Patagonia express
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Del viaggio cosa resta dentro
Non avevo ancora letto nulla di Sepulveda: questo libro prestato è stata una piacevole chicca di un week di piovoso.
Il tempo e lo spazio perdono consistenza mentre ci addentriamo nella Patagonia, conosciamo persone, quotidianità ed esperienze.
Il viaggio assume la forma del contatto non solo con amici di vecchia data per l'autore che torna e ritorna in quelle lontane terre del sud del Mondo, ma anche con sguardi fugaci e parole lasciate al vento.
Un tuffo di avventure nei cieli con vista su foreste e fenicotteri rosa, a bordo di rocamboleschi veicoli e storie di compagni volanti non del tutto vivi. L'amore per una natura da altri stuprata emerge con forza dai gesti di chi, in quelle terre battute dai venti e mari, ha vissuto e faticato. La convivialità di pasti preparati con voglia di condivisione e di parole a guarnire brindisi calorosi.
Brevi racconti per conoscere scorci di vita che marittimi, cittadini, agresti, sentimenti umani, rispetto per la natura, nefandezze del passato.
Tante piccole perle che formano una collana meravigliosa, sottile quanto resistente.
Libro che va letto più che per le singole trame per il sapore che resta. Una esperienza di lettura che mette voglia di toccare la Patagonia e di viverla, fuori dal tempo.
"L'orologio serve a pesare i ritardi. Anche un orologio si guasta, e così, allo stesso modo in cui le auto perdono olio, l'orologio perde tempo. "
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Appunti dalla Moleskine
Un viaggio ai confini del mondo, proprio qui in Patagonia, è uno dei miei sogni. Questo piccolo libro, fatto di brevi capitoli tratti dagli appunti sulla Moleskine presi da Sepùlveda durante il suo viaggio, mi ha ancora più incuriosito ed attratto che non il più famoso testo di Chatwin e mi ha permesso di entrare molto di più nell’anima di questa regione, così vasta, così ricca di natura e soprattutto così piena di avventure. Perché la vera essenza di un viaggio sta non solo nel vedere quello che il mondo ci regala, ma anche nel vivere gli incontri, nel leggere negli occhi le persone, nel parlare con loro. Tutto questo ci fa davvero capire il mondo. E se da una parte lasci un po’ il cuore su quel trabiccolo su cui lo scrittore ha avuto il fegato di salire e da cui ha avuto privilegio di guardare l’Amazzonia dall’alto, nonché il mare di cotone rosa dei fenicotteri, dall’altra ti sembra di essere di fianco a lui quando arriva nella cittadina rumorosissima di Rìo Mayo e ti senti anche tu circondato da gauchos e peones, anche se stai leggendo tranquillamente nel tuo letto. La storia del piccolo Panchito Barrìa e del suo amico delfino mi ha commosso, il personaggio del capitano Palacios mi ha fatto sorridere e sentire tutto il calore dell’umanità più stramba e più vera, il racconto della magia della fioritura delle rose di Atacama mi ha lasciato senza parole. Un piccolo libro che fa innamorare o reinnamorare della vita, perché vivere è un magnifico esercizio.
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Tra leggenda e realtà
La presenza dei due leggendari banditi, Butch Cassidy e Sundance Kid, aleggia, come fanno i fantasmi, fin dalle prime pagine del libro: sono loro i due gringo che fanno compagnia a Luis, in un bar di Barcellona, al suo primo incontro con Bruce. I due scrittori sono lì per sognare, solo come un esule può fare, e forse per pianificare un viaggio in Patagonia alla ricerca dei luoghi del Sud del mondo che misero fine all'avventura terrena dei due rapinatori per consacrarli di diritto al sacro regno dell'immortalità e della leggenda.
E loro, fedeli compagni di viaggio ci saranno quando l'esule potrà tornare in patria ma Bruce no perché partito per un viaggio, inevitabile, verso luoghi infiniti. Eppure anche la sua presenza sarà costante trasfigurata in un raro e prezioso compagno di viaggio...la "moleskine" donata a Luis proprio da Bruce. E lì scrive Luis, come già aveva fatto l'amico, a suo tempo, percorrendo la Patagonia.
Gli appunti vengono titolati e numerati come i capitoli di un romanzo e tu leggendoli scoprirai che il viaggio non sarà " in solitaria" ma ci saranno tanti "indimenticabili compagni" per ritrovarti, tu stesso, dentro il viaggio con un eccezionale e insperato compagno che ti porterà dentro bellissime storie. E ti perderai tra mito e realtà, storia e leggenda fino a che anche tu sentirai salire la rabbia di Butch Cassidy e Sundance kid contro i soprusi della classe dominante, non più rappresentata dai grandi allevatori del mitico West di fine '800, ma dalla brama consumistica che distrugge il nostro pianeta, la sua fauna, la sua flora, il suo delicato ecosistema.
Insomma un chiaro messaggio ecologista percorre, tra le storie, tutto il viaggio che termina a casa di Francisco Coloane per un altrettanto mitico passaggio di testimone.
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Te quiero Luis
"Al andar se hace el camino el camino se hace al andar", camminando si fa il cammino il cammino si fa camminando e' il titolo originale di questo breve libro di Sepulveda. Significativo, sebbene forse meno d'impatto di quel Patagonia Express-appunti dal sud del mondo- che poi tanto male non e', esaustive entrambe le versioni perche' molto del libro c'e' in ognuna di esse.
Tutto nasce nel caffè Zurich di Barcellona, quando un tizio di nome Luis ( Sepùlveda) ed un tale di nome Bruce (Chatwin) si incontrano . Diavolo ci pensate ? Un inglese gitano ed un cileno esiliato, ubriachi nel vento del febbraio spagnolo, che organizzano un viaggio ai confini del mondo.
Poi le cose vanno come vanno, ci sono avventure da cui non si fa ritorno, e tempo che al cileno viene permesso il rimpatrio, l'inglese e 'ormai lontano. Stretta tra le mani una moleskine a quadretti dono di Bruce, Luis decide che i viaggi promessi vanno mantenuti .
"Andiamo, dico al mio zaino".
E poi e' Patagonia, e' Amazzonia, e' terra di luoghi ma soprattutto di personaggi ed aneddoti. Gli appunti diventano racconti, i racconti diventano l'essenza di questi pazzi sudamericani che son tanto veri da sembrare inventati. E gli uomini sposano i luoghi ed i luoghi sposano gli uomini ed il paesaggio diviene un inevitabile tuttuno di geografia umana : nel diciottesimo campionato di bugie della Patagonia, dove si mente per essere felici e mai si confonde la bugia con l'inganno. A Manantiales, Tierra del Fuego, dove ho guardato il mare d'inverno, dove giocavano i delfini, dove un bambino e' morto di tristezza.
Mi stappo in uno spritz, mi srotolo in uno swing, il cileno mi vivacizza mi intrappola mi emoziona e riesce a raggiungere luoghi lontani, sepolti, fin giu' nella Patagonia di me stessa.
Strizza l'occhio blu e mi seduce di nuovo, come sempre : -Andiamo, mi dice il mio zaino.-
Buona lettura.