L'occhio del male
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Le aberrazioni dell'amore
La Oates, in questi quattro racconti, indaga da par suo la mente umana evidenziando le aberrazioni che un malinteso senso dell’amore può generare. Il filo conduttore che lega i racconti, attraverso una narrazione di crudo realismo, ? l’assenza di qualsiasi limite ai comportamenti che un essere umano può raggiungere in nome dell’amore. Non ci sono classi sociali, età, situazioni esenti dalle sopraffazioni che la Oates mette in scena. Comportamenti malsani che si ritrovano nelle situazioni più disparate; nello stereotipato rapporto di coppia tra persone adulte o nelle infatuazioni giovanili; all’interno di una classica famiglia con figlio unico della piccola o media borghesia così come all’interno di una dinastia nota, affermata, di successo.
Il primo racconto, “Malocchio”, è un vero e proprio “dipinto” dell’animo umano in cui è descritta la trasformazione che avviene nell’uomo dopo la “conquista”. Un noto intellettuale, molto più anziano della protagonista, grazie ad un’acuta sensibilità conquista una sua discente, Mariana, salvandola da una grave depressione causata dalla perdita di entrambi i genitori. Ma, come purtroppo spesso accade nella quotidianità, immediatamente dopo il matrimonio con Mariana, la quarta moglie, l’uomo, pavoneggiandosi di un passato di cui appare fiero, mostra la sua vera natura di persona irascibile, misogina, egocentrica.
La inattesa visita della disinibita prima moglie, Ines, insieme alla nipote Hortensa, farà emergere la reale natura del docente costituita da una volontà di sopraffazione psicologica non disgiunta neanche da episodi di violenza.
In “Così vicino. In ogni momento. Sempre”, la giovane ma “bruttina” Lizbeth, sedicenne un po’ disperata per l’assenza di interesse da parte dei suoi coetanei, mentre studia in biblioteca tocca il cielo con un dito nel rendersi conto di essere il centro della attenzione di un ragazzo. Ma la realtà mostra ben presto tutta la forza distruttrice del giovane uomo. “L’esecuzione”, invece, investiga all’interno di una normale famiglia piccolo borghese costituita da un padre più o meno rigoroso, e da una madre accecata dall’amore per il suo unico figlio. È il racconto più cruento dei quattro in cui l’amore di una madre per il figlio psicopatico la rende orba, non solo metaforicamente, negando e, anzi, ribaltando la realtà. L’ultimo racconto scandaglia invece la negazione del dolore e come la sua apparente rimozione possa trasformarsi nell’incapacità di lasciarsi andare, nell’impossibilità di amare. Le violenze domestiche subite da bambina all’interno della sua altolocata famiglia, una vera e propria dinastia di alto lignaggio, hanno creato una frustrante inibizione in Ceille. Sarà solo grazie alla comprensione e alla complicità del suo compagno se ella tornerà a vivere. Ma a quale prezzo? Questo “sarà il nostro segreto”. Nelle diverse situazioni raccontate, accomunate dal perpetuarsi di atti di violenza sulle donne, la Oates è pienamente calata nella realtà contemporanea.
Con una suspense degna del miglior Edgar Allan Poe i racconti si susseguono ad un ritmo incalzante, senza respiro, tenendo inchiodato il lettore fino all’ultima pagina.
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Amore distorto
Il nazar, amuleto contro il malocchio a forma di pupilla spalancata, compare nel primo racconto e sembra introdurre il lettore in un cammino alla scoperta dei più sordidi risvolti dell’amore.
Stringendo forte il portafortuna, ci si avventura in quattro storie inquietanti, terrificanti nell’essere a loro modo così possibili e reali; così diverse eppure simili per come il senso dell’amore viene stravolto, travisato, violentato.
Figure femminili e maschili si intrecciano in un gioco disturbato di amore e dolore, ossessione e possessione, perdono e vendetta, che assomiglia ad una danza macabra a cui nessuno riesce a sottrarsi, vittima o carnefice vivono allo stesso modo il maleficio, senza riuscire veramente a staccarsi.
I quattro racconti, grazie ad uno stile scorrevole si leggono velocemente ma non con leggerezza, perché il tema trattato ricorda un peso appoggiato sul petto.
Un po’ troppa impersonalità nello stile, lascia a volte qualche dubbio sulle vere intenzioni dei personaggi, ma d'altronde,l’occhio osserva, senza partecipare e senza giudicare.
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L'invisibile maledizione dell'occhio di Joyce Caro
Joyce Carol Oates è una scrittrice molto prolifica ed in corsa per il Premio Nobel per la letteratura. Ora esce, con l’editore Bompiani, L’occhio del male. Sono quattro racconti dai toni assai cupi. In ognuno di essi spicca il lato “visivo” della storia, all’interno del quale si narra sempre di relazioni affettive malate. Nella prima qualcosa non va in un occhio di un personaggio, la prima moglie di un noto scrittore; nella seconda si parla di stalking, quindi il tema rimanda allo spiare, a vedere nascosto, qualcuno, senza essere visto; nella terza è importante che la vittima abbia visto l’assassino e si rammenti di lui; nella quarta qualcuno abusa di una bambina, un parente, che non viene mai scoperto, mai visto come nel giorno della sua brutale morte. In pratica vi è la giovane moglie di un accademico di Berkeley, una studentessa di New York, un ragazzo associato ad una Fratellanza universitaria di Syracuse e una giovane donna imparentata con un ricco membro del Congresso americano. Tutti questi personaggi hanno in comune una particolare concezione dell’amore. Un amore che a volte deve finire, un amore che non si riesce a trattenere, un amore che confonde la mente e un amore che deve morire per permettere la nascita di un nuovo sentimento. “Ma nessun episodio era scatenato da qualcosa di così innocente e irrilevante. Nessuno era stato così sproporzionato.”
La brevità dei racconto rende la lettura piacevole, anche se al termine di ogni racconto si ha una sensazione di indefinito, di qualcosa lasciato in sospeso, nella particolare concezione dell’autrice secondo cui se è vero che un amore come nasce, lentamente, muore; dopo di che la sua morte lascia nella nostra anima un’impronta indelebile all’infinito. Una lettura “speciale”.