Disaccordi imperfetti
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Recensione della Redazione QLibri
Musicali interdipendenze
Disaccordi imperfetti è una raccolta di racconti scritti tra il 2005 e il 2012 e in parte già pubblicati presso autori inglesi e francesi. Li accompagna , presentandoli, una nota dell’autore che ne spiega la genesi e la loro interdipendenza , per alcuni di essi, con romanzi già scritti e pubblicati e con un’opera in fase di scrittura.
Il titolo originale gioca sul doppio significato dell’espressione “loggerheads":“ai ferri corti” e “disaccordo” e tale valenza semantica percorre l’intera antologia. Essa può essere declinata come accordo musicale dalle infinite possibilità, quelle generate da un racconto. Il primo vive sull’onda del ricordo ed è completamente imbastito sulla supposizione. Un pianista di pianobar immagina uno sviluppo diverso, sulle corde del condizionale, ad una situazione reale appena sfiorata ma non vissuta pienamente. C’è di mezzo una donna. “Ai ferri corti” è anche il titolo di un breve racconto, voce narrante femminile, narra il disaccordo tra una coppia di pensionati per il nome da dare alla loro casa al mare. “Leida “ è un bel racconto: muove qualche corda emotiva. Si prosegue poi con altri racconti autonomi, ma spunti narrativi da sviluppare in “Unrest” l’opera alla quale Coe sta lavorando (storia di una famiglia borghese della seconda metà del ‘900).
La scrittura è tesa a evocare il passato, lo scorrere del tempo, a rappresentare il desiderio di fermarlo contrapposto alla brama del cambiamento necessario: “ per alcune persone, il tempo si ferma davvero. Lo ha sempre fatto, ed è la loro definizione dell’inferno”.
Chiude la raccolta “Billy Wilder. Diario di un’ossessione” che ripercorre nel tempo l’ interesse esagerato dell’autore per la colonna sonora di “La vita di Sherlock Holmes”, film del regista di “A qualcuno piace caldo”, “Quando la moglie è in vacanza”, fra i tanti.
Ritengo che quest’opera possa piacere a chi stima Jonathan Coe e ne condivide alcune passioni: musica e cinema. Potrebbe piacere a chi ama la forma racconto e un certo sentimento del tempo perduto.
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Affetti, passato e speranze.
Jonathan Coe e' autore conosciuto per testi di profonda indagine socio-politica, culturale, generazionale, dall' 'Inghilterra Tatcheriana all' inizio del nuovo millennio, si pensi alla " Banda dei brocchi " ed al successivo " Circolo chiuso ", cosi' come alla " Famiglia Winslow ", ascesa e decadenza di un impero economico in una saga famigliare espressione della corruzione capitalistica della modernita'.
Vi e' un altro filone di approfondimento nei suoi scritti, ed e' quella intricata, a tratti cupa, spesso irrisolta, indagine umana a tutto tondo. Si parla di psicologia, di esistenzialismo, di tragedia e commedia, di thriller e farsesco, di attenta analisi dell' umano, nel proprio disarmante mostrarsi, si pensi a " Donna per caso ", " L"amore non guasta ", " La casa del sonno ","La pioggia prima che cada ".
In " Disaccordi imperfetti " si raccolgono ed emergono tematiche intimiste, si riassumono i temi di una vita, la solitudine individuale, la casualita' degli accadimenti, una certa rassegnata certezza dell' imponderabile e dell' ineluttibilita' di un destino che poteva essere diverso.
Sono figure fragili, irrisolte, alla ricerca di un senso della vita che spesso non c'e', o e' solo sperato o sognato, si pensi ai primi racconti, " Nona e tredicesima ", " Versione originale ", "Leida", in cui emergono tematiche note e gia' trattate, giuochi di ruoli, realta', sogno, illusioni, delusioni , aspettative, desideri e passioni svanite in un soffio, il tutto intessuto da quel sottile confine tra sogno ( e sonno ) e realta', cosi' come ci si domanda quale destino si traccia e si compie per un individuo alla ricerca di se stesso, inserito nel mondo ma lontano da esso, in balia di una traccia misteriosa e di una idea di certezza che e' se' e non se', alla ricerca di un quid ( l' amore ) che basti.
La seconda parte dei racconti, da Unrest, segnano , come dice l' autore, l' idea di tracciare la storia di una immaginaria famiglia borghese delle Midlands nel corso del ventesimo secolo, con una forte componente autobiografica, i ricordi d' infanzia, con caratteri intimisti, delicati, sotto forma di diario, connessi al precedente " La pioggia prima che cada ", sviscerando tematiche ed affetti, l' amore per la contea inglese dello Shropshire, dove e' cresciuto, per il nonno, suo mentore, per Sherlock Holmes, per la musica ed il cinema, ma forse, come Coe stesso ci dice, " tutta la nostalgia e' un desiderio struggente di innocenza, tutto scivola via, .... sono andato in cerca di qualcosa di ancora piu' irraggiungibile, ho cercato di ricatturare il senso di meraviglia, di sicurezza, di felicita', e' quel giovane me stesso che ho cercato di riportare in vita. "
In conclusione, l' autore ci fa riflettere su un aspetto totalizzante: tutto e' cambiato o forse nulla, niente sara' piu' come prima, e' gia' stato e non tornera', il passato riemerge ingombrante, puo' essere chiarito ma resta immutabile, esiste il presente e soprattutto il futuro da cui ripartire....