un vecchio, il quarto (La vecchia signora di Bayeux), caratterizzato dall’omicidio di una vecchietta, ripropone la nota avversione di Simenon per il mondo fatuo di una certa borghesia di provincia.
Tutti e quattro i racconti hanno come protagonista il commissario Maigret, talora in trasferta per motivi di lavoro in piccole cittadine francesi, mondi spesso silenziosi e chiusi, dove facilmente un viso nuovo può apparire come un intruso. In verità, questo è l’ambiente preferito dall’autore, perché in una comunità ristretta, benchè le indagini possano sembrare più facili, scontano tuttavia un miscuglio di maldicenza e di omertà.
Questo libro, che si legge velocemente, non dovrebbe mancare nella biblioteca degli amanti del giallo e in particolare di quelli che reputano Simenon un narratore che, al di là del genere, ha lasciato un segno indelebile nella storia della letteratura.