Wonder
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Perché l'uomo ha anche un lato buono.
Precetto del signor Browne del mese di maggio: «Fa’ tutto il bene che puoi, utilizzando tutti i mezzi che puoi, in tutti i modi che puoi, in tutti i luoghi in cui puoi, tutte le volte che puoi, a tutta la gente che puoi, per tutto il tempo che riesci (Regola di John Wesley)»
Con i suoi undici anni August Pullman non ha mai frequentato una scuola vera. Il suo aspetto, le sue ventisette operazioni per una brutta malformazione cranio-facciale determinata dalla sindrome di Trecher-Collins con cui è nato, non hanno mai reso facile la sua integrazione in contesti “normali”.
Per detta ragione il giovane uomo ha portato avanti i suoi studi da casa, con un’insegnante d’eccezione: sua madre. Ma adesso è giunto il momento di crescere, di uscire dalla cupola, da quella stanza che è sempre stata sinonimo di luogo sicuro e di accettazione. E così August, detto Auggie, vero e proprio agnello da macello, fa ingresso alla classe della prima media. Le reazioni dei compagni sono quelle preventivate; lo scrutano di sottecchi, lo escludono, lo emarginano, lo ritengono affetto da una sorta di “peste” il cui contagio avviene al solo tocco se non ci si lava subito la parte del corpo contaminata, giocano alla guerra. Eppure, questo primo anno di scuola riserverà per l’adolescente anche sorprese positive. Perché Auggie conoscerà persone straordinarie, scoprirà il valore dell’amicizia, affronterà brutte esperienze, cadrà e si rialzerà, semplicemente crescerà. E lotterà, lotterà come un bambino normale la cui forza più grande è la gentilezza, la bontà. Perché Auggie non è l’essere mostruoso e terrificante che tutti si immaginano, quanto un ragazzino di gran cuore, ironico e autoironico, intelligentissimo, generoso e desideroso di mostrarsi per quel che è e non per quel che appare.
Con la sua cordialità, con la sua educazione, con il suo garbo, con la sua lotta silenziosa egli ci ricorderà che non dobbiamo mai fermarci alle apparenze perché oltre la scorza c’è un universo vero e proprio di emozioni.
“Wonder” con delicatezza solletica le corde più intime del cuore commuovendo, inducendo alla riflessione, invitandoci ad affrontare la vita in modo diverso, con una differente prospettiva, invogliandoci a tirar fuori la parte migliore di noi. Perché un piccolo atto di gentilezza, un sorriso, un gesto altruista, non possono che far bene a noi e a chi ci circonda.
Il tutto con una penna semplice, che si confà all’età dei protagonisti, che alterna voce narrante per consentire una valutazione a 360° di quel che significa avere una malformazione e di quel che significa essere persone esterne ma vicine a chi di questa è affetto.
Piccola curiosità. Nell’opera viene fatto riferimento a un aneddoto che riguardava l’incontro tra il bambino affetto dalla sindrome e altri, di diverse età, all’interno del giardinetto di quartiere. Al sopraggiungere di Auggie, il tempo sembra fermarsi, le persone si paralizzano per poi scattare quasi come se fossero state punte da una vespa, i bambini più piccoli scappano come se avessero visto un orco e quelli più grandi sono comunque colti dal disgusto. Siffatto episodio è realmente accaduto seppur in modo leggermente diverso all’autrice che, trovandosi su una panchina con i suoi due figli, è stata vinta dal panico al sopraggiungere di una ragazzina affetta dalla malattia di Treacher-Collins tanto da alzarsi di scatto e allontanarsi di corsa con prole al seguito. La madre della ragazzina, a quella reazione, semplicemente disse: “Forse è ora di tornare a casa”. Riporto le testuali parole della Palacio: “Mi sono sentita un verme e non sono riuscita a dimenticare questa esperienza”. È da tale vicenda che è nato “Wonder”.
«La grandezza, ha scritto Beecher, non risiede nell’essere forti, ma nel giusto uso che si fa della forza. È il più grande colui la cui forza trascina il maggior numero di cuori…»
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Per allenare l'empatia
Leggere “Wonder” di R. J. Palacio è come bere un bicchiere d'acqua in una calda giornata d'estate: semplice, piacevolissimo, necessario.
