Shakespeare non l'ha mai fatto
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Recensione
Il grande entusiasmo di tre ventenni italiani alla ricerca del loro scrittore preferito, "il vecchio Buck", lungo i viali di Los Angeles, descritto nell'introduzione firmata da E. Franceschini, vale la letteratura di questo libro.
E poi c'è l'esilarante viaggio di Bukowski in compagnia della sua fidanzata Linda Lee in Europa su invito degli editori francese e tedesco. Un racconto di viaggio fatto di aneddoti, interviste, spostamenti, reading, cene, sbronze, corse ai cavalli e ricerca delle proprie origini tedesche, senza perdere mai il sarcasmo e uno sguardo lucido e tagliente sulla società che lo circonda e su se stesso. Il linguaggio scelto è sempre semplice e diretto senza (al contrario di quello che si potrebbe pensare) volgere alla scurrilita'. Non c'è spettacolo, non c'è farsa o ostentazione. Bukowski, per la prima volta affronta a viso aperto la notorietà e si presenta al pubblico che lo cerca e lo rincorre per le strade e negli studi televisivi, così come è, con tutte le sue debolezze senza bisogno di ricorrere a particolari convenzioni sociali ed ipocrisia di facciata.
Indicazioni utili
Piccato viaggio attraverso Bukowski
L'edizione Universale Economica Feltrinelli di “Shakespeare non l'ha mai fatto” ha una cosa molto importante e a mio parere molto bella, all'inizio: l'introduzione di Enrico Franceschini. A vent'anni, questo giovane sognatore e futuro scrittore, giornalista a reporter si avventura nel miglior stile della beat generation (viaggia solo in auto-stop) per raggiungere il mito, Bukowski, e ottenere un'intervista. Il suo breve ma significativo racconto è perfettamete in linea con il resto del libro, lo stile lo richiama molto e veste lo stesso carattere disincantato e crudo della realtà. Come introduzione io l'ho adorata.
Il resto del libro, autobiografia di un pezzo di vita del grande Bukowski, racconta dei suoi viaggi in Europa con la futura moglie Linda: le interviste, i paparazzi, le partecipazioni burrascose ai talk show (guardate su youtube il video della sua partecipazione ad un noto programma francese, con altri scrittori “importanti”, e poi leggetene la sua versione in questo libro!), spezzoni di vita con Linda (ancora nominalmente scambiata per la ex – cosa che lo fa infuriare) e la sua famiglia, le sue origini. In Germania scrive “”E' bello essere di nuovo qui.” Mi ci erano voluti 54 anni”.
Troviamo un Bukowski alle prese con i viaggi, gli spostamenti, i posti nuovi o già famigliari, ma anche uno scrittore alle prese con i primi veri episodi di popolarità, la prima traccia della futura grande fama che gli sarebbe toccata (a Los Angeles, come sottolinea anche Franceschini, nessuno lo conosceva come scrittore, total più come ubriacone).
Alla fine, nel prologo, un paio di poesie dedicate ai suoi viaggi dipingono una versione più irriverentemente immediata dello scorretto sarcasmo dell'autore. Forse non divertente e piccato come le altre raccolte di racconti, ma vero e reale al 100%. Mi è sembrato di essere accanto a lui, di viaggiare con lui e di vederne il meglio e il peggio, di conoscerlo un po' di più e sicuramente apprezzarlo ancora meglio!