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"La maggior parte dei morti tace. Per i poeti non è così. I poeti continuano a parlare." Perché comunicano a ognuno qualcosa di personale e accompagnano diversi momenti della nostra vita, innescando con noi un dialogo intimo al di sopra dello spazio e del tempo. Per questo Cees Nooteboom, nel corso di trent'anni di viaggi per il mondo e attraverso i cieli della letteratura, ha visitato le tombe dei grandi scrittori e filosofi che lo hanno segnato, raccogliendo quello che, dietro una lapide di marmo, un monumento bizzarro, un'epigrafe toccante o l'incanto di un'atmosfera, hanno ancora da raccontare. Dal famoso Père-Lachaise di Proust e Oscar Wilde alla pittoresca collina sopra Napoli che ospita Leopardi, dalla cima del monte Vaea, nelle isole Samoa, dove è sepolto R.L. Stevenson, a Joyce e Nabokov in Svizzera e molte altre località.



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Tumbas 2017-04-12 18:36:39 Antonella76
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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    12 Aprile, 2017
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L'essenziale resta invisibile...



Può un libro che parla di tombe e cimiteri essere così bello???
Sí, può.
Garantito.
Un viaggio tra le tombe di scrittori e poeti che, paradossalmente, invece di rievocare la morte, ti spalanca le porte della vita.
Ti mostra cosa sia l'immortalità.
Dentro la tomba di un poeta non c'è niente, ma in realtà c'e tutto...tutte le sue parole scritte che ti piovono addosso, il suo pensiero e tutto quello che il suo sentire ha lasciato in te.

"La maggior parte dei morti tace. Non dice più niente.
Per i poeti non è così.
I poeti continuano a parlare. A volte si ripetono.
Succede ogni volta che qualcuno legge o recita una poesia per la seconda o per la centesima volta.
Parlano anche ai non nati..."

Nooteboom ci parla delle amicizie profonde e intense tra gli scrittori, ci riporta frammenti della loro vita, aneddoti o semplicemente delle loro poesie, brani di libri...tutto volto a creare un unico percorso, un pellegrinaggio capace di raccontarci la storia della letteratura e del pensiero poetico nascosto sotto lapidi maestose, cripte buie e fredde o semplici croci in legno, marmi seminascosti da foglie e fiori o quelli deturpati da oscene scritte razzista.
Ti ritrovi a ripercorrere l'ultimo viaggio che Julio Cortazar ha fatto con sua moglie prima che lei morisse, a piangere la morte del bambino di von Humboldt portato via da una febbre...a girare tra le stradine di questo labirintico cimitero che Nooteboom ha creato per noi girando tutto il mondo.

Poeti che hanno incominciato a dialogare con la propria morte già da vivi, altri che non sarebbero voluti morire mai, altri ancora che consideravano morire un qualcosa che  "si doveva fare"...
E poi ci sono i morti irrequieti che non vogliono essere trovati, a volte nel cercare qualcuno, si trova qualcun altro...perché in fondo è così, il mondo dei poeti è interconnesso, molto più di quanto immaginiamo...e Nooteboom ci apre il sipario su questa continua contaminazione, nella vita e nella morte.

Io credo di appartenere a coloro che raccolgono una pallina da tennis inesistente e la rilanciano a due giocatori che riprendono la loro partita altrettanto inesistente, perché "l'essenziale resta invisibile" e il lettore vede sulla tomba del suo poeta quel che non vede nessun altro, perché "il segreto si nasconde nelle lettere che nessuno leggerà".

Una cosa, comunque, si evince su tutte...Nooteboom possiede una cultura letteraria immensa, ed uno sconfinato amore per coloro che ne sono stati i protagonisti.
Chapeau.

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Tumbas 2016-01-30 11:49:08 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    30 Gennaio, 2016
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Sulle tombe dei Grandi

" I passi sulla ghiaia si mutano in musica funebre per vecchi cimiteri ".

Foscolo, nel poema Dei Sepolcri, rievoca la figura di Vittorio Alfieri che accorreva alle tombe dei Grandi, presso la chiesa di Santa Croce a Firenze, per trovarvi conforto.
Forse non ha tanta intensità la spinta emotiva che ha condotto lo scrittore olandese C. Nooteboom in giro per il mondo, accompagnato da S. Sasson valente fotografa, a cercare nei cimiteri le tombe dei poeti e pensatori amati. Sicuramente, però, alla base c'è una suggestiva motivazione : "mentre stiamo lì in piedi davanti alle loro tombe siamo circondati dalle loro parole".
Gli scrittori visitati sono davvero molti, posti in ordine alfabetico, ognuno con la fotografia del proprio monumento funebre, e per ciascuno un commento, un'impressione, un brano tratto da un'opera. Ma come lettore mi aspettavo di più.

Ci sono particolari, evidentemente recati da visitatori ben diversi, che lasciano parecchio sorpresi : sulla tomba di Oscar Wilde al Père-Lachaise di Parigi "hanno coperto il suo nome sulla lapide di ardenti baci al rossetto"; oppure, a Berlino sulla tomba di Brecht, "ci sono scritti degli insulti (...), un segnale che la fonte dell'orrore non si dissecca mai". E pensare che il posto dovrebbe indurre alla pietas e, come afferma l'autore in un'intervista rilasciata a Repubblica, il cimitero è un luogo "in cui anche gli opposti possono convivere. Penso a Brodskij e Pound, così ideologicamente lontani, che diventano vicini di casa dentro il cimitero di San Michele a Venezia".
Non tutti hanno voluto un monumento a loro memoria. Virginia Woolf ha predisposto che le proprie ceneri venissero sparse in una parte del giardino di casa, a Monk's Hause. Paradossalmente però, con la voluttuosa fioritura lussureggiante di colori e profumi, che caratterizza questo luogo nella stagione propizia, "non ci si può immaginare una tomba più bella".

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