Il gatto con gli stivali e tante altre storie di gatti
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 1
UN GATTO PER AMICO
“Come compagni sono di gran lunga superiori agli esseri umani. Non litigano né discutono mai. Non parlano di loro ma ti ascoltano se parli tra te e te, e oltretutto assumono l’aria di chi è interessato alla conversazione”. (Jerome K. Jerome)
Questo libro racchiude in sé numerosi racconti, poesie, fiabe e filastrocche che hanno come protagonista principale e unico il gatto. Quel piccolo felino che ci ricorda nei movimenti e nell'agilità tanto i suoi cugini maestosi e selvatici, quali il leone e la tigre, quanto il puma, il giaguaro e ogni altro animale appartenente a questa splendida specie.
A partire dalla storia più famosa de “Il gatto con gli stivali” di Charles Perrault, passando per “Il gatto nero” di Edgar Allan Poe, fino ad arrivare ad altre storie meno conosciute, ma non per questo meno piacevoli, affascinanti, misteriose o sinistre (come il racconto de “la Gatta Bianca” di Madame D’Aulnoy, “Il gatto Spiegel” di Gottfried Keller o “La squaw” di Bram Stoker), veniamo trasportati nel fantastico mondo del nostro amico a quattro zampe, visto a volte come unico migliore amico dell’uomo, in grado di poter comprendere meglio di chiunque altro i nostri sentimenti, a volte come diavolo portatore di sfortune indicibili, a volte come fonte di ispirazione, altre come cacciatore ineguagliabile di topi, volatili e quant'altro, altre ancora come momento di relax e di amore incondizionato nei suoi confronti, quando ci viene incontro e ci regala dolci fusa o si accoccola in grembo, per poi andarsene per i fatti suoi non appena si senta sazio di contatto umano.
Ogni storia ci mostra un lato del carattere del gatto, ci informa di una sua avventura o dei sentimenti degli uomini nei suoi confronti; toccante l’ultima parte che raggruppa una serie di epitaffi dedicati a questo splendido e misterioso animale, venerato nell'Antico Egitto.
Sono tutti racconti brevi, che si leggono velocemente nonostante siano “datati”, essendo stati scritti nei secoli scorsi (ci sono anche brani tratti da Erodoto, Esopo o Diodoro Siculo); alcuni possono risultare più noiosi in quanto citazioni o parti di lettere per cui non si riesce a contestualizzare il testo o in quanto lo stile risulta davvero arcaico, ma nel complesso leggendo queste storie e queste poesie non si può non sorridere pensando a come il gatto abbia sempre suscitato emozioni avverse negli esseri umani e qui mi sento di dover “sfatare un mito”: il gatto nero non porta sfortuna!! Se vi attraversa la strada non inchiodate e non mettetevi le mani nei capelli maledicendo lui e tutti i suoi simili! E’ tutto un crederci e se amate gli animali come potete pensare che questa superstizione sia anche lontanamente vera??