L'uccello beffardo L'uccello beffardo

L'uccello beffardo

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Nominato funzionario dell'impero britannico sull'isola di Zenkali, Peter Foxglove non vede l'ora di raggiungere quello che tutti a Londra definiscono un autentico paradiso tropicale. L'unico cruccio per i tranquilli isolani è l'estinzione di un uccello, l'uccello beffardo, venerato per secoli come un dio. Quando in un'amena valle vengono scoperti quattrocento alberi Ombu e quindici coppie di uccelli beffardi, accade l'irreparabile per gli irreprensibili funzionari britannici.



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L'uccello beffardo 2013-04-26 09:04:42 Zine
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Zine Opinione inserita da Zine    26 Aprile, 2013
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Una perla nell'Oceano Indiano

*Parziale spoiler*
Peter Foxglove, giovane rampante al servizio del Governo britannico, è convinto che il suo viaggio di lavoro a Zenkali, rigogliosa isola tropicale sita tra l’Oceano Indiano e il Pacifico, sarà una piacevole parentesi. In fondo, il suo incarico prevede solo di affiancare tale Hannibal Oliphant, consigliere del re dell’isola, la quale sta per ottenere l’indipendenza dall’Impero Britannico ed è coinvolta in fondamentali trattative per la costruzione di una base di importanza strategica.
Basterà il viaggio d’andata su una carretta del mare comandata da un gigantesco greco dall’ospitalità ingombrante e gestita da un equipaggio zenkalese con la testa tra le nuvole a distruggere le sue illusioni. Zenkali è un’isola tutta matta, i cui abitanti vivono in una dorata, amichevole e prosaica ingenuità. La follia sembra respirarsi con l’aria, perché anche gli occidentali che vi abitano sono tutti molto particolari.
Hannibal è un vulcanico concentrato di carisma e sapienza. Il re si fa irrispettosamente chiamare Kingy, governa con benevolo piglio dittatoriale e ha creato posti di lavoro fondando un servizio taxi con barroccini che sostituiscono le auto e un sistema di posta che consiste nel far correre qua e là dei messaggeri muniti di bastoncini biforcuti per consegnare i Libri (semplici foglietti di carta). Nel tempo libero crea cocktail micidiali.
Il Governatore è un timido senza nulla da dire, sua moglie un’eccentrica sorda come una campana che alleva galline faraone. Il giornale locale è gestito da un irlandese sempre ubriaco che inanella errori di stampa decisamente creativi. I missionari sull’isola vanno da belanti sacerdoti che predicano l’Apocalisse a una Reverenda americana che insegna ai suoi fedeli come costruire case o fabbricare bombe!
In tutto questo caos, Peter ha come unica alleata la giovane e bella Audrey, figlia d’Irlanda cresciuta sull’isola. Si accorge presto, però, di amare Zenkali e le sue bizzarrie; questo lo porta a non avere in grande simpatia il progetto della base militare, fortemente voluta da suo zio e da uno strisciante ministro locale, Looja.
Per puro caso, Peter stesso diventerà la causa di un’accesa diatriba sull’argomento. Durante una gita nella foresta, scopre con Audrey una valle nascosta in cui sopravvivono due specie viventi, credute estinte, di enorme importanza storica per Zenkali: l’albero Ombu e l’Uccello Beffardo, dio ancestrale della principale tribù dell’isola. La notizia fa scoppiare il caos e mette a rischio il progetto di inondazione delle valli per la base militare, facendo affluire a Zenkali un’incredibile quantità di gente pronta a dire la sua pro o contro il progetto.
La moderna lotta tra il Progresso e la Natura sta per avere inizio.
Lo scoppiettante, coloratissimo e dissacrante romanzo di Gerald Durrell ci conduce in un mondo di favola con abbastanza legami alla realtà da far sogghignare anche il lettore meno maligno. L’autore, con la sua prosa al vetriolo capace di dipingere nella mente del lettore tipi assurdi che riescono a incarnare perfettamente caratteri quasi archetipici, un po’ come fossero maschere di teatro, ci presenta un campionario umano del tutto folle, esilarante e dotato di disarmante simpatia.
Allo stesso tempo ficca il dito nella piaga degli arrivisti, i calcolatori, gli affaristi senza scrupoli, che qui appaiono sotto vesti quasi grottesche, come se faticassero nel non rivelare una natura tanto maligna perfino nei tratti nel volto o nella postura del corpo.
Le piccole manie, sull’isola si ingigantiscono tanto da diventare segnali identificativi del ruolo e del carattere delle singole persone, in una vertiginosa corsa verso il delirio.
Le descrizioni naturalistiche non si possono definire meno che meravigliose. Senza sommergere il lettore di dettagli, utilizzando colori così vividi da essere quasi accecanti, Durrell dipinge un’isola-tipo dell’Oceano Indiano e ce ne regala non solo la visione, ma anche il profumo, il sapore, la gioia di vivere. Il suo amore per la natura, i meravigliosi luoghi in cui la vita l’ha condotto, prendono sostanza sotto la sua penna, trasportandoci in un viaggio di favola che aprirebbe il cuore al più grigio cittadino.
“L’Uccello Beffardo” è un romanzo per tutti, un’avventura gioiosa che regala un minimo di ottimismo verso il futuro.