«Precetto di August Pullman
Ognuno dovrebbe ricevere una standing ovation almeno una volta nella vita, perché tutti “vinciamo il mondo.” (Auggie) »
August Pullman è un ragazzino di undici anni che sta per iniziare la prima media. Nonostante lui si senta normale è piuttosto particolare: nato con la sindrome di Trecher-Collins, ha la faccia deforme. Ha dovuto subire ventisette operazioni chirurgiche da quando è nato e, per ragioni di salute quindi, non è mai andato a scuola. Ma adesso sta diventando grande, per fortuna è più forte, l'ultima operazione risale ad otto mesi prima e la mamma propone che August vada finalmente a scuola.
Il romanzo racconta il primo anno scolastico di August, un bambino molto intelligente, ironico, simpatico e buono, ma con il volto deformato.
Auggie conoscerà delle persone straordinarie e delle persone cattive, si farà degli amici e dei nemici. Affronterà brutte esperienze e grandi soddisfazioni: cercando la sua vittoria, cioè poter essere se stesso, un bambino normale, non un essere mostruoso di cui avere paura.
L'autrice narra la vicenda da vari punti di vista, ad August si aggiungono Olivia, sua sorella, e vari amici di entrambi. Si tratta di un romanzo scritto anche per preadolescenti ed ha il pregio di riuscire a descrivere sentimenti ed emozioni in un modo sincero ed immediato che arriva dritto al cuore. L'autrice è brava ad assumere la prospettiva dei vari personaggi della storia: ci fa riflettere su quanto può cambiare una stessa situazione se vissuta da persone diverse, ciascuna con i propri problemi, le proprie preoccupazioni, il proprio vissuto. Ci aiuta ad allenare l'empatia, non importa se a leggere siano persone adulte o ragazzini: la lettura è il passaggio magico attraverso il quale ci avviciniamo agli altri, attraverso cui comprendiamo che, come diceva una vecchia canzone, “gli altri siamo noi”.
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Una Storia che lascia il segno
Un'emozione in crescendo, una storia toccante e commovente, non sdolcinata o mielosa ma reale che lascia il segno a tutti, adolescenti e adulti. Così definirei questo libro di Palacio che tratta un argomento delicato, oggetto di discussione nelle scuole e tra lettori di tutte le tipologie, una storia che da poco è anche nelle sale cinematografiche. August (Auggie) un ragazzino perspicace, brillante e sensibile, amato dalla sua fantastica famiglia, racconta la sua difficile esistenza e il suo vissuto sofferente a causa della sua diversità, data dalla faccia deformata da una terribile malattia genetica. Il bambino non nasconde nulla: intervanti continui e dolorosi al volto, difficoltà a mangiare, a deglutire, a guardarsi allo specchio, a dormire per la saliva che soffoca, a stare con gli altri. Auggie conosce tutte le reazioni delle persone davanti alla visione del suo volto deformato, dalla più delicata (faccio finta di nulla), al terrore dipinto negli occhi (non ci riesco, scappo). Cerca di abituarsi ma non ci riesce, prova ad essere 'normale' ma sa di non esserlo.
Ora Auggie ha 10 anni e deve affrontare la scuola per la prima volta, prima era impossibilitato per motivi di salute e continui ricoveri ospedalieri; il ragazzo è terrorizzato, il preside, con il gruppo docenti, lo accoglie con affetto, cerca di aiutarlo e integrarlo nella classe ma non sarà facile.
L'auttrice con il suo linguaggio preciso e asciutto registra e affronta tutto, il volto del protagonista viene descritto nei particolari, anche i più terrificanti o asimmetrici; gli umilianti soprannomi che gli vengono dati dai compagni feriscono senza pietà il 'diverso'. A tutti i lettori di questa storia delicata e dolcissima, rimarrà impressa l'immagine del bambino che mangia da solo, alla mensa scolastica, masticando con gli incisivi.
La struttura del romanzo è particolare, la storia di August è vista e descritta da vari punti di vista, tutti diversi, a volte 'a sorpresa', oltre a quella del protagonista c'è l'interpretazione della sorella liceale Via e dei loro amici.
Sono presenti e ben analizzati anche gli adolescenti, con le loro problematiche, i litigi, il migliore amico, i momenti di crisi e di crescita. Ci sono anche forti gesti di solidarietà: Jack all'inizio fa fatica ma poi diventa amico, molto amico di Auggie, non 'perchè lo ha chiesto il preside' ma perchè Auggie gli piace, lo vuole lui come amico e... quando il leader del gruppetto dei 'benestanti e benvestiti' gli dice: 'non sei obbligato ad essere amico di quel mostro ...'; lui gli tira un pugno dritto sulla bocca.
