Acid house
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Sesso, droga, alcool e poco altro
Irvine Welsh propone una serie di storie trash fatte al 95% di sesso, droga, alcool, violenza, parolacce e volgarità varie e per il 5% di ironia e genialità che fanno perdonare, giustificano e rendono accettabile il resto. Alcuni racconti stupiscono per la capacità di deviare, in genere a fine racconto, dalla volgarità della situazione descritta per rendere un'atmosfera, uno stato d'animo inafferrabile con un effetto veramente magico. In altri racconti, soprattutto negli ultimi prevale l'ironia. Geniale la disputa filosofica tra i due professori universitari risolta a cazzotti con galera finale. Acid house, il racconto che dà il titolo alla raccolta, pur estremamente originale e innovativo nella forma, a me è piaciuto meno di altri. E' bella l'idea dell'acido (lisergico) che scioglie l'anima (cioè l'essenza dell'individuo, il pensiero), facendola finire per sbaglio, nella notte di temporale nel corpo di un neonato (e viceversa). E che sembra sciogliere anche le pagine della storia. Però i primi racconti, quelli con la virata finale dalla materia (la chiamerei quasi in altro modo dato il tipo di testo) a una angolazione che apre uno spiraglio (ma solo uno spiraglio) all'anima o al pensiero sono i più belli. Hanno un tocco particolare, più affascinante dell'innovazione nella forma che a me non interessa molto. Il linguaggio è molto volgare. C'è da dire che Irvine ha vissuto davvero le situazioni che descrive e la sua non è una posa letteraria. Gli ambienti che descrive li conosce alla perfezione. Il neo di un libro simile potrebbe essere che sembra uno spot pubblicitario per alcool e droghe.