Come un romanzo
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 7
Una questione d'amore
Leggere, in special modo, imparare a leggere, impratichirsi della lettura è un’esperienza cruciale, fondamentale, delicatissima del percorso esistenziale di ognuno.
Perché la lettura è potere, la lettura trasmette esperienze, conoscenze, sensazioni non immediatamente rilevabili nel quotidiano e che però, alla fine, si presenteranno, e sapere, avere cognizione, possedere la cultura di ciò che è, che può essere e che sarà, avvantaggia l’individuo, lo protegge, lo educa e, in definitiva, gli insegna a vivere.
Importante è perciò amare la lettura, inculcare la curiosità che spinge a prendere in mano qualsiasi cosa di scritto, insegnare a leggere spontaneamente perché piace, e non per coercizione, perché è un compito a casa, un dovere da compiere.
Indicare, soprattutto con l’esempio, che la lettura, questo straordinario strumento di crescita e di vita, è amore; esso gratifica, rasserena, emoziona, regala le stesse, identiche sensazioni dell’amore, sotto qualunque forma esso si presenta nel corso dell’esistenza.
Non si creda che sia un compito particolarmente difficile, anzi: l’amore per la lettura è naturalmente innato in ogni bambino, perché l’amore per la lettura è sinonimo di curiosità, non esiste bambino che non sia curioso di per sé, per definizione stessa del termine bambino.
Siamo proprio noi genitori, senza neanche rendercene conto, a rafforzare nei nostri piccoli l’amore per la lettura. Quale papà, quale mamma, non hanno letto le fiabe ai loro bambini? Esiste, per esempio, tutto il rituale della favola della buonanotte, vero? Ebbene, in quei momenti il bambino legge. Legge con passione, con curiosità, condivide le emozioni e le sensazioni delle storie e dei protagonisti, s’innamora dei libri, li pretende, li preferisce ai giochi. Egli legge, ama la lettura. Certo, lo fa attraverso di noi: ma ciò accade perché non ha ancora gli strumenti, non ha cognizione della tecnica di lettura, non sa ancora leggere, allora approfitta della nostra, che è lì, disponibile, alla sua portata, e noi adulti ce ne sentiamo gratificati sì, ma purtroppo anche affaticati ed annoiati.
Per cui, quando il bambino impara i rudimenti della lettura, commettiamo un errore madornale: lo lasciamo da solo. Ormai può leggere da solo, pensiamo, che legga da solo, dunque, e noi ci riprendiamo il tempo una volta dedicato alla lettura insieme. Ciascuna tecnica, agli inizi, costa fatica, tutto ciò che è ancora rudimentale, pesa: dimentichiamo troppo spesso, e troppo facilmente, questa verità. Se a ciò aggiungiamo che, da che mondo è mondo, la solitudine ha sempre spaventato ed annoiato il bambino, è inevitabile che ciò che un tempo era amore si trasforma, inevitabilmente, in noia, peso, insoddisfazione, disamore per la lettura. Imparare i rudimenti della lettura, dunque, non significa che il bambino ha completato l’iter formativo del leggere, non è, non deve essere, per il suo stesso bene, un’alibi per lasciarlo solo.
Leggere è amore, e l’amore non vuole individualismi, l’amore comprende l’altro, indiscutibilmente.
Leggiamo con lui, dunque, commentiamo ciò che legge con lui, stiamo insieme con lui. Non ci sarà da pentirsene.
Tutto questo, ed altro ancora, si può trovare meglio espresso in questo gradevole, breve ed agile volumetto di Daniel Pennac, uno dei più grandi educatori e pedagoghi contemporanei. Un testo edificante, per niente difficile o scientifico, che non dovrebbe mancare, a parer mio, nella biblioteca d’ogni educatore, e quindi d’ogni genitore.
Indicazioni utili
La lettura è amore e l'amore per la lettura
Con “Come un romanzo” di Daniel Pennac ho messo in pratica il IV Diritto imperscrittibile del lettore: IL DIRITTO DI RILEGGERE. E’ infatti la seconda volta da quel lontano 1993 che rileggo questo libro ed ogni volta è una scoperta. E’ un libro agevole nella lettura, scorrevole ma profondo, illuminante, chiunque sia un lettore si riconosce nei molteplici esempi che Pennac tratteggia con maestria.
