Latinoamericana
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Le basi della nascita di un mito
"Il personaggio che ha scritto questi appunti è morto quando è tornato a posare i piedi sulla terra d’Argentina, e colui che li riordina e li ripulisce, io, non sono più io; per lo meno, non si tratta dello stesso io interiore. Quel vagare senza meta per la nostra “Maiuscola America” mi ha cambiato più di quanto credessi." Non più lo studente Ernesto Guevara de la Serna di sette mesi prima, rampollo di una famiglia borghese nell'Argentina peronista degli anni Cinquanta, annoiato dal suo ambiente, indietro con gli esami, in cerca di qualcosa in cui credere; non ancora il "Che", emblema della rivoluzione giovanile nel mondo, guerrigliero con il sogno di riscattare le popolazioni dell'America Latina da povertà, sfruttamento e sopraffazione. Non più ragazzo, non ancora uomo, in preda ad un vero e proprio tumulto interiore che costituirà le fondamenta della nascita di un mito, Ernesto cerca di mettere ordine nell'estemporaneo diario di bordo compilato durante sua avventura on the road, nell'intento di dare al suo scritto una parvenza letteraria ma, forse soprattutto, per cercare di capire da dove nascono e a cosa lo porteranno le emozioni, le conoscenze, i pensieri, i sogni scaturiti durante il viaggio. Ne nasce una piacevole lettura condita di umorismo e avventura, dallo stuzzicante incedere a metà tra burla e serietà, non certo brillante dal punto di vista dello stile, ma capace di appassionare il lettore con sprazzi di profonda riflessione in cui si può percepire chiaramente la nascita e il consolidamento di quella che sarà poi la sua viscerale ragione di vita. Le tracce del cammino che il ragazzo sceglierà di seguire si possono chiaramente evincere dal ritratto del Sudamerica tracciato dalla sua penna, una vera e propria analisi politica, economica, sociale dei paesi visitati, con il focus puntato sulle pesanti condizioni di lavoro, sugli scarsi mezzi di sostentamento, sulle difficoltà di avere accesso alle cure mediche, all'istruzione, ad un qualsiasi tipo di servizio. "Lì, in quegli ultimi istanti per gente il cui orizzonte più lontano è sempre stato arrivare a domani, è dove si coglie la profonda tragedia che condensa la vita del proletariato di tutto il mondo; c’è in quegli occhi moribondi una sommessa richiesta di perdono e anche, molte volte, una disperata richiesta di consolazione che si perde nel vuoto, come presto si perderà il corpo nell’immensità del mistero che ci circonda. Fino a quando continuerà questo ordine delle cose basato su un’assurda suddivisione in caste, è qualcosa cui non sta a me rispondere, però è ora che i governanti dedichino meno tempo alla propaganda delle qualità del loro regime e più denaro, moltissimo denaro in più, per la realizzazione di opere di utilità sociale." È il dicembre del 1951 quando Guevara parte da Cordoba insieme al fidato amico Alberto Granado, biochimico, a bordo di una scalcinata motocicletta battezzata con l'ambizioso appellativo di "Poderosa II", con pochi viveri e ancor più scarsi mezzi economici, con un itinerario approssimativo, senza un reale obiettivo se non quello di vedere, conoscere, imparare, in una parola: crescere. Alla ricerca di nuovi e non ben definiti orizzonti, i due si lasciano alle spalle famiglia, affetti, amori e ogni genere di comodità, andando incontro alla fame, al freddo, alle prese con le rocambolesche bizze del loro arrugginito mezzo di trasporto che, ovviamente, non reggerà per tutto il viaggio costringendoli a proseguire con mezzi di fortuna. Rovinose cadute, notti passate all'addiaccio, giorni di fame assoluta, si alternano a luculliani pranzi, cene, grandi bevute scroccati un po' grazie alla compassione generata dalla loro condizione di bravi ragazzi ritrovatisi in difficoltà, un po' con il subdolo "numero dell'anniversario", un sistema elaborato e messo in pratica dai due guasconi per estorcere cibo e alcool agli ingenui malcapitati. Tra alti e bassi, il viaggio prosegue attraverso le bellezze architettoniche e naturalistiche dell'affascinante America Latina, ora in case di dottori che ospitano i due in qualità di colleghi, ora in misere capanne di povera gente capace di dividere il poco di cui dispone, viaggiando con confortevoli traghetti e improbabili zattere, con pullman arruginiti e camion sovraccarichi, conoscendo gente di ogni risma, affrontando ogni genere di difficoltà, alternando