Narrativa straniera Racconti di viaggio Nelle foreste siberiane
 

Nelle foreste siberiane Nelle foreste siberiane

Nelle foreste siberiane

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Un noto scrittore e viaggiatore ha deciso di lasciare Parigi. Saluta gli amici, la fidanzata, il lavoro e gli impegni. Per sei mesi andrà a vivere in totale isolamento nelle foreste della Siberia, in una capanna di pochi metri sulle sponde del lago più antico del mondo, a 120 chilometri di distanza dal primo villaggio abitato, senza vicini di casa né strade di accesso. Lo attende una solitudine differente da quella del navigatore o dell'alpinista che attraversano paesaggi e scenari: nei boschi ghiacciati l'uomo sta fermo e viaggia dentro se stesso, e la natura si gode lo spettacolo. Da febbraio a luglio Sylvain Tesson si impone un ritmo preciso. La mattina legge, scrive, fuma, disegna. Seguono cinque lunghe ore dedicate alle faccende domestiche: bisogna tagliare la legna, spalare la neve, preparare le lenze, riparare i danni dell'inverno. La vera sfida di questi sei mesi è scoprire se si riuscirà a resistere. L'ispettore forestale che lo accompagna fin lì è chiaro ed enigmatico allo stesso tempo: "Questo è un posto magnifico per suicidarsi...". La solitudine può anche rivelarsi fertile. Quando non si ha nessuno a cui esporre i propri pensieri la carta diviene preziosa confidente, e il taccuino compagno fedele. I giorni trascorrono mentre si scruta il lago e la foresta, si pesca per la cena o si beve un bicchiere di vodka dopo una passeggiata tra i monti. Una sedia di fronte alla finestra è un punto di osservazione ideale per cogliere il respiro del mondo, l'inverno, l'arrivo della primavera.
Scrittore, giornalista e grande viaggiatore Sylvain Tesson è nato nel 1972. Dopo un giro del mondo in bicicletta si appassiona all’Asia centrale, che visita frequentemente a partire dal 1997. Come autore esordisce nel 2004 con un racconto di viaggi, L’Axe du loup. Nel 2009 ha pubblicato con Gallimard Une vie à coucher dehorse nel 2011 è arrivato il grande successo di Nelle foreste siberiane, che ha vinto il Premio Médicis 2011.



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Nelle foreste siberiane 2013-06-06 22:15:01 Carpineti
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Carpineti Opinione inserita da Carpineti    07 Giugno, 2013
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Condensato di un sogno, in Siberia

Lo definisco come il diario di un sogno, del sogno che chiunque di noi ha fatto almeno una volta in vita sua e non è mai riuscito a mettere in pratica.
Chi non ha mai voluto poter trascorrere una giornata rinchiuso dentro una capanna in legno, magari spartana, ma con una grossa stufa accesa, guardando per ore la neve che scende, e stando rintanato dentro un letto?
Chi non ha mai desiderato poterlo fare per una giornata intera senza l'assillo di dover fare la spesa, rispondere al telefono o andare a lavorare?
Chi non ha mai desiderato vivere nella natura incontaminata e in questo caso anche più discreta e meno blasonata dei comuni luoghi dell'immaginazione?
Chi non hai mai desiderato disintossicarsi dai ritmi forsennati del dover fare, dell'appartenere, del rincorrere, del non poltrire, del consumare?
Chi non ha mai voluto guardare la natura da dietro un vetro per giorni e giorni scovando il particolare, studiando le tinte, i colori, gli odori del tempo che si muove lentamente dentro un bosco o al margine di un lago?
Questo libro autobiografico, attuale, recente e' la risposta a tutte queste domande, e' secondo me l'incarnazione di tutti i desideri, la rivincita almeno letteraria di chi alcuni scenari li può o li vuole solo immaginare, e nelle pagine del libro si realizzano tutti, giorno dopo giorno.
La cornice e' quella del lago Baykal, della Siberia. Vengono raccontati in autobiografica i sei mesi ( da febbraio a luglio ) trascorsi a vivere da eremita dentro una capanna al margine del lago, al margine da tutto, ( con delle scorte e del materiale di sopravvivenza portato dalla civilita' ) a contatto con una sparuta comunità di abitanti del nulla che però hanno un indole, un pensiero e delle abitudini a volte sane a volte meno. Il protagonista si fonde dentro questa realtà e vi si adagia raccontando la Siberia come terra e come popolo con dei tratti tanto cristallini quanto remoti. Per certi aspetti il libro potrebbe essere il racconto di dieci, o cento, o mille anni fa. Un romanzo di avventura senza età.