Nella prima parte del libro Pennac spiega come in noi nell’infanzia nasce l’amore per la lettura, per il “racconto”, grazie alla voce dei genitori che ci fa vivere le storie; poi la scuola, i programmi scolastici, le schede di lettura e quell’imperativo: bisogna leggere!. E’ lì che si perde il piacere e la gratuità della lettura per la maggior parte dei ragazzi i quali, distratti da innumerevoli altre attività, sentono tutto il peso della loro inadeguatezza di fronte a libri misurati perlopiù dal numero delle pagine.
Nella seconda parte del libro ci mostra esempi di come risvegliare l’interesse per la lettura, ci racconta di poeti e professori che hanno trasmesso il loro amore per i libri ai loro alunni “-Ogni lettura è un atto di resistenza. Di resistenza a cosa? A tutte le contingenze-”.
Ogni lettore ritroverà sé stesso in comportamenti come il bisogno di far sedimentare ciò che si è letto (IL DIRITTO DI TACERE) perché ci siamo ancora dentro ma allo stesso tempo aver piacere nel condividere poiché “- la lettura è, alla fine, l’oggetto di una condivisione”.
Questo libro non è soltanto il famoso decalogo del lettore che ormai tutti conoscono, ma è un vero e proprio inno alla lettura “- La lettura è, come l’amore, un modo di essere-” , “-...soprattutto leggiamo contro la morte-” perché “-il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere-”. Con “Come un romanzo” ho ritrovato un vecchio amico (e al tempo stesso ho capito un po’ di più la me stessa lettrice) e leggerlo è un’esperienza che consiglio vivamente a tutti coloro che in un modo o nell’altro amano i libri.
Indicazioni utili
Il verbo leggere è intollerante all'imperativo
«No, seguiva il suo ritmo, ecco tutto, che non è necessariamente quello di un altro, e che non è necessariamente il ritmo uniforme di una vita. Il suo ritmo di apprendista lettore, che conosce accelerazioni e brusche regressioni, periodi di bulimia e lunghe sieste digestive, la sete di progredire e la paura di deludere…»
Proprio lo scorso 11 aprile ho avuto modo di incontrare e ascoltare Daniel Pennac perché venuto in visita, nonostante molteplici e spiacevoli tentativi di boicottare l’evento, nella mia cittadina. È stata una serata ricca di emozioni e di spunti di riflessione che mi hanno indotta ad assecondare quella voglia, troppo spesso rimandata, di approfondire questo autore così eclettico e prevalentemente noto per il ciclo sui Malaussène.
In “Come un romanzo” il narratore non si concentra e non si focalizza su creature misteriose e assurde o su personaggi tanto particolari quanto eclettici, bensì affronta un tema a lui caro e che sovente torna a esser protagonista delle sue interviste e delle varie presentazioni: la lettura. Perché leggiamo? Come ci avviciniamo davvero all’universo della parola scritta? E perché sempre più oggi come oggi vi è una tendenza a leggere sempre meno? Perché i nostri figli che magari sono cresciuti con la passione per i libri e a cui leggevamo storie e storie e sempre lo stesso pezzo in ripetizioni ininterrotte prima dell’ora del dormire, adesso non leggono più e vivono questo piacere come se fosse un compito, un dovere, un obbligo? Certo, in parte è colpa (se di colpa si può parlare) del secolo del consumismo, in parte è colpa delle tecnologie, in parte è colpa degli scrittori del passato che si disperdevano in migliaia di descrizioni, ma perché quel piacere che magari a noi veniva proibito (basta leggere! È vietato! Ma quanto leggi!) adesso sembra essersi tramutato in un enorme fardello (ancora a pagina 48 di 500, in quindici giorni. Prof non ce la farò mai!)?
Pennacchioni si interroga su ciò e con la totale assenza di volontà di pregiudizio e giudizio alcuno e con una penna semplice e diretta, analizza entrambe le prospettive: quella dell’adolescente che ha il terrore di questo mostro di carta e quella dell’adulto cresciuto con il riecheggiare delle parole e che volontariamente o involontariamente si è risvegliato pedagogo.
