Narrativa straniera Racconti di viaggio E allora siamo andati via
 

E allora siamo andati via E allora siamo andati via

E allora siamo andati via

Letteratura straniera

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Questo romanzo è lo strano frutto della più antica e persistente attrazione americana, quella per la strada, il viaggio, il deserto. C’è una famiglia che si sposta dal Texas al Michigan, portando con sé la bara dell’ultimo nato e cercando, lungo il cammino, di barattare gli oggetti di cui la macchina è stipata. Ci sono statali polverose, villaggi fantasma, case abbandonate. E ci sono due bambini, che con pochissime parole raccontano una storia in apparenza elementare. Ma subito le strofe di questa filastrocca stridente ci trasportano in un paesaggio allucinato, che non sappiamo più se sia l’America profonda, la Terra dei Morti o un qualche terrificante stadio intermedio fra i due. E solo a libro chiuso, capiremo dove ci abbia portato questa fuga a due voci vischiosa, selvaggia e tutt’altro che innocente.



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E allora siamo andati via 2015-02-20 06:48:30 aeglos
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aeglos Opinione inserita da aeglos    20 Febbraio, 2015
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ATTRAVERSO GLI OCCHI DI UN BAMBINO

Immaginatevi un racconto narrato da semplici bambini....
Immaginatevi una famiglia in viaggio con una bara in macchina.....
....e immaginatevi incontri strani, a volte senza senso......

Il libro l’ho preso perché praticamente ogni cosa m’incuriosiva :
la copertina, il titolo e le recensioni lette qua e là su vari siti.
In realtà è un libro di difficile lettura a mio avviso, non bisogna prenderlo alla leggera, sebbene inizia in maniera semplice.
Ci si trova di fronte a una scrittura di bambini (sono solo loro infatti a narrare il viaggio, i genitori sono in secondo piano e il modo di scrivere è proprio elementare,fatto chiaramente apposta per rendere meglio l'idea di chi è protagonista ). Inizia con semplici parole, semplici pensieri. Più ci si addentra nel viaggio e più questi racconti scioccanti, diventano macabri, tristi, malinconici, un misto tra tenerezza e paura.

"Sono sempre gli altri che ci inventano. Sono le altre persone e il mondo dei vivi
a farci nascere. Ma anche a farci morire dopo che ci bruciano e ci buchiamo e ci rompiamo e la persona esce fuori da noi e torniamo giù nella terra e nel mondo della polvere.

Le persone-bambole di carta avevano dei tagli con dentro dei buchi
che si riempivano di nessun sangue. I buchi si riepivano d’aria così che le persone- bambole di carta
potevano respirare e cominciare a vivere.

Papà respirava forte nella bocca della mamma per infilarle
il respiro dentro fino in fondo a far vivere il bambino. Papà mise il bambino a dormire e a crescere dentro mamma.

Gli incollammo dei bottoni sulla faccia per fargli gli occhi così poteva vedere anche
se non bisogna far andare la colla nei buchi degli occhi sennò gli occhi dei bambini
diventano bianchi come il latte e ciechi.

Le persone morte se ne vanno via in un posto morto che è dentro di te
e tu non puoi farci niente....
Ma morire è comunque andarsene. Tutti gli altri se ne vanno via dentro di te e tu muori..."

I due bambini hanno paura di morire come il loro fratellino, cercano di aggiustarlo in tutti i modi, di farlo rivivere in un modo o nell'altro pensando così di aggiustare tutta la famiglia, per loro un vero punto di riferimento.
Ho fatto fatica a leggere questo libriccino (non è per niente alto);
ho fatto fatica forse per la scelta di scrittura dell’autore, forse perché in
realtà non è quello che mi aspettavo, gioca molto più sullo stato psicologico più
che sulla descrizione del viaggio.... poca azione, a volte passaggi inconprensibili.....
Solo la paura dei bambini di perdere i loro genitori, di morire anche loro com’era successo
al loro fratellino.........
Un libro che sicuramente merita una seconda lettura per capire più chiaramente le vicende e i sentimenti di queste piccole creature che si trovano a dover mettere insieme una famiglia alquanto strana, si trovano a dover crescere prima del tempo......

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