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L'uccello beffardo 2012-04-04 08:41:36 Yoshi
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Yoshi Opinione inserita da Yoshi    04 Aprile, 2012
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DURRELL E' SEMPRE DURRELL

Foxglove che è stato nominato funzionario dell'impero britannico sull'isola di Zenkali.
Quando approda sull'isola, si innamora da subito delle meraviglie che questa gli regala giorno dopo giorno.Circondato da un paradiso terrestre in cui la natura si è sbizzarrita nelle forme, nei colori e nei profumi, un mix che non può non farlo innamorare anche della bella isolana Audrey.
Un paradiso terrestre cui la quiete però, sta per essere distrutta.
Una pista di atterraggio deve essere costruita perchè l'isola è considerata dai capi di stato britannici, di importanza strategica. Ovviamente gli isolani sono scossi da tutto ciò ma non possono fare a meno di sottostare al volere della democrazia. Finchè Foxglove con la sua amata non scoprirà che tutto ciò può subire un altro corso.
Scoprono che l'uccello beffardo (idolatrato dalla tribù Fangoua dell'isola) che tutti credevano estinto, è ancora presente e fa parte di un ciclo naturale che senza di lui non esisterebbe neanche l'albero Amela che è di importanza vitale per il commercio dell'isola.
Da qui scoppierà il caos più totale fra tribù rivali, i capi di stato britannici, il re Kingy e la sua popolazione.
I personaggi di questa magnifica avventura sono spettacolari: per cominciare dal Capitano Papas l'eccetrico e ubriaco greco, Hannibal, Foxglove, il re Kingy, la Reverenda Reve e le sue stranezze. Insomma, ogni personaggio viene è caratterizzato ed esaltato, finendo per innamorarti di ognuno di loro.
La capacità che ha Durrel nel ricreare nero su bianco i posti esotici non è da tutti.
Ti catapulta con tutti i sensi dentro a queste avventure che vorresti non finissero mai.
Ti fa innamorare delle persone e mano a mano che impari a conoscerle diventano parte di te.
Tutto ciò viene narrato con una semplice ironia che sorprende mano a mano che il lettore si immerge nella storia.
Io adoro questo scrittore, è ironico, la sua scrittura è veloce e fluida, ha il potere di ricreare immagini, suoni e odori con poche parole.
E' impossibile non entrare in sintonia con lui.
Io lo adoro e per la seconda volta lo consiglio a tutti voi.
Ne vale veramente la pena!

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