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L'America del diciannovesimo secolo era al centro dell'attenzione e del dibattito dei suoi ex colonizzatori britannici. I visitatori più diversi (chi prevenuto, chi entusiasta) partivano dal vecchio continente alla volta del mondo nuovo per conoscere da vicino il carattere della giovane democrazia statunitense. Dickens, severo e attento osservatore della realtà sociale del suo paese, arriva per la prima volta in America nel 1841, convinto di trovarvi realizzati gli ideali rivoluzionari di libertà, giustizia e progresso. Il viaggio si risolve, in realtà, in una feroce disillusione. America è la storia dì un rapporto dì amore e odio, verso gli Stati Uniti e gli yankee, da parte dì uno dei più moderni e "americani" rappresentanti del vecchio mondo.



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America 2014-04-24 15:05:11 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    24 Aprile, 2014
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Passeggiando in America

“America” nasce da un'esperienza di viaggio di Dickens sul suolo americano; era il 1841.
Charles Dickens a bordo del piroscafo Britannia salpa dalle amate coste inglesi per affrontare l'avventura di un viaggio di conoscenza e scoperta di luoghi e popoli.

L'autore inizia il suo racconto come un vero diario di viaggio, con una descrizione dettagliata e minuziosa dell'attraversata atlantica estremamente faticosa e disagevole, vissuta in maniera piuttosto negativa.
Eppoi il tanto agognato sbarco e le pagine dedicate all'osservazione degli usi e delle consuetudini nel nuovo continente, l'analisi delle istituzioni sociali, la tenuta dei centri urbani, e infine la legislazione.

Ciò che emerge dalla lettura è una voce affilata e critica nei confronti della terra ospite, un Dickens fortemente deluso da tutto ciò che vede e tocca con mano; tante le frecciate al vetriolo, seppur camuffate con sottile eleganza, con cui l'autore dissente dalla cultura americana.
L'invettiva più acuta e diretta rimane senza dubbio quella contro il problema ignominioso della schiavitù, che sfocia in pagine di testimonianza diretta riportando brani e annunci tratti dai giornali dell'epoca.

E' un'opera curiosa, che se da un lato ci avvicina ad un Dickens diverso dal narratore, dall'altro rimane testamento di una galleria di immagini e luoghi impressi su carta dalla penna dell'esimio autore. Si rende tuttavia necessaria una scrematura dei giudizi ivi espressi, in quanto l'enfasi e la parzialità dell'autore nell'esprimere taluni pareri è palese.
La scrittura sgorga rigogliosa e abbondante nei tratti descrittivi toccando perfino l'analitico in tema di istituzioni; rientra in canoni più consoni ad una voce da narratore nel raccontare i luoghi, gli stati d'animo e le aspettative.

Rimane un viaggio interessante, uno spaccato storico che immortala una terra ancora lontana da quella che oggi conosciamo ed un confronto tra due culture piuttosto divergenti.

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