I funerali della Mamá Grande
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Macondo oggi, ieri, per sempre.
Piccolo libro racchiude otto racconti ed un benvenuto speciale, si torna a Macondo.
O forse sarebbe piu' corretto affermare che questo e' il nostro primo viaggio a Macondo, perche' l'immaginifica, indimenticabile localita' narrata in CENT'ANNI DI SOLITUDINE verra' alla luce solo alcuni anni dopo la pubblicazione di questa raccolta.
Del resto quel paesaggio caraibico, asfissiante e malarico, colorito e colorato perso chissa' dove nella foresta colombiana e' parte del DNA di Marquez, non ha date signori miei, ha cromosomi.
Non meno belli di altri suoi scritti ma un poco piu' acerbi e molto piu' caratterizzati da una malinconia di fondo, dal senso compiuto talvolta, sfuggente (a me) talaltra, si snocciolano così i primi racconti.
Nocciola dopo nocciola arriviamo al dunque, all'ultimo succoso maracuja che i noccioli, i semi stringe nel suo nucleo interno custoditi da una polpa febbricitante di frutto del Caribe Marqueziano, il racconto che del resto dà il titolo all'opera : I FUNERALI DELLA MAMÀ GRANDE.
In sintonia con la scrittura che piu' amo dell'autore, in un gorgheggiante folclore di ironia ed esuberanza qui si caratterizza -agli albori della spettacolare estrema unzione- il personaggio della matrona delle matrone: Maria del Rosario Castaneda y Montero , Sua Signora la Mamà Grande.
Bello, sempre bello calarsi tra le sue pagine, sia per chi ama lo scrittore che per chi non lo ha mai letto e vuole scoprire una penna ed un'immaginazione esclusive, partendo da un libro breve e non impegnativo.
Buona lettura.
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A MACONDO SI VIVE COSI' !
Credo sia lo slancio dell'amore, la forza maggiore che porta ad una conoscenza profonda e rispettosa...e viversa...
Con otto racconti l'autore Gabo' ci parla del suo mondo...Macondo e lo fa entrando nei dettagli di vita quotidiana.
L'ambiente è l'America Latina, caratterizzata da un gran caldo e le inevitabili sieste; dai rapporti umani molto schietti basati su sguardi non palpebrati; dall'irregolarità e illegalità condivise ; da una povertà sempre decorosa che sottende ad atteggiamenti di ingenuità e generosità.
Vedove incapaci di riscattarsi da un rapporto di sottomissione e parroci molto anziani che faticano a invogliare il popolo alla partecipazione delle celebrazioni, sono delle figure che in particolare spiccano nei vari racconti.
L'autore non si smentisce nella sua capacità di rendere la semplicità la chiave più importante di lettura dei suoi racconti.
Io ho apprezzato in particolar modo il racconto "Rose artificiali" dove una nonna riesce pur con la sua cecità a cogliere momenti e particolari di vita ( con empatia e vicinanza totali ) elementi che nemmeno un vedente spesso non vede.
Invece ho trovato assurdo e paradossale l'ultimo racconto che doveva essere il fulcro del libro.
Pur rileggendolo non sono ruscita a cogliere il messaggio o comunque la motivazione che ha portato l'autore a darci una visione così a mio avviso eccentrica, tanto da coinvolgere perfino lo stesso Papa ...quasi un viaggio della fantasia, piuttosto che una elaborazione di una realtà...
Confido vivamente di potermi confrontare con qualcuno di voi, amici lettori, per avere una visione più ampia e plausibile di questa, per me strana, narrazione.
Grazie a chi vorrà affiancarmi in questo mio intento ed obiettivo...
Buona lettura a chi ama già Marquez...ma anche a chi lo dovesse affrontare per la prima volta.
Pia
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A chi ama Marquez.