La sua ricostruzione non si esaurisce ancora, però. Perché a seguito di tutte queste interessanti considerazioni che partono dal concepire il leggere come un atto al concepirlo come un dogma passando per le ragioni e le non ragioni di questa evoluzione, il francese redige anche quelli che sono i dieci (ha dichiarato di aver ipotizzato negli anni anche un undicesimo da aggiungere a questi) diritti del lettore:
1. Il diritto di non leggere,
2. Il diritto di saltare le pagine,
3. Il diritto di non finire un libro,
4. Il diritto di rileggere,
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa,
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa),
7. Il diritto di leggere ovunque,
8. Il diritto di spizzicare,
9. Il diritto di leggere a voce alta,
10. Il diritto di tacere.
Questo e molto altro è “Come un romanzo”, un testo breve che si esaurisce in pochissime ore ma che lascia il segno e induce il conoscitore ad interrogarsi e ad interrogare nonché a notare sfumature e colori di questo meraviglioso universo che è il leggere che in precedenza, forse, semplicemente non aveva colto.
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Come amare la lettura
“Avevano semplicemente dimenticato che cos’era un libro, cos’aveva da offrire….Non sapevano che un romanzo deve essere letto come un romanzo: placare prima di tutto la nostra sete di racconto”.
In queste poche righe è forse racchiusa l’essenza di questo “pamphlet” di Pennac che riflette liberamente sulla passione della lettura, sul piacere che ne deriva e soprattutto sul “come” trasmettere queste sensazioni a giovani lettori che devono crescere, in particolare studenti adolescenti che sembrano avere dimenticato quelle sensazioni che provavano da piccoli quando i genitori leggevano loro le fiabe.
Ho riletto questo libro a distanza di anni -a proposito, il diritto di rileggere è uno dei “10 diritti imprescrittibili del lettore” enumerati dall’autore- essendomi appellato recentemente al “diritto a non finire un libro” (ebbene si, tra i 10 vi è anche questo..) che me lo ha fatto in qualche modo rievocare.
E’ stata una piacevole riscoperta, perché il sagace stile del “professor Pennac” risulta sempre accattivante (come non citare la saga di Malaussène a tal proposito!). Ci ricorda come genitori e scuola rappresentino i pilastri portanti dell’educazione letteraria dei giovani, evidenziando quegli errori che spesso e (in)consapevolmente vengono fatti, col risultato di allontanare (definitivamente?) i ragazzi dal semplice piacere della lettura che non deve assolutamente essere considerata come un”dogma” al quale adeguarsi. In sintesi un libro da tenere sul comodino che ogni persona adulta dovrebbe leggere.
Indicazioni utili
Leggere non sopporta l’imperativo…
Daniel Pennac nelle sue opere ha dato vita a numerosi conturbanti personaggi e assurde creature, in questo libro invece, si misura nell’impresa titanica di fronteggiare lui stesso un mostro terrificante: La Lettura.
Spoglio di pregiudizi e di toni accademici, l’Autore, armato solo della sua penna e della sua rivoluzionaria “contro-pedagogia” ("che pedagoghi eravamo quando non ci curavamo della pedagogia!"), si schiera al fianco dei deboli in questo scontro epocale tra il mostro e le sue vittime… Si schiera al fianco di adolescenti e non, terrorizzati dall’indomata bestia, dimostrando che a ben vedere poi se avvicinata con pazienza e addomesticata questa può diventare la formidabile ed insostituibile compagna che chi, da tempo ormai, affonda il naso fra le pagine profumate di carta, inchiostro e fantasia, ha già imparato a conoscere ed amare.
Verso il finale questo piccolo libro regala qualcosa di unico e inestimabile, “I diritti imprescindibili del lettore”, che in barba al dover leggere, ai dogmi sul come e cosa leggere, riportano la lettura ad una dimensione più emancipata, fruibile, spontanea e passionale.
1. Il diritto di non leggere
2. Il diritto di saltare le pagine
3. Il diritto di non finire un libro
4. Il diritto di rileggere
5. Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6. Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7. Il diritto di leggere ovunque
8. Il diritto di spizzicare
9. Il diritto di leggere a voce alta
10. Il diritto di tacere
“Come un romanzo” è in grado di cambiare radicalmente la prospettiva sulla concezione della lettura, ampliandone indefinitamente i confini e fornendo spunti di riflessione, riconsegnandoci un piccolo squarcio di libertà di cui è bellissimo ed impagabile riappropriarsi.
Indicazioni utili
e/o a chi sia disposto a mettere in discussione il proprio punto di vista
Geniale!
Questo è uno di quei libri che chiunque dovrebbe leggere!