rabbia e allegria, lacrime e risate, salute e malattia. Tra i vari momenti del viaggio, uno dei più emblematici è senza dubbio la festa di compleanno di Ernesto nel sanatorio di San Pablo, in Perù, dove i nostri avventurieri hanno dedicato parte del loro tempo nella cura dei lebbrosi, durante la quale il futuro Che fa capolino negli occhi lucidi e nella voce rotta dall'emozione del giovane Ernesto che si lascia andare ad un sentito ringraziamento che culmina in un augurio che sa già di vocazione: "Bene, è d’obbligo per me ringraziare con qualcosa di più che un gesto convenzionale, per il brindisi offertomi dal dottor Bresciani. Nelle precarie condizioni in cui viaggiamo, come risorsa per manifestare affetto ci resta soltanto la parola, ed è impiegando la parola che voglio esprimere il mio ringraziamento, quello del mio compagno di viaggio, a tutto il personale della colonia che, quasi senza conoscerci, ci ha dato questa magnifica dimostrazione di affetto che per noi significa la gioia di festeggiare il mio compleanno, come se fosse l’intima festa di qualcuno di voi. Ma c’è di più; entro pochi giorni lasceremo il territorio peruviano e per questo le mie parole prendono il valore secondario di un commiato, nel quale metto tutto il mio impegno nell'esprimere il nostro riconoscimento all’intero popolo di questo paese, che ininterrottamente ci ha colmato di attenzioni, fin dalla nostra entrata attraverso Tacna. Voglio sottolineare qualcosa ancora, un poco al margine del tema di questo brindisi: nonostante l’esiguo spessore delle nostre personalità ci impedisca di essere i portavoce di tale causa, crediamo, e dopo questo viaggio più fermamente di prima, che la divisione dell’America in nazionalità incerte e illusorie sia completamente fittizia. Costituiamo una sola razza meticcia che dal Messico fino allo stretto di Magellano presenta notevoli similitudini etniche. Per questo, cercando di spogliarmi da qualsiasi vacuo provincialismo, brindo al Perù e all’America Unita”.
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In sudamerica col Che
Ernesto Che Guevara, studente di medicina ventiquatrenne, il 29 dicembre del 1951 in compagnia dell'amico biochimico Alberto Granado lascio' l'Argentina per avventurarsi in un lungo viaggio . Così, a bordo della fidata ma non immortale motocicletta La Poderosa II , muniti di un bagaglio essenziale e di risorse economiche pressoche' nulle, essi si immersero in un'esperienza "on the road" che per sette mesi li condusse dall'Argentina al Cile, quindi in Perù e poi ancora dalla Colombia al Venezuela .
Inizialmente in moto e successivamente su mezzi di fortuna procurati attraverso l' autostop, bighellonando alla ricerca di ospitalita' che offrisse loro un pasto con cui riempire lo stomaco, dormendo presso la Guardia Civile o presso gli ospedali, Ernesto ed Alberto riuscirono a visitare un territorio molto vasto.
Il libro e' di fatto composto da una raccolta di appunti provenienti dal suo diario, dove oltre a stilare un itinerario vengono descritti paesaggi con diversi approfondimenti e riflessioni sulla condizione sanitaria e lavorativa della popolazione locale.
Sebbene non carente nella forma, la scrittura piuttosto asciutta e stilizzata tipica del genere e la coniugazione dei verbi non particolarmente brillante ( non credo sia un problema di traduzione vista l'esperienza di Cacucci, forse dipende dalla stesura frettolosa, piuttosto ) non mi hanno pienamente soddisfatta e purtroppo per nulla emozionata, sebbene l'argomento fosse un cibo estremamente accattivante per le stravaganze del mio palato.
Direi comunque che e' un buon testo per chi vuole conoscere l'avventura di un giovane che negli anni successivi diventera' uno dei rivoluzionari piu' famosi al mondo.
Buona lettura latinoamericana.
El Mambo-Tango
"Non è questo il racconto di gesta impressionanti, ma neppure quel che si direbbe semplicemente "un racconto un po' cinico"; per lo meno, non vuole esserlo. E' un segmento di due vite raccontato nel momento in cui hanno percorso insieme un determinato tratto, con la stessa identità di aspirazioni e sogni."
Comincia così il racconto di un viaggio, alla scoperta dell'America Latina, alla scoperta di se stessi. Un diario di viaggio, in cui già si intravedono le aspirazioni e gli ideali che poi daranno vita al Che. Latinoamericana è il viaggio di Ernesto Guevara e Alberto Granado, da Buenos Aires a Caracas, lungo le Ande, attraverso l'America Latina.
