Il paese dei desideri. Il ricordo di Hiroshima
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Acqua per favore
Ad Hiroshima era il 6 agosto 1945 quando la prima bomba nucleare della storia venne sganciata sulla popolazione civile. Ci si soffermi su quel “prima”, perché oltre all’atrocità insita in un’arma di distruzione di massa, nessuno sapeva con certezza quale sarebbe stato il corso clinico dei superstiti negli anni e nei decenni successivi.
Hara Tamiki sopravvisse all’atomica e di essa fece il cuore della sua letteratura e la sua ultima ragione di vita. Nella disperazione di chi trovò scampo perdendo tutto e tutti, eroso dai sensi di colpa che accumunavano molti superstiti, egli convertì rabbia e disperazione in prosa e poesia per trasmettere l’orrore e spingere le generazioni future alla consapevolezza, sognando un’umanità impegnata nello smantellamento. Terminata la sua missione letteraria Tamiki, considerato uno dei massimi scrittori della letteratura dell’atomica, si diede la morte.
Il volumetto e’composto da una appassionata prefazione di Kenzaburo Oe e da una approfondita analisi critica del testo. La mia votazione sara’ alta perché trovo preziosi i suoi componimenti, ma potrebbe essere anche nulla non utilizzando i medesimi criteri di valutazione impiegati altrove.
Non e’un libro piacevole, non esiste una trama, nei racconti non si ravvisa alcun anello narrativo. Sono spezzoni che uniti portano al senso compiuto, macerie di una città distrutta che si accumulano in un’architettura distorta, singole ferite di mille uomini che si sommano in un nuovo corpo martoriato.
Sa essere elegante poetica e delicata quella sua scrittura in cui incontro a tratti squarci di cielo blu, alzando le dita più che posso sfioro le ali di un angelo.
Questa non e’ lettura, questa è un’esperienza sensoriale: incubo agonia tormento e strazio.
Mentre sostengo il libro non leggo, abbandono la mente ed il braccio ad un'infinita trasfusione. Il tuo sangue compromesso col mio sangue intatto. Sei il polmone destro annerito dal cancro, io il sinistro che dovra’ respirare per parlare di te e di Hiroshima. Mentre la pelle di meta’ del tuo corpo e’ stata sciolta dal raggio di luce, io saro’ ciò che avanza a riempire il bicchiere con cui dissetarti, mentre mi implori.
Acqua per favore, dell’acqua per favore. Acqua per f…