Scritto con una prosa briosa ed accattivante, è un libro divertente che affronta in maniera leggera, ma non superficiale, tematiche molto attuali per la nostra società moderna. La lettura è solo un obbligo che gli insegnanti impongono ai propri studenti o può diventare un piacere? E chi è sempre molto impegnato cosa può fare per avere il tempo di leggere?
Non molto tempo fa, ascoltai una persona dire "non sopporto quelli che mi dicono "mi piace leggere, ma non ho tempo!" Hai il tempo di stalkerare il tuo ex su facebook? Allora hai anche il tempo per leggere". Certo, Pennac l'ha detto in modo meno diretto, più letterario, ma il concetto è lo stesso: se si ha il tempo per essere impegnatissimi a fare qualunque cosa, allora il tempo per leggere c'è, solo che non lo si vuole usare.
Per quanto riguarda la prima domanda, invece, è bello vedere come Pennac, mettendosi nei panni di un figlio, di uno studente, di un genitore, di un educatore riesca a rispondere in maniera esaustiva alla questione, raccontando proprio come se il suo fosse un romanzo. La lettura deve essere un piacere, è uno dei maggiori passatempi di sempre, perchè deve essere relegata al ruolo di obbligo scolastico? E anzi, la lettura è un piacere talmente grande e personale che ogni lettore può affrontare un libro, che sia un romanzo, un saggio o una raccolta di poesie, come più lo aggrada: nessuno può imporre al lettore di finire il libro o di leggere ogni singola parola, se non il lettore stesso!
E così, Pennac conclude la sua opera con un decalogo, che voglio riportare qui sotto (non è spoiler, lo si può leggere sul retro di copertina):
"1 Il diritto di non leggere
2 Il diritto di saltare le pagine
3 Il diritto di non finire il libro
4 Il diritto di rileggere
5 Il diritto di leggere qualsiasi cosa
6 Il diritto al bovarismo (malattia testualmente contagiosa)
7 Il diritto di leggere ovunque
8 Il diritto di spizzicare
9 Il diritto di leggere ad alta voce
10 Il diritto di tacere"
Concludendo: è un libro molto interessante, mi ha regalato spunti di riflessione non indifferenti. Consigliatissimo!
Indicazioni utili
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
La lettura è amore, la lettura è vita
“Il verbo leggere non sopporta l’imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo amare…il verbo sognare…”. E’ intorno a questa affermazione che Pennac costruisce questo breve e simpatico libro che non è né un saggio né un romanzo, ma un insieme di riflessioni riguardanti una passione così bella e controversa come la lettura. Si parte proprio da questa visione di lettura come piacere, come diritto e non come dovere o sorta di obbligo morale o culturale. Forte della sua esperienza di educatore sia come genitore che come insegnante, l’autore tenta di spiegare quanto sia sbagliato e infruttuoso provare ad imporre la lettura ai ragazzi in casa e a scuola, come sia invece consigliato cercare soltanto di invogliare e incuriosire lasciando poi che ognuno si avvicini ai libri a suo tempo e a suo modo. Ogni lettore infatti ha con i libri un approccio personale, cerca nei testi e trae dalla loro lettura un benessere soggettivo ed esclusivo che può essere solo proprio e non paragonabile a quello degli altri. Un altro errore in cui si incorre spesso è quello di incolpare la televisione, il cinema, lo sport, la società in generale della poca o inesistente passione per la lettura che caratterizza alcuni giovani (e anche meno giovani), o il lavoro e gli impegni vari che non ci lasciano il giusto tempo libero da dedicare ai libri. Sbagliato. La lettura è un piacere talmente unico che non dovrebbe temere la concorrenza di nessun altra passione e il tempo per leggere, se se ne ha veramente voglia, lo si trova sempre e comunque. Leggere o non leggere è esclusivamente una questione di amore: amare la lettura è come amare una persona e quando si ama qualcuno è impensabile non avere il desiderio o non riuscire a trovare il tempo per starci insieme. Pennac spiega tutto questo in modo frizzante e brioso, mettendosi ora nei panni di educando ora in quelli di educatore, usa una prosa piacevole e nel finale regala un decalogo dei diritti del lettore che andrebbe esposto in ogni biblioteca e su ogni libreria. Un libro consigliato sia a genitori e insegnanti che a figli e studenti, a chi ama profondamente la lettura ma anche a chi ancora si aggira titubante attorno a questa meravigliosa passione. La lettura è amore, la lettura è vita: “Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere”.