Figli randagi Figli randagi

Figli randagi

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Una raccolta di racconti sull'esperienza del crescere negli Stati Uniti, sulla lotta quasi eroica che gli adolescenti affrontano per definire se stessi e i confini della propria libertà. Scritti in un arco di tempo che va dal 1965 al 1972, questi sei racconti descrivono l'universo violento degli adolescenti: lo stupro, la droga, la follia, il divorzio dei genitori, il suicidio. Oltre alla violenza, alla solitudine e al bisogno d'amore, ad accomunare questi giovani c'è una nuova moralità, che non distingue più tra bene e male, bello e brutto, morale e immorale.



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Figli randagi 2014-03-21 22:13:33 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    22 Marzo, 2014
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Bellissimo

Dopo aver letto il primo racconto stavo per buttare il libro, non perchè il racconto sia brutto ma terribilmente ansiogeno per un genitore e a me non piace questo tipo di lettura. Andando avanti però gli altri racconti sono abbastanza diversi, e tutti leggibili. Mi pare che la Oates approfondisca in ogni racconto una fantasia particolare, o una sua paura, inseguendola fino in fondo e immaginando di vederla concretizzarsi. A differenza di altri scrittori che sembrano alludere alla loro vita passata e ruminarla, lei fantastica e immagina cose che non sono state. Ad esempio, in un racconto la protagonista Barbara, vincitrice guarda un po' del premio Pulitzer per la poesia, vede il marito professore universitario portarsi in casa la studentessa/amante. In un altro un genitore viene travolto dall'amore per un figlio che non sapeva di avere. Ma il racconto che mi è piaciuto di più è quello dell'insegnante suora e del cambiamento che si produce nella sua coscienza. Le ultime pagine del racconto sono bellissime, con la descrizione della mente della suora che si stacca e vaga per poi ritornare dov'era ma in una consapevolezza di solitudine e di isolamento del tutto nuova. L'alienazione è presente in molti racconti come condizione di partenza o di arrivo di un personaggio. Spesso l'ambiente descritto è quello universitario, un po' oppressivo e limitante. Un mondo cui è faticoso appartenere per la necessità di restarne all'altezza o di dimostrare di esserlo.
Lo stile è cristallino, pulito, chiaro con delle punte di grande bellezza. Mi è proprio venuta voglia di approfondire la conoscenza con la Oates.

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