In presidenza, punito, sospeso.
Si tratta di una grande storia, scritta con stile piacevole e ben fruibile, non è letteratura di evasione, ma è un testo didattico, riflessivo, formativo e di formazione, sicuramente una storia che arricchisce e che lascia nel nostro stato più profondo, una traccia indelebile
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Meraviglia
August Pullman è un ragazzino affetto da una grave malformazione del volto. La vita per lui non è mai stata semplice, fin dalla nascita ha dovuto lottare contro la sindrome di Treacher-Collins e si è persino sottoposto ad un’infinità di interventi chirurgici.
Fino ad oggi August non era mai andato a scuola, la madre si era sempre preoccupata della sua educazione, però con il passare degli anni i suoi genitori si sono convinti che il piccolo dovesse uscire dal guscio.
Prima dell’inizio dell’anno scolastico decidono di andare a visitare la Beecher Prep School.
Auggie, così lo chiamano i genitori e gli amici più stretti, dovrà affrontare questa nuova avventura, dovrà far fronte agli occhi che si poseranno sul suo volto e sulle male parole che travolta i compagni gli propinano.
Non sarà facile per lui affrontare tutto ciò, ma conoscerà anche persone degne di essere chiamate amiche, le quali non gli faranno pesare la sua malformazione.
August è un ragazzino forte e molto simpatico, il suo personaggio spiccherà su tutti sia perché è il personaggio principale, ma anche perché nonostante tutto riesce sempre venirne fuori.
Auggie è anche molto simpatico, è il primo a scherzare sul suo aspetto ed a capire che per gli altri non è sempre facile guardarlo in faccia le prime volte.
Anche la famiglia di Auggie ne ha passate tante, i genitori perché sanno che loro figlio non avrà mai un aspetto normale, ma anche la sorella Olivia perché neppure per lei è facile avere amicizie.
Perché si sa i bambini sanno essere cattivi anche se non vogliono riescono a ferire profondamente con la loro lingua.
Olivia ha dovuto fin da sempre proteggere il fratello dagli sguardi indiscreti e dalla cattiveria molte volte mettendo da parte i suoi veri sentimenti.
Si tratta di un romanzo diviso in capitoli, in ognuno di questo uno dei personaggi racconta la storia come se fosse lui il narratore principale, in questo modo la vicenda viene narrata da vari punti di vista.
Il testo mi ha fatto capire la crudeltà della gente verso chi è stato meno fortunato.
Molte volte ci lamentiamo di problemi che in realtà non sussistono, quando i veri problemi sono altri.
È un libro che tocca nel profondo.
È un libro che mi sento di consigliare perché molte volte dovremmo essere più sensibili con il prossimo.
Buona lettura!
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Auggie il meraviglioso
Auguste Pullman, detto Auggie, è un bambino come tanti, almeno fin laddove non arriva lo sguardo. Ha una mente brillante, un cuore generoso e un coraggio che si rivelerà degno di un leone.
Peccato la gente veda solo ciò che gli ha provocato la sindrome di Treacher/Collins, ovvero un viso anomalo rispetto a quello dei suoi coetanei, e più in generale ai visi che affollano solitamente strade, ristoranti, negozi, ospedali o scuole.
Già, la scuola! che ostacolo insormontabile appare! Soprattutto perchè dopo aver vissuto dieci anni sotto la rassicurante egida dei genitori per Auggie è giunto il momento di uscire allo scoperto, mischiarsi con quel mondo che da sempre lo guarda e lo tratta come un oggetto alieno, un poveraccio da compatire, un freak spaventoso.
Auggie cammina a testa bassa, non ha intenzione di farsi osservare e schernire. Il primo giorno di scuola è terrorizzante per qualsiasi matricola, figurarsi un bimbo messo a disagio dal proprio aspetto. I ragionevoli dubbi dei genitori si sposano con l'esigenza di dare un futuro a Auggie, concedergli la possibilità di affrancarsi dalla loro ala protettrice, magari solo giusto un attimo, utile per mettere il naso fuori da quel nido amorevole e vedere come girano le cose.
Cuore che batte all'impazzata, viso rivolto verso il basso, capelli lunghi a nascondere il più possibile: eccoli, arrivano puntuali sguardi e commenti.
Quelli sfacciati e quelli di sottecchi, chi mostra disgusto e chi pietà, e poi arroganza, indifferenza, paura; la Beecher Prep School avrà di che spettegolare a lungo.