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Nelle foreste siberiane 2013-03-09 15:12:56 Pia Sgarbossa
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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    09 Marzo, 2013
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NON DA SOLO : CON ... SE STESSO.

vi è mai capitato di desiderare di mollare tutto , scappare e andare a vivere da eremita? Ebbene alcuni anni fa , in occasione di una mia situazione di vita, ci ho pensato...eccome!
Quando ho trovato questo libro, dove un giornalista francese decide , alle soglie dei quarantanni, di vivere per sei mesi nella Siberia russa, ero convinta di trovarmi di fronte ad un uomo che voleva ritrovare se stesso , nel pieno di una profonda crisi e già mi ero preparata ad ascoltare le sue elucubrazioni mentali, le sue paure più infime, i suoi desideri nascosti, i suoi sogni non realizzati, le sue pulsioni sessuali più recondite...
E invece Tesson, uomo forte e in buona salute, che se la sa cavare molto bene dal punto di vista pratico, partando con sè un bel numero di libri , affronta con un coraggio per me inaspettato, un periodo di vita vissuto da eremita.
Si accampa in una capanna accanto al lago Bajkal, che, a seconda dei momenti , diventa uovo, utero, madre; assiste allo scorrere di tre stagioni in un tempo che si acquieta; vive contando su ciò che lui stesso è in grado di procurarsi : pesce, legna, l'acqua...
Dapprima è l'inverno e il lago ghiacciato diventa la pagina per i suoi Haiku, è la fonte di una musica profonda in contrasto con la lieve melodia lasciata dal cadere di un fiocco di neve. Si prosegue con la sagra della primavera,una fragile forza che si fa strada, fino al giungere dello sbocciare della natura e al trionfo della vita nella taiga.
Durante la sua permanenza riceverà due telefonate grazie al telefono satellitare: la seconda gli provocherà un forte dolore e questo sarà l'unico momento in cui io ricevo e sento viva emozione.
Un uomo che scopre l'amore per l'essenziale, per la bellezza , che va colta nello scorrere del tempo e che non val la pena di immortalare e fissare perchè la vanità diventa pura violenza; scopre che nel non agire vengono acuite le percezioni delle cose...e ogni piccola esperienza assume importanza e profondità; la conversazione con gli altri diventa una forma di invasione, una specie di aggressione...
Tesson mi ha sorpresa e stupita
Mi son ritrovata a riflettere tanto e a rivedere alcuni miei modi di pensare, molti aspetti di vita, primi fra tutti l'importanza di essere capaci di stare da soli.
Ho avuto modo di capire ancor più il valore della lettura, a ragionare sul significato di una lettura fatta con esagerazione e in modo compulsivo, sull'importanza di tornare ad una vita vissuta con semplicità minimalista e a molti, davvero molti altri aspetti ancora.
Un libro che val la pena di leggere e che consiglio vivamente a tutti.
Pia

P.S. : tra l'altro nel libro ci viene proposta una buona lista di bei libri da leggere, in considerazione del fatto che Tesson crede che non bisogna mai viaggiare con libri che parlano della propria destinazione.

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Consigliato a chi ha letto...
A chi vorrebbe vivere da eremita, a chi vuol conoscere l'ambiente della Siberia e della Taiga.
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