Non è il diario di un turista, è il diario di un viaggiatore in comunione con il proprio viaggio: così Ernesto e Alberto non prendono aerei da qui a li, ma cavalcano la Poderosa II, almeno finche è intera, non vanno ad ammirare i monumenti, o quanto meno non solo, vanno ad ammirare la gente, si interessano della società latinoamericana, dilaniata dalle multinazionali, dai regimi, si interessano ai lebbrosi che vivono in un isolata comunità in riva ad un fiume, alle ingiustizie sociali, ai minatori sfruttati.
Nel ventiquattrenne Ernesto Guevara, già si presagisce l'esistenza del Che, nella sua attenzione ai più poveri, a quella "classe sociale" che passerà alla storia come proletariato.
Ma è prima di tutto un diario di viaggio, e con una acuta ironia e una sottile sarcasmo, Che Guevara racconta di un incredibile viaggio fatto di passaggi elemosinati, di cadute dalla moto, di sotterfugi e scuse per arraffare qualcosa da mettere sotto i denti. Un viaggio che si vive sfogliando le pagine, un viaggio alla scoperta dell'America Latina.
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Un ragazzo straordinario
Latinoamericana non è la raccolta delle gesta del comandante Che Guevara, una successione di eventi storici e di battaglie e guerre.. E' bensì un diario di viaggio, che racconta un'avventura: due amici in sella alla "poderosa" in giro per il continente!
E' quindi il racconto di un viaggio. Un viaggio appassionante che ci porterà nei posti più poveri del mondo e tra le situazioni più difficili. Ernesto è pieno di vita e amore per il prossimo, per chi ha bisogno; e in questo libro assistiamo alla sua "formazione spirituale" e ai motivi e alle modalità che lo hanno portato ad essere quel grande rivoluzionario che sappiamo.
Per chi vuole conoscere l' UOMO e non solo il risultato, senza soffermarsi a quello che ci raccontano i libri di scuola, e andando a ricercare il vero fulcro dell' idea rivoluzionaria del Che, della fiamma che a poco a poco gli si è accesa dentro il petto.
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Diario di viaggio
Il racconto di un viaggio iniziato on the road, su di una motocicletta "la poderosa", da parte di due giovani studenti di medicina, Ernesto Guevara e Alberto Granado.
Sei mesi attraversando Argentina, Cile, Perù, Colombia e Venezuela; un viaggio che mette i protagonisti a contatto con le sofferenze dei popoli dell'America Latina e che forma la coscienza del "Che" attraverso un itinerario ricco di riflessioni sulla realtà che lo circonda e sugli aspetti sociali e culturali di questi popoli.
Un bellissimo diario, ma anche un itinerario di crescita personale, che lo porta a maturare le sue idee di libertà.
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Interessantissimo
Il libro raccoglie in forma narrativa tutti gli appunti presi durante il lungo viaggio intrapreso dal giovane Ernesto Guevara ed il suo amico Alberto Granado attraverso l'America Latina, dapprima in sella ad una moto sgangherata e successivamente a piedi o con i mezzi di fortuna più svariati. All'epoca, il futuro rivoluzionario è ancora uno studente. Il viaggio permetterà al Che di osservare la povertà e la miseria in cui vive il popolo latino-americano, dando inizio all’ analisi dell’economia vigente e scoprendo il bisogno di un mondo più giusto. Da questo libro traspare l'amore di Guevara per il popolo. Anche se a tratti il libro appare lento, incanta!
Una bella avventura, 2 amici, una moto e un lungo viaggio.
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Che Guevara
"Aquí se queda la clara, la entrañable transparencia, de tu querida presencia. Comandante Che Guevara. Tu mano gloriosa y fuerte sobre la historia dispara"
E qui mi fermo prima di mettermi a piangere!
Questo piacevolissimo libro di viaggio, di un giovane adolescente che di lì a qualche anno avrebbe fatto parlare, sognare, muovere migliaia di persone. Ernesto Guevara prima di diventare il Che.
Un libro pieno delle avventure e delle gaie spensieratezze due amici che si avventurano in moto alla scoperta del loro continente.
Pieno anche di momenti comici, soprattuto in relazione alle tribolazioni con la moto. E di momenti di riflessioni sullo stato della terra che stavano attraversando.
Bellissimo. Da leggere pensando a quello che Ernesto sarebbe diventato.
Ritrovando in lui quella curiosità, quella scintilla di avventura che lo avrebbe portato a fare quello che ha fatto.
Leggetelo!