Narrativa straniera Racconti Il cappello di Rembrandt
 

Il cappello di Rembrandt Il cappello di Rembrandt

Il cappello di Rembrandt

Letteratura straniera

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Accanto ai suoi romanzi maggiori, Bernard Malamud ha sperimentato con successo la misura del racconto, in cui ha inscenato delle variazioni dei temi che gli sono cari: la fatica, la solitudine, la sconfitta, ma anche un’appassionata speranza di riscatto e di fede, accompagnata da una carica decantatrice di ironia e di humour. Qui troviamo un insegnante che cerca di strappare il padre a una morte inevitabile e si imbatte in un rabbino che gli offre come talismano una corona: tutto si vanifica attorno alla sua realtà fisica ed economica. E poi ancora un pittore che vuol diventare grande come Rembrandt e del maestro comincia a portare i cappelli; una giovane casalinga di periferia che sogna una vita da romanzo; un vedovo che insegue il desiderio di un giovane amore; un cavallo da circo che ragiona come un uomo; un ebreo russo che vuole affidare a tutti i costi i suoi racconti a uno sconosciuto affinché li porti all'estero... In ognuna delle storie di Malamud c’è sempre i tentativo di dare concretezza a un desiderio impossibile: collocare la fantasia al di qua del regno del superfluo, per viverla come una delle dimensioni fondamentali dell’esistenza.



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Il cappello di Rembrandt 2017-10-31 05:58:11 siti
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siti Opinione inserita da siti    31 Ottobre, 2017
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Sempre caro mi fu...

Otto racconti uniti in raccolta nel 1973: La corona d’argento, Uomo nel cassetto, La lettera, A riposo, Il cappello di Rembrandt, Bigliettini di una signora a una cena, Mio figlio l’assassino, Cavallo parlante. Tutti di ambientazione americana tranne il secondo incorniciato in una splendida Russia stretta dalla morsa dello spionaggio internazionale.
Storie brevi, concise e compiute dall’epilogo evidente e dal messaggio illuminante; raccontano la piccolezza del vivere, l’ambiguità del sentire umano, l’incapacità del saper vivere e il senso di inadeguatezza e di fallimento o- al minimo - di profonda insoddisfazione che ne possono derivare. Alcuni vivono di un gradevole sconfinamento nella materia surreale (La corona d’argento), altri se ne nutrono profondamente (Il cavallo parlante); certi (Bigliettini di una signora a una cena, Il cappello di Rembrandt) ricordano per piccoli dettagli, per sentore, per reminiscenza pura i suoi romanzi: vi è l’ebreo, vi sono i professori, c’è una certa insoddisfazione coniugale e l’incomunicabilità regna sovrana.
La lettura sarebbe opportuna dopo aver incontrato la grande produzione romanzesca malamudiana perché i riferimenti intertestuali verrebbero naturali e gradevoli, concorrendo a migliorare la fruizione del suo universo narrativo fatto di storie completamente sacrificate all’impianto narrativo a discapito dell’esibizione stilistica. Eppure il buon caro Malamud impreziosisce anche queste pagine con fulminee incursioni stilistiche a rammentarci la sua cifra.
Tentativi di salvare il proprio padre, di far uscire un manoscritto dalla Russia, di far imbucare una lettera, di farsi notare da una donna, di ripristinare dei rapporti cordiali dopo uno scontro silente, o ancora di approcciare un uomo più giovane del proprio marito, o di comprendere il silenzio di un figlio e per finire quello di uscire dal corpo di un cavallo. Questa la materia narrata a voi scoprire chi e come vi riuscirà. Buona lettura.

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