I colori dell'addio
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"Il dolore c'era, c'era sempre stato"
Il dolore c'era, c'era sempre stato in tutti quegli anni, un colore vago, sopportabile ma costante"(citazione)
Questo libro è pervaso dalla malinconia, dal rimpianto, dalla nostalgia per un amore interrotto, da un'amicizia finita e da una perdita.
Il dolore rimane sempre, sembra scomparire e invece è lì sempre pronto ad uscire e sconvolgerci di nuovo.
Nei vari racconti che compongono il libro, i personaggi hanno età diverse, vite differenti però è comune il tema principale dell'addio, i sentimenti che animano queste storie sono la paura, la rabbia, il tradimento, il dolore e l'amore finito.
In vari momenti leggendo le storie la domanda che mi è venuta in mente è la seguente: riusciremo a perdonare il torto che abbiamo subito? Oppure ancora, riusciremo a superare una perdita e andare avanti a vivere?
Sicuramente questo libro apre molti punti di riflessione sulla vita, sulle relazioni, sui sentimenti, sulle amicizie e soprattutto che alcune volte dobbiamo convivere con il passato e con i nostri errori, con i nostri fallimenti.
Trovo che i racconti siano stati troppo corti per riuscire ad affezionarsi ai personaggi e alla storia narrata, alcuni sono stati più interessanti di altri e ho preferito: Il medaglione, Daniel my brother, Macchie senili e Anniversario.
"Mi dispiace, Sabina, per quanto è successo, per ciò che ho fatto e non ho fatto, mi dispiace davvero. ma più che altro mi mette tristezza. E' questa mia tristezza che si stende su tutto e mi stanca, è come un'acqua nera, un lago nero nel quale annego, annego di continuo."(citazione)
Ho trovato che i vari protagonisti della storia non fossero molto approfonditi e delineati, sicuramente per il fatto che i racconti sono troppo brevi e tutto rimane un po' in sospeso.
Ho apprezzato molto lo stile dell'autore molto chiaro e diretto, in alcuni racconti l'autore è riuscito a essere più convincente e a creare una narrazione più avvincente e interessante; in altri casi probabilmente qualche pagina in più sarebbe servita per rendere la storia più appassionante.
Un libro che mi ha trasmesso molta tristezza e malinconia, ma ho capito che alcune volte bisogna accettare il dolore e cercare di conviverci.
Indicazioni utili
Le forme dell'addio
«Le cose belle non potevano essere sbagliate.»
Tradotto da Susanne Kolb, “I colori dell’addio” edito da Neri Pozza e scritto da Bernhard Schling è una raccolta di racconti costruita su quello che può essere definito un fermo immagine. Ciascun racconto ha un suo corpo, una sua identità e un suo sviluppo autonomo con una matrice – ancora – autonoma e al contempo una penna che muta a seconda del narrato.
Racconto dopo racconto ogni esistenza e ogni personaggio prende forma e corpo. Il tutto tra un velo di nascosto e celato, una menzogna che si fonde alla verità e al mistero che costella ogni vita. In una dimensione di sospensione e comprensione, una dimensione fatta di addio. È questo il tema principale dell’opera, della raccolta. Ma è un addio che viene analizzato nel suo paradosso, nel suo contrario e cioè nella consapevolezza del suo esistere e nella dimensione costante e fiera del suo bisogno di trattenere e restare. Perché tra individui si crea un legame forte e indissolubile e in qualche modo questo si trattiene anche solo per mezzo del ricordo.
Basti pensare a “Intelligenza artificiale”, racconto in cui a essere protagonista è la memoria legata al tradimento e al terrore perché il poter essere scoperti è una costante sostanziale. Ancora fortemente presente è l’aspettativa di noi e dell’altro.
Alla base dei racconti vi è una vera e propria analisi dell’essere umano in tutte quelle che sono le sue dinamiche e oscurità. Certamente ciò è anche impronta del lavoro di Schling che di professione psicologo è avvezzo all’ascoltare, al far proprie quelle voci che abbisognano di trovare ascolto, di essere nutrite, perdonate, coccolate, custodite.
A far da contorno il dato storico focalizzato su quella Germania divisa in due dal muro di Berlino.
Nel complesso una raccolta molto interessante, caratterizzata anche da una vena poetica ma soprattutto dal forte carattere introspettivo.