I capitoli e i mesi si avvicendano velocemente con l'esperienza scolastica raccontata da molteplici punti di vista: ovviamente quello del protagonista, quindi quello della sorella Olivia (detta Via), dal fidanzato di questa, e dagli amici più cari come Jack e Summer, a delineare uno spaccato corale in cui il sole è Auggie e gli altri sono pianeti che volenti o nolenti a lui girano intorno.
L'anno passa in fretta condito da piccole sconfitte, grandi vittorie, enormi delusioni, soddisfacenti rivincite: Auggie è pronto, finalmente. La scuola non fa più paura perchè amicizia e affetto hanno avuto la meglio su un microcosmo che, isolati casi a parte, pur avendo rispettato i pessimisti pronostici con una feroce emarginazione iniziale, si accorge di quanto quel ragazzino dall'aspetto strano non sia per nulla diverso da tutti gli altri alunni.
E' quel mondo così crudele ora a fargli da protezione, in un percorso di crescita snocciolato su un sentiero di valori nobili dove i timori inerenti la crescita, acuiti dalla condizione del piccolo, vengono esorcizzati.
Toccante senza essere patetico, "Wonder" è specchio del suo protagonista, ovvero un bambino che non ha bisogno di compassione e lacrime per essere accolto ed amato.
Qualche passaggio eccessivamente addolcito non inficia il lavoro della Palacio, per un romanzo educativo da consigliarsi a bambini, adolescenti ed anche ai più grandi.
Gli insegnamenti giungono sempre da noi adulti, i comportamenti dei figli sono spesso frutto dell'educazione che noi diamo loro. E "Wonder" è lì a ricordarcelo.
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Riflessivo
Un libro che dovrebbero leggere i ragazzi, tutti. E anche noi! Grandi e piccoli.
E' la storia di August, un ragazzo nato con malformazioni varie al viso, più palato schisi ed altro.
10 anni, 27 operazioni! Ovviamente un mostricciattolo, bruttino che a qualcuno fa paura.
Ma è proprio così che facciamo: giudichiamo dalle apparenze.
August decide di andare a scuola, in una scuola vera, alle medie. Da molti è temuto perchè " se lo tocchi prendi la peste". Altri lo ignorano, altri lo salutano e altri sono proprio amici e non badano al suo aspetto fisico.
E' malinconico il libro e a volte, fa indignare. Però è un libro scorrevole e descritto da più punti di vista: vari personaggi raccontano come vivono la vicinanza con August. Un libro che fa riflettere molto soprattutto sul nostro modo di giudicare la gente.
Ma August ha sentimenti e valori validi. Riuscirà a convincere i suoi amici che è proprio come loro?
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Ho un'amica che ha sofferto varie operazioni al viso, è nata con angiomi al viso, occhi spenti e bassi e non riesce né a ridere né a sorridere, ha il palato schisi e il labbro leporino. Fatica a mangiare, è lenta, ma anche se non è non è perfetta fisicamente, è una brava ragazza e spesso esco e vado in vacanza con lei. Molti la evitano, altri la fissano. Una volta in un albergo ci è stato chiesto di non mangiare nella setssa sala dei clienti..... -per la cronaca ce ne siamo andate -
Vedete questa è una mia esperienza personale, ma persone così esistono e vivono la vita come noi.
Quindi il libro non è falso o banale come ha scritto qualcuno.
Non è così difficile trovarne in giro. Soffrono perchè non sono capiti, ma sono uguali a noi!
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Banale...
Ancora una volta, spinta dalle buone recensioni, ho acquistato, letto e....archiviato questo libro a mio avviso veramente mediocre. Tutto ruota attorno al protagonista principale, August, un bimbo affetto da una tremenda malformazione facciale che lo rende simile ad una maschera di Halloween; ho avuto modo di osservare alcune foto via web, di persone affette da questo "disordine " genetico e ne sono rimasta veramente molto colpita....ciò nonostante non mi ha fatto amare questo libro. Troppo melenso, questa famiglia perfetta, mamma, papà, sorella con comportamenti da manuale, immancabile incomprensione tra compagni di classe e poi alla fine il bene che trionfa su tutto, il nostro protagonista trasformato in eroe....e tutti vissero felici e contenti......un'americanata, trama banalissima e scontata che poco collima con la realtà dei fatti. Poco entusiasmo, molta superficialità.
