Il fiuto del dottor Jean e altri racconti
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Recensione della Redazione QLibri
Il fiuto del dottor Jean
Sarà a causa del mio essere medico, sarà che anch'io abito in un piccolo paese e spesso mi capita di dovere andare a fare delle visite in mezzo al nulla, ma questo dottorino mi ha davvero conquistata.
Un Simenon che ad una prima lettura può apparire sottotono, meno coinvolgente e avvolto da un'aura quasi di stanchezza; ma questa sensazione dura poco, appena il tempo di arrivare alla penultima pagina del primo racconto, quando ci si accorge che il dr. Jean si è incuneato, in punta di piedi, nelle nostre sinapsi e la voglia di vedere cosa andrà a combinare ci pervade e costringe a leggere il successivo.
Quattro racconti sono raccolti in questo volume ed è presente una continuity; leggibili singolarmente, sono molto più comprensbili e se ne apprezza più l'evolversi del personaggio se letti in successione.
Il lessico è lo stesso, ricercato, ma non troppo, essenziale, ma mai povero ea differenza dei romanzi in cui è presente Maigret si ha a che fare con un personaggio che è uno di noi ed è per questo che è adorabile.
Imamginate un giovane dottore dei tempi andati, con una macchina sgangherata, intento a medicare ferite e far nascere bambini, nel caldo afono del sud della Francia, in un'estate torrida; immaginatelo andare in una casa sperduta a fare una visita e non trovarci nessuno di umano, ma incontrare una passione sconosciuta eppure pervasiva: l'investigazione.
Per caso, per diletto il dottorino diviene un investigatore per passione e i suoi teatrini con le forze dell'ordine sono esilaranti e la sua caratterizzazione convincente.
Consiglio, come sempre la lettura, per rilassarsi e sorridere.
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Quattro mediocri racconti
La produzione letteraria di Simenon è, a dir poco colossale, visto che fra romanzi e racconti si parla di circa 500 opere. Con una simile mole di lavori è quindi piuttosto ovvio, prima ancora che probabile, che non tutti siano riusciti bene, che in alcuni non si possano trovare le tradizionale grandi qualità del loro autore. Aggiungo inoltre che Adelphi, impegnata nella pubblicazione dell’intera produzione di Simenon sta cominciando a raschiare il fondo del barile e così può capitare che vengano stampate opere minori che, in taluni casi, francamente non sembrano riuscite. E’ questo il caso di Il fiuto del dottor Jean e altri racconti, quattro prose abbastanza lunghe scritte nel 1938 con i quali l’ideatore del celebre commissario Maigret cerca di dare vita a un nuovo personaggio, ma il tentativo secondo me è fallito, perché questo giovane medico di campagna, che si improvvisa investigatore, arrivando a risolvere casi con il solo intuito, è di modesto spessore, nel senso che non ha carisma, né è in grado di suscitare molte simpatie, tanto più che Simenon ha cercato di usare un tono leggero, quasi frivolo e un po’ scherzoso, caratteristiche che non essendo proprie dell’autore non riesce a trasferire in modo soddisfacente al suo personaggio. Mancano soprattutto quello stile incisivo che tutti riconoscono al narratore belga, quella straordinaria capacità di sondare l’animo umano e di proporre al lettore ambientazioni e atmosfere capaci da sole di avvincere; inoltre, le trame sono un po’ scialbe e le soluzioni piuttosto illogiche.
Non mi sono piaciuti questi quattro racconti che sembrano scritti da un altro Simenon, non quello che ci ha abituato a opere di elevato livello.