Il Tempo, grande scultore
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Un'autrice con una cultura infinita
Marguerite Yourcenar è una delle mie scrittrici preferite e pur non amando molto i racconti lei con questa raccolta di saggi è riuscita nuovamente a conquistarmi.
“Il tempo, grande scultore” è una raccolta molto eterogenea, i saggi spaziano fra tanti argomenti differenti. Possiamo trovare: scritti dedicati agli stili di scrittura, in cui l'autrice ci aiuta a capire i diversi approcci scelti per la stesura di un testo; altri che mostrano la sensibilità dell'autrice nei confronti degli animali; altri dedicati alla diffusione del cristianesimo e infine anche degli elogi funebri.
Uno dei più interessanti è quello che dà il titolo al libro “Di tutti i mutamenti provocati dal tempo, nessuno intacca maggiormente le statue che gli sbalzi del gusto negli ammiratori”.
Ogni racconto conta non più di una manciata di pagine, ma sono comunque sufficienti a lasciare qualcosa. Ancora una volta l'autrice non delude.
Sempre schietta, diretta e mordace ma anche molto sensibile. Lo consiglio!
“E non mi pace neppure che la raccolta sia esclusivamente riservata a scrittori donne. Non ripristiniamo i compartimenti solo per signore”.
Buona lettura!
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Un invito a riflettere
Non si pensi che questo libro sia un’opera di narrativa, perché invece ci troviamo di fronte a una serie di rapidi saggi, di cui uno, per l’appunto Il tempo, grande scultore, dà il titolo all’intero volume. Di Marguerite Yourcenar avevo già letto Memorie di Adriano e L’opera al nero, due autentici capolavori, e mi ero reso conto della grande cultura di questa scrittrice belga, talmente brava da essere stata la prima donna ammessa all’Academie Française, e quindi non mi sono stupito scorrendo queste pagine di trovare riflessioni profonde sulla religione, sul tempo, solo per citare alcuni dei temi affrontati.
Si tratta di saggi, come dianzi detto, brevi, ma non per questo inadeguati, anzi la capacità di sintesi della Yourcenar è notevole, tanto più che, nonostante la difficoltà degli argomenti, il grado di comprensibilità è veramente encomiabile. La sua prosa, scorrevole, per quanto improntata a un ragionamento filosofico, appare di ulteriore pregio qualora si consideri che non di rado si avvicina alla poesia, con l’armonia che le è propria e che accresce la gradevolezza della lettura.
E se i temi sono quanto mai vari, pur essendo di primo acchito quasi banali, lo svolgimento si rivela una fonte preziosa e insostituibile di conoscenza. Prendiamo il primo saggio “Sopra un passo del Venerabile Beda”, che parla dell’avvento del cristianesimo in Inghilterra; a parte che sembra quasi un racconto, mira in effetti a trovare i motivi per i quali questa religione finì per prender piede, non osteggiata, anzi addirittura favorita nel caso specifico, in luogo di quelle esistenti. E il ragionamento è di una logica talmente stringente da non lasciare spazio ad altre spiegazioni.
Personalmente il mio interesse si è indirizzato in modo particolate a Il tempo, grande scultore; mi sono infatti sempre chiesto se la nozione corrente di tempo sia esatta, cioè se esso misuri una successione di giorni, di notti, di ore, ecc,, per dare anche una misura agli accadimenti che si susseguono. Ebbene, secondo Marguerite Yourcenar il tempo, un termine di paragone fra epoche diverse, non può essere considerato come una successione di eventi, secondo un andamento che può essere lineare o progressivo, bensì come un agente atmosferico, uguale alla pioggia, al sole, al vento, in grado di incidere le statue, e non solo quelle, ma per estensione anche l’intero genere umano (non s’invecchia forse?). Questo concetto fa sì che il tempo non sia un metro di misura inventato dall’uomo, ma rientri nel grande coacervo delle leggi di natura. Il tempo non è né veloce, né lento: è così e basta e noi non ne siamo gli artefici, ma vi siamo assoggettati.
Mi piace questo pensiero e mi trova d’accordo, anche perchè così ne conseguono molte risposte a non poche domande: se ancora non c’è risposta del perché si muore, si può ben comprendere invece perché si invecchia, un’accentuazione dell’età che non tocca solo l’uomo, ma anche le cose inanimate e per estensione l’intero universo.
Non c’è che dire, perché riga dopo riga si è quasi gioiosamente costretti a riflettere, in un esercizio di cui noi siamo gli allievi e Marguerite l’insegnante, peraltro per nulla saccente, quasi volesse impostare con il lettore un dialogo, con benefici effetti per entrambi.
Di conseguenza non mi limito a consigliarne la lettura, ve la raccomando vivamente, consapevole che se non è facile essere quasi costretti continuamene a riflettere, però, arrivati all’ultima pagina ci si accorge dell’arricchimento culturale di cui Marguerite Yourcenar ci ha fatto amabilmente dono.
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Al fluire del tempo
"Il tempo, grande scultore" è una raccolta di scritti d'argomento vario, forma di saggistica con l'impronta d'autore, in cui il vasto sapere che Marguerite Yourcenar ha accumulato negli anni è, per così dire, rivestito dallo splendore della scrittura, tanto da destare nel lettore un godimento estetico non inferiore a quello che dona la fruizione dei capolavori letterari.
Per non disperdere l'analisi in tanti rivoli, scelgo di parlare del testo che dà il titolo al libro, non tacendo però che altri scritti contenuti nel volume sono altrettanto ammirevoli.
Non c'è alcuna statua dell'antichità nella condizione in cui i contemporanei la conobbero. Anche le sculture più ammirate hanno subito un processo d'invecchiamento e deterioramento a cui tutti andiamo incontro.
Attraverso gli agenti atmosferici, le varie peripezie a cui esse sono state sottoposte o le sferzate della Storia, il tempo, grande scultore, le ha significativamente modificate.
La nostra scrittrice ci conduce in questo mondo attraverso il quale la creatività del passato e il fluire del tempo ancora ci comunicano emozioni che solo l'arte produce.
Non pensiamo, però, all'azione del tempo esclusivamente in termine di deturpamento. Anzi, "talune di queste modificazioni sono sublimi" ; statue spezzate, dai cui frammenti nasce una forma diversa di bellezza, non immaginata dallo scultore che le ha prodotte : "un piede nudo che non si dimentica (...), una mano purissima, un ginocchio piegato in cui si raccoglie tutta la velocità della corsa" ; i leoni di Delos hanno perduto le loro sembianze feline, per assumere il candore dei fossili, "ossa al sole in riva al mare".
Alcune sculture pare che, proprio grazie alla mano invisibile del tempo, siano diventate emblemi di bellezza : "la Vittoria di Samotracia è diventata meno donna e più vento di mare e dell'aria".
"Certe opere minori (...), abbandonate ai piedi di un platano, sul bordo di una fontana, acquistano nel tempo la maestosità o il languore di un albero o di una pianta; quel fauno villoso è un tronco coperto di muschio; quella ninfa reclina somiglia al caprifoglio che l'abbraccia".
Con queste suggestioni non è difficile immaginare l'Autrice mentre vaga fra i ruderi e le meraviglie della Villa di Adriano, a Tivoli, traendo ispirazione per il suo celebre libro sull'Imperatore.
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saggistica letteraria