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Wonder
Wonder è un libro che mi ha catturato dalle prime pagine e che ho letto tutto d'un fiato. Racconta l'inserimento a scuola di August, un ragazzino di 10 anni con una sindrome deformante al volto, che tra esperienze brutte e nuove amicizie mette in evidenza le diversità di ogni essere umano. Lo consiglio a tutti sia ai ragazzi che agli adulti ma specialmente lo proporrei come lettura nelle scuole perchè possa insegnare ai giovani la tolleranza e il rispetto dei piú deboli.
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Wonder
Sulla quarta di copertina del libro c’è una frase che recita “Non giudicare un libro dalla copertina”; Io per fortuna invece l’ho fatto e mi sono imbattuta in questo gioiello che ha davvero una copertina bellissima e d’impatto.
“Wonder” è veramente un prodigio, una meraviglia (intesa anche come stupore) già nel titolo giustamente non tradotto in italiano.
E’ la storia di un anno di scuola: il primo anno di scuola media di August Pullmann (Auggie per amici e famiglia) un bambino di 10 anni che adora la saga di Guerre Stellari, gioca con l’Xbox e mangia gelati, insomma un bambino come gli altri. Di speciale c’è che August è affetto dalla sindrome di Treacher-Collins che deforma i lineamenti del viso ma lascia intatte le capacità intellettive.
Auggie non ha mai frequentato una scuola avendo trascorso la sua breve vita tra operazioni e ospedali quindi l’unica sua insegnante è stata la madre. Auggie è circondato infatti da una splendida famiglia: un papà, una mamma, una sorella Olivia detta Via, una dolcissima cagnetta Daisy, zii, nonni che lo amano tantissimo. Però Auggie ormai è cresciuto e deve prepararsi ad affrontare il mondo perciò i suoi lo iscrivono alla scuola media del quartiere.
Da qui in poi nella vita di Auggie entrano altri personaggi: il sensibile preside Sig. Kiapp, i suoi insegnanti (tra i quali il Sig. Browne e i suoi precetti riuniti in fondo al libro), i suoi compagni di scuola (Jack, Summer, Charlotte, i due Max, Justin) e i loro genitori.
Tra paure, delusioni, esperienze belle e brutte in quella scuola August scoprirà il mondo e la sua Meraviglia.
Questo è un libro che ti scalda il cuore perchè August è un bambino diverso dagli altri, “mostruoso”, che però affronta la vita con coraggio, ironia e sincerità in una società dove conta più l’apparenza che la sostanza e che fa del bell’aspetto lo status symbol del vincente.
Il romanzo è raccontato in prima persona in modo corale da August, Via, il suo ragazzo Justin, Summer , Jack e Miranda ed è suddiviso in capitoli tenuti insieme da una colonna sonora la cui playlist si trova in fondo al libro. La bravura dell’autrice sta nella leggerezza, nella capacità di scrivere come un bambino di 10 anni di oggi ma nello stesso tempo nel presentarci argomenti molto profondi come la diversità e il nostro modo di porgerci in relazione ad essa.
Scopriamo allora attraverso i diversi punti di vista dei personaggi che tutti abbiamo qualcosa di “diverso”, di “mostruoso” (per Jack ad esempio è la sua povertà per Miranda l’anaffettività dei genitori) solo che il nostro qualcosa è nascosto mentre quello di August è evidente.
“Wonder” è un libro che ti entra dentro e ti commuove, è come uno specchio che ci costringe a guardarci dentro e domandarci “che faremmo noi al loro posto? come ci comporteremmo?”. Indimenticabili per me sono stati i brani sulla passione di August per Halloween (l’unico giorno in cui dietro la maschera si sente un bambino normale) e quello sulla magia degli auricolari con i quali percepisce i suoni del mondo.
Penso che libri come questo debbano necessariamente essere letti nelle scuole per far capire ai ragazzi il bello della diversità, il valore dei sentimenti e dell’amicizia in un mondo dove l’omologazione e l’opportunismo la fanno da padroni.
-Per me, però, io sono solo io. Un ragazzo come tutti gli altri (August)-
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Io Auggie Pullmann vincerò il Mondo!
August Pullman, per tutti Auggie, è un ragazzino americano vive nel quartiere di North River Heights a New York ha un cane di nome Daisy molto affettuoso, la Xbox, tutta la collezione dei film di Guerre Stellari di cui è un fan sfegatato, ha una sorella più grande Olivia per tutti "Via" (non capirò mai l'insensatezza delle storpiature dei nomi che fanno gli americani), ha un padre e una madre affettuosissimi, ed infine una nonna di origini brasiliane che lo adora. Da poco ha compiuto l'età per iscriversi in prima media andrà alla prestigiosa Beecher Bep diretta da Mister Kiap ,altro cognome che è tutto un programma. E' una ragazzino sveglio e sensibile con un talento per le materie scientifiche fuori dal comune, ma è terrorizzato dal primo giorno di scuola , perché lui a scuola non c'è mai andato. Perché non ha frequentato le elementari come ogni bambino? Sindrome di Treacher-Collins, si chiama il suo problema, una malattia rara ed ereditaria che colpisce le fattezze di una persona lasciando inalterato tutto il resto. Nonostante fin dalla nascita il bambino abbia affrontato a delicatissime e dolorosissime operazioni di ricostruzione facciale; i chirurghi, per dirne una, gli hanno tolto un pezzo di anca per ricostruirgli la mandibola, il suo viso è , senza girarci intorno, orribile! Coloro che hanno una cultura cinematografica lo definirebbero un freaks, i più infami un orco o un mostro, alcuni compagni di classe che conoscerà quando deciderà di frequentare la scuola e affrontare il Mondo lo chiameranno E.T. o Gollum, per intenderci. Dunque la storia di questo ragazzino è sconvolgente , disumana, spiazzante, incantevole, delicata, sublime. L'autrice ci accompagna nella sofferenza di questo bambino, nella terribile presa di coscienza di scoprirsi un diverso, un mostro, perché è così che lo vedono tutti gli altri. Eppure attraverso le vicende narrate nel romanzo scopriamo che c'è speranza per lui e per noi . Per lui di essere accettato e accettarsi, per noi di percorrere lo stesso cammino che ci rende migliori:umani. Il libro nasce da una vicenda vera accaduta all'autrice. La signora "Palacio" era, in un pomeriggio newyorkese , in giro nel parco di holdeniana memoria, con i suoi figli e seduta su di una panchina vide una bambina con la sindrome di Treacher-Collins, e ne rimase sconvolta". La Palacio racconta : "sono stata presa dal panico, temevo che mio figlio di tre anni vedendola avrebbe reagito urlando , come aveva fatto alla festa di Halloween. Mi sono alzata di scatto, ho chiamato l'altro mio figlio e sono scappata. Alla mie spalle ho sentito la madre della ragazzina che, con voce calma, diceva: "Forse è ora di tornare a casa". Mi sono sentita un verme e non sono riuscita a dimenticare quest'esperienza."
Questo libro è un'esperienza bellissima che vi insegnerà a non essere dei vermi.
Questo libro lo consiglierei ai professori come testo di narrativa per i preziosi contenuti educativi che offre dalla prima all'ultima pagina. Questo libro in modo sereno, onesto, senza stupida retorica e ipocrito perbenismo vi spiegherà cosa intedeva Giovanni quando scrisse nel suo Vangelo: Qualunque creatura di Dio vince il mondo 1-1 Gv.5,4
di Luigi De Rosa
La frase: I suoi occhi sono circa due centimetri più sotto il punto in cui dovrebbero trovarsi, quasi a metà delle guance. Sono inclinati verso il basso con un’angolazione estrema, come se qualcuno gli avesse intagliato in faccia due fessure in diagonale, e quella sinistra e decisamente più bassa della destra. sporgono fuori perché le sue cavità oculari sono troppo poco profonde per contenerne i bulbi. Le palpebre superiori sono sempre mezze abbassate, come se stesse per addormentarsi e quelle inferiori si afflosciano talmente che sembra che un filo invisibile gliele stia tirando verso il basso: si vede il rosso all’interno dell’occhio, come se fossero rigate. August non ha né sopracciglia né ciglia. Il suo naso è sproporzionatamente grosso per la sua faccia e, come dire … carnoso. La testa a due rientrane nel punto dove dovrebbero esserci le orecchie, come se qualcuno avesse usato un paio di pinze giganti per schiacciargli la parte centrale della faccia. Non ha zigomi. Da una parte e dall’altra del naso due grinze profonde gli scendono fino alla bocca, cosa che lo farebbe sembrare di cera. A volte la gente crede che si sia ustionato in un incendio: sembra che i suoi lineamenti si siano fusi, tipo le gocce che si rapprendono ai lati della candela.
Da Wonder di R.J. Palacio Pag.84 Giunti 2013
La curiosità : Palacio è uno pseudonimo scelto dall'autrice in onore della mamma colombiana, è un art director che vive a New York sposata con due figli., questo è il suo